di Antonio Baldari
LOCRI – In quei letti ci sono finiti di recente il padre di Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, e nei giorni scorsi anche don Barbaro, parroco di Gerace, ma in oltre trent’anni di onorato servizio ospedaliero il reparto di “Geriatria Gerace” ne ha visto parecchi di pazienti, più o meno illustri, che sono stati comunque curati tutti allo stesso modo, e cioè bene. Molto bene, “E sa perché? Perché sono stati assistiti dagli specialisti della materia!”.
Il breve virgolettato è da ascriversi, in modo piuttosto fermo, all’attuale responsabile del sopraccitato reparto, ossia il dottor Domenico Falletti, medico specialista di Siderno che vive con molta trepidazione queste ore in cui si riparla nuovamente della chiusura, volendola effettivamente realizzare ad ogni costo e senza ascoltare nessuno, del sopraccitato reparto su cui già lo scorso anno ci si era provato ad allungare le forbici per tagliare.
E chiaramente smobilitare sempre di più il nosocomio di contrada Verga “Ma questo non fu reso possibile oltreché per il grande clamore mediatico che venne ad originarsi – riprende il dottore Falletti – anche e soprattutto perché il mio predecessore (il dottore Piscopo andato in pensione lo scorso 1. settembre, ndr) insistette fortemente sul fatto che, chiudendo il reparto che ora mi onoro di dirigere, non ci sarebbe stato un solo posto-letto disponibile per gli over 65 in tutto il territorio della provincia di Reggio Calabria, e tenendo anche in debita considerazione il fatto che la regione Calabria non aveva ancora redatto l’atto aziendale”. Cosa che, a tutt’oggi, non è stata portata a compimento con tutti gli annessi ed i connessi del caso, aggiungiamo noi.
Un fatto, questo, gravissimo anche perché quel che è da dire in maniera chiara è che non si può procedere alla chiusura di un reparto se non prima se ne avvia un altro, come nella fattispecie quello di Reggio Calabria, ancorché in tal caso ne deriverebbero, come potranno certamente derivare, dei disagi di carattere logistico e materiale di non poco conto se si pensa a quanti, tanto per fare degli esempi, scenderebbero dalla vallata dello Stilaro, da paesi a forte connotazione anziana come Bivongi, Pazzano e Stilo, che sarebbero obbligati a coprire oltre cento chilometri, arrivando in riva allo Stretto per ottemperare ad un adeguato ricovero, “Che però, se permette, in assenza proprio del reparto di geriatria, ancora non aperto, sarebbe un ricovero improprio – chiosa il responsabile della Geriatria locridea – perché autorizzato nel reparto di “Medicina” dove ci finiscono gli under 65, ma coloro che sono invece over 65 vanno assolutamente assistiti dagli specialisti della materia e del reparto ad hoc, proprio geriatria, e come se autorizzassero il ricovero di bambini, e quindi di competenza della “Pediatria”, in “Medicina” o “ Geriatria”, che non è assolutamente possibile per tutta una serie di motivi medico-sanitari, che non sto qui a riportare perché non ne è la sede idonea – epiloga il dottore Falletti – di certo, qui si sta ledendo l’articolo 32 della Costituzione che contempla il diritto alla salute dei cittadini”.
Che è quello da tutelare da parte delle istituzioni rispetto ai cittadini stessi. O no?