di Gianluca Albanese
Ci sono ideali, idee, simboli e battaglie che non tramontano mai; anzi che vogliono affrontare a testa alta le nuove sfide nel XXI secolo. Sono ben 54 delegati calabresi del congresso fondativo del Nuovo Partito Comunista Italiano, che ha avuto luogo a Bologna lo scorso fine settimana, e che si è concluso con l’elezione a segretario nazionale di Mauro Alboresi.
Tre locridei sono entrati nel consiglio nazionale: Sgambelluri di Siderno (capogruppo in consiglio comunale di Siderno Libera), Limoncino di Martone (capo dell’opposizione in consiglio comunale) e Talia di Africo.
Damocle Argirò, che ha fatto parte della delegazione nazionale al congresso di Bologna, racconta a Lente Locale di un’esperienza esaltante, nella quale si sono fissate le linee del Pci: dalla difesa del simbolo all’autonomia rispetto ad altre esperienze di sinistra, fino al rifiuto di contemplare ogni accordo politico col Pd.
Ma non solo. La piattaforma programmatica del Pci vede al primo punto l’abolizione del Jobs Act e dei ticket sanitari, la lotta al precariato e la difesa dei diritti dei lavoratori.
Molti i comunisti presenti, provenienti da ogni parte del mondo: Ucraina, Palestina, Albania, Siria, Cuba, Svizzera e Brasile: applauso per gli interventi di Massimiliano Ferrara, che ha parlato di “Rinnovata aggressività del capitalismo europeo, che fa in modo che a pagare la crisi sia la classe che non l’ha creata, ovvero i lavoratori”. Tantissimi i temi toccati anche in politica internazionale: no alla guerra e no alla Nato; sì all’Europa ma se è dei popoli e non delle banche. Sul piano nazionale, invece, il Pci sarà parte attiva “per le strade, nelle fabbriche, nelle scuole e tra la gente – dice Argirò, fotografato nell’edizione bolognese del quotidiano “Repubblica” – contro la riforma del Senato e la legge elettorale voluta dal Pd”.
“Più Stato e meno mercato” e un sì, ma con riserva, alla proposta di un reddito di cittadinanza.
“Va bene- ha detto Argirò – se corrisponde col lavoro dei giovani in opere pubbliche destinata ad ambiente e cultura, altrimenti diventa un incentivo a poltrire a casa”
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