R. & P.
Il 24 novembre iniziano le attività 2019-2020 del Centro Studi Ricerche e Formazione “Francesco Misiano”, con i primi passi relativi al rapporto Cinema –Sud, in qualche modo declinato, nel passato, anche in “questione” cinematografica, e come tale oggetto di controversie e/o soluzioni formulate più o meno coscienziosamente, più o meno capziosamente; comunque tutte impregnate di (di)visioni politico-sociali non sempre sostenute da analisi storiche ed economiche adeguate.
Un percorso cinematografico durante il quale avremo la possibilità di ri/vedere film che, nel corso del tempo, hanno anche “colonizzato” il subconscio dello spettatore, rappresentando, da una parte, il Meridione come luogo dell’alterità e dell’arcaico, che si è sempre sottratto – e ancora si sottrae – al processo di crescita verso il quale il resto dell’Italia sembra/va invece tendere con determinazione. Oppure come un luogo genericamente intriso di passioni, faide e mafia; oppure un luogo di comunicazione-propaganda per esaltare gli interventi dello Stato, o, ancora, luogo della “sostenibile leggerezza dell’essere.”
Ma c’è anche un cinema documentario che nasce dal dubbio e dalla ricerca, da problematiche socio-esistenziali proiettate nel “mondo degli ultimi”, non solo al Sud. Un cinema sulla “condizione umana” che De Seta, Olmi e Di Gianni realizzano consentendo allo spettatore una meditazione profonda sulla trasformazione subita soprattutto dalla civiltà contadina.