Dopo il decreto del ministro della Giustizia Orlando del 13 marzo scorso, che offre la possibilità del mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Stilo e che serve i cittadini di ben sette comuni tra i quali Stilo, Pazzano, Bivongi, Monasterace, Riace, Stignano e Camini, giovedì 3 aprile ci siamo recati presso lo stesso Ufficio per attingere a dati ufficiali ed utili informazioni; le iscrizioni a ruolo di sentenze civili negli ultimi cinque anni ammontano a 8.200 con una media di 1.350 all’anno. Quasi 200 decreti ingiuntivi, c’è da evidenziare inoltre che l’Ufficio del Giudice di Pace non si occupa solamente del disbrigo di controversie di natura civile e penale ma anche affari amministrativi, tra cui il rilascio di atti notori per successioni, per asservimenti di volumetrie edificabili, certificazione di perizie tecnico giurate, liberatorie bancarie e quant’altro. Servizi che presso gli studi notarili hanno costi ingenti.
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Il decreto, prevede un coinvolgimento diretto dei Comuni interessati per il suo ottimale funzionamento e, di fatto, gli enti locali sottoscrittori di apposita convenzione dovranno garantire il personale necessario e le spese di mantenimento in ordine a cancelleria, corrente elettrica ed a quanto occorre per un ordinario funzionamento dello stesso ad esclusione dei compensi per i due giudici onorari, questi ultimi a totale carico del Ministero della Giustizia: per garantire tutto ciò serve una precisa volontà delle amministrazioni dei rispettivi Comuni che abbiano una visione di insieme del comprensorio e non siano disposte a subire ulteriori spoliazioni dei presidi dello Stato, le quali in un recente passato si sono già impegnate con atti deliberativi di consiglio o di giunta, rappresentando la ferma volontà politica del mantenimento dell’Ufficio stesso.
Purtroppo alcune volontà espresse favorevolmente in prima battuta sono venute meno per via di non meglio precisati ripensamenti nelle riunioni svoltesi in questi giorni tra i vari sindaci ed il commissario prefettizio di Monasterace. Da quanto riportato dai vari organi di stampa pare che a venir meno ai loro impegni e propositi assunti in precedenza siano le municipalità di Bivongi e di Pazzano. Il fatto è grave ed istituzionalmente scorretto: tanto nella vita privata quanto più nell’attività amministrativa non si può venir meno alla parola data.
Auspichiamo che l’Ufficio del Giudice di Pace, che rappresenta un fondamentale presidio dello Stato ed eroga importanti servizi ai cittadini, resti operante nella Nostra Vallata e che si raggiunga un equo accordo tra i comuni, a prescindere dai desiderata e dalla volubilità di pochi.
La minoranza si batterà con ogni mezzo insieme alle altre forze che conducono questa battaglia di civiltà per scongiurare la chiusura dell’Ufficio ed evitare gli inevitabili disagi che si arrecheranno ai cittadini, all’economia, nonché ai tanti professionisti ed imprenditori del comprensorio che saranno costretti ad andare a Locri per ogni controversia e disbrigo pratiche varie.
NOTA STAMPA DEI: I Consiglieri Comunali di minoranza del gruppo “Bivongi al Futuro”
Ivan Leotta, Emanuele Valenti