Si avvicendano i nomi ma la sostanza non cambia affatto, anzi, più passano i giorni con delle temperature nettamente al di sopra della norma e più si vive una stagione del tutto…fuori stagione! Che vede una gradazione fuori controllo, in una vera e propria altalena, con alti, molti, e bassi decisamente pochi da poter far pessimisticamente pensare che siano quasi interamente compromesse tutte le varie tipologie di raccolto, che potrebbe mandare in fumo tutti i sacrifici si qui compiuti dagli agricoltori.
di Antonio Baldari (il meteo.it)
Dalla tempesta “Irene” all’anticiclone “Zeus” il passo è stato davvero molto breve; si avvicendano, infatti, i nomi ma la sostanza non cambia affatto, anzi, più passano i giorni con delle temperature nettamente al di sopra della norma e più si vive una stagione del tutto…fuori stagione!
In nome e per conto di quel “cambiamento climatico” di cui scriviamo sul Nostro Giornale ormai in pianta stabile, in considerazione del fatto che si va sempre più affermando questo status ambientale, da anni, che vuole il mese di gennaio piuttosto “anomalo”, per così dire.
Che vede una gradazione fuori controllo, in una vera e propria altalena, con alti, molti, e bassi decisamente pochi da poter far pessimisticamente pensare ad una stagione quasi interamente compromessa, per tutte le varie tipologie di raccolto, che potrebbe mandare in fumo tutti i sacrifici sin qui compiuti dagli agricoltori.
Che, se da un lato stanno alzando la voce contro le istituzioni continentali, nazionali e regionali per le note vicende legate ad “AGENDA VERDE”, ed ai suoi più stretti sviluppi legati giustappunto ad un miglioramento della qualità ambientale, in primis, dall’altro devono obbligatoriamente fare i conti con una situazione giornaliera sempre identica al giorno precedente.
E sempre uguale a ciò che loro non vogliono affatto, e quindi, come detto, delle temperature piuttosto alte per questo scorcio d’inverno, destinato addirittura a rinforzarsi nel prossimo fine settimana, con l’anticiclone “Zeus” che farà dimenticare la breve parentesi di frescura legata alla tempesta “Irene”, con numeri compresi tra 15 e 18 gradi.
Della pioggia, poi, neanche a parlarne con una carenza idrica che va in chiaro difetto in ragione di mesi, che va gravemente ad incidere sulle colture, le piantumazioni, i frutti del periodo, con il serio pericolo, come detto poc’anzi, di non avere ciò che si sperava con l’incipit invernale.
Infine, da considerare in questo quadro abbastanza ferale le cosiddette “polveri sottili” causanti inquinamento dovuto a gas di scarico delle macchine, riscaldamento, industrie ed altro ancora, con consequenziale peggioramento della qualità dell’aria, in special modo nelle grandi aree urbane, e non solo, dove sarà permanente la nebbia e, di riflesso, il dover respirare aria per lo più avvelenata.
Insomma, oggi più che mai si fanno i debiti scongiuri perché l’inverno possa essere “lungo” nel tempo, come dicono gli esperti, perché la rotta climatica possa essere raddrizzata permettendo di vivere nella normalità questo anno bisesto che, in ossequio alla più saggia tradizione orale, sta realmente dimostrandosi funesto.