Dopo più di 10 anni il noto farmaco Lipobay, usato contro il colesterolo e ritirato per gravi effetti avversi, continua a far parlare di sé. Recente, infatti, la condanna emessa dal Tribunale civile di Venezia che obbliga l’azienda farmaceutica a risarcire un medico ed odontoiatra che da allora, a seguito dell’assunzione del farmaco per 2 mesi, ha sviluppato la rabdomiolisi che consiste nella rottura delle cellule del muscolo scheletrico e può avere anche esito mortale, costringendolo a un’inabilità del 100 per cento.
La notizia della dannosità del Lipobay diventò chiara nel 2001, a seguito di numerose segnalazioni di decessi e patologie correlate alla sua assunzione: la Bayer ritirò il prodotto dal mercato e il ministero della Salute ne vietò la commercializzazione. La situazione da allora, purtroppo, non è variata. La ricerca farmaceutica continua a basarsi sulla sperimentazione animale che non tutela l’uomo nella fase di commercializzazione, ma anzi lo espone a grandi e tangibili rischi. In Europa, come negli Stati Uniti, le morti per reazioni ai farmaci sono comprese fra 200.000 e 300.000 ogni anno, inoltre quasi il 40% dei farmaci o non è efficace o da effetti collaterali. Il tasso di segnalazione di eventi avversi da farmaci è praticamente raddoppiato tra il 2006 e il 2008, passando da 108 segnalazioni per milione di abitanti a 196, con un trend in aumento.
MICHELA KUAN, RESPONSABILE LAV SETTORE VIVISEZIONE