di Aldo Maria Morace*
SAN LUCA – Illustre Presidente, la Fondazione «Corrado Alvaro», che mi onoro di presiedere, ha elaborato una serie di iniziative per celebrare adeguatamente il sessantesimo anniversario della morte del grande scrittore, avvenuta a Roma l’11 giugno 1956.
Alvaro è l’icona stessa della Calabria: quella che nella cultura, nel suo potere fecondante, ricerca gli anticorpi all’infiltrazione criminosa; quella che combatte dentro l’epicentro del malessere una battaglia estremamente rischiosa per affermare le ragioni della vita, della dignità e dell’etica; quella che consente ai calabresi diasporati e mortificati dalla presenza oppressiva della ’ndrangheta, di riconoscersi orgogliosamente figli di una plurimillenaria cultura. Nel nome di Alvaro, appunto: unico degli scrittori calabresi dello scorso secolo ad essere entrato nella dimensione della classicità, nonché grande elzevirista nelle terze pagine dei maggiori quotidiani italiani e finissimo traduttore ed intellettuale e saggista, anche in virtù di un’esperienza cosmopolita che lo portò a vivere a Parigi ed a Berlino ed a visitare, da inviato speciale, paesi ed entità antropologiche lontane, con esperienze dalle quali scaturiscono i suoi libri di viaggio. Una figura, dunque, di grande complessità, data l’ampiezza degli orizzonti culturali ed ispirativi, che congiungono magicamente il microcosmo della Calabria, il paese dell’anima che funge da sostrato a tutto il suo itinerario di scrittore; e la realtà europea, in cui ambiva innestarsi, ma senza cancellare l’identità storico-culturale dei padri.
Mi rivolgo a Lei, signor Presidente, consapevole della Sua sensibilità per le sorti culturali della nostra Regione, e del riguardo che Ella mostra per lo sviluppo della realtà culturale. Da vent’anni (e quest’anno ricorre anche il secondo decennale della nascita della nostra istituzione) la Fondazione Alvaro lavora alacremente, facendosi conoscere ed apprezzare nel panorama letterario nazionale ed europeo e portando avanti tutta una serie cospicua di attività: dalla ricerca al riordino delle carte autografe e di tutto il materiale riguardante Corrado Alvaro, che purtroppo è disperso; dai convegni, anche all’estero, in collaborazione con le Università e con gli Enti Istituzionali, alla divulgazione dell’opera dello scrittore, all’editoria, al Premio letterario “Corrado Alvaro” (ormai giunto alla tredicesima edizione) ed alle varie e prestigiose mostre allestite in più occasioni.
Abbiamo coscienza di avere operato in una terra di frontiera, segnata nel passato e nel presente dall’incidenza del crimine, per costituire un avamposto di cultura e di legalità, valorizzando ed esportando le linfe vitali di una cultura plurisecolare, di cui Alvaro è l’ultima grande presenza, non solo in termini letterari, essendo egli stato una delle coscienze più impegnate nell’esaltazione dei valori civili e democratici, oltre che esempio di dignità umana: valori da Lei espressi al massimo grado.
Saremmo onorati, in occasione della Sua prossima visita in Calabria, di poterLe esprimere la nostra devozione ed ammirazione nella casa natale di Alvaro – già visitata da un suo predecessore, Saragat, e da una folta delegazione di cui faceva parte anche Sandro Pertini. Qualora ciò non sia possibile, per il gremirsi degli impegni istituzionali nel lasso di tempo già programmato, ci auguriamo che Lei voglia imprimere il sigillo del Suo riconoscimento alla nostra attività – come già fece Francesco Cossiga, allora Presidente Emerito, in occasione del nostro decennale – ricevendo nel corso della Sua sosta a Locri, una delegazione della Fondazione, secondo le modalità che la Segreteria della Presidenza della Repubblica vorrà determinare.
EsprimendoLe, a nome mio personale e dei membri del Consiglio d’Amministrazione e del Comitato Scientifico, i sensi della nostra profonda ammirazione per quanto compie quotidianamente nel Suo altissimo ufficio, La prego di gradire i nostri deferenti saluti
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