di Adelina B. Scorda
BENESTARE – A 30 anni di distanza dall’ultimo Piano Strutturale comunale (risale agli anni “80 l’ultima redazione del piano regolatore), nell’assise discussa questo pomeriggio nella sala consiliare del comune di Benestare ne è stato approvato, dall’unanimità dei presenti, il progetto preliminare.
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Una delibera datata aprile 2013 aveva già due anni fa posto le basi per la realizzazione del progetto associato con il comune di San Luca, ma ritardi dovuti ad una difficoltà organizzativa patita dalla commissione straordinaria insediata nel comune aspromontano ne ha dilatato i tempi, questo nonostante “le continue richieste da parte del comune di Benestare – ha dichiarato il vicesindaco Domenico Mantegna – all’ingegnere Tarsia responsabile del PSA (Piano Strutturale Associato) Calabria”. Solo la settimana scora, infatti la commissione straordinaria avrebbe infatti approvato il preliminare.
Uno studio del territorio, con un’attenzione non solo all’area ricadente nel perimetro comunale ma attraverso uno sguardo d’insieme, includendo realtà limitrofe, valutando punti di forza e criticità ha in questi 24 mesi preceduto l’elaborazione del preliminare del Piano strutturale. In particolare l’attenzione è stata rivolta al rischio idrogeologico e ai vincoli di costruzioni R3 e R4 integrando al Piano Strutturale anche il Piano di protezione civile, inserito, come punto di discussione in seno all’assise comunale. All’approvazione da parte del consiglio, che ha trovato maggioranza e opposizione in completo accordo, seguirà secondo un iter già programmato, una conferenza di pianificazione della durata di 45 gironi, una fase in cui ogni ente operante nel territorio, associazione e cittadino potrà avanzare delle proposte e suggerimenti. Una seconda fase prevederà il parere favorevole della Regione, e successivamente si avvierà la fase attuativa con l’approvazione in seno al consiglio comunale.
A essere discusso in assise, dicevamo, anche il Piano di Protezione civile che “risulta essere – ha specificato Daniele Nastasi assessore ai lavori pubblici – la summa di tutte le informazione geomorfologiche del territorio oltre che del coordinamento con i centri limitrofi per garantire in caso di calamità la migliore efficienza possibile”.
Voto unanime anche per l’adesione al Patto dei Sindaci, un progetto su scala europea, sottoposto all’attenzione del comune e a cui solo pochissimi Enti della fascia ionica pare abbiano ancora aderito. Scendendo un pò più nel particolare, il patto dei sindaci aderenti consentirebbe nel ricevere, sulla base di presentazione di progettazione in linea con le direttive del Patto, finanziamenti europei per la realizzazione impianti indirizzati all’aumento dell’efficienza energetica derivante da fonti rinnovabili. “Attraverso il loro impegno i firmatari del patto intendono raggiungere e superare l’obbiettivo europeo di riduzione del 20%delle emissioni di co2 entro il 2020, con conseguente creazione di posti di lavoro”.
Discussa, ma senza alcuna approvazione, la realizzazione, in parte già attuata nel luglio 2013 da un geologo incaricato dall’Ente, un monitoraggio per la mitigazione del rischio idrogeologico nel centro abitato di Benestare. Attualmente in base ai parametri stabiliti dal Pai “noi abbiamo il 70% delle aree del centro indicizzate come r3 e r4, (rischio frana senza possibilità di costruzione, ma solo demolizione). Attraverso questo primo studio, è stata evidenziata la possibilità di declassificare queste aree attraverso delle azioni di recupero che abbasserebbero di oltre la metà le percentuali attuali consentendo al centro di Benestare di uscire da una situazione ingessante che lega e limita il Comune da anni”.
In esame al nono punto posto all’ordine del giorno, il regolamento per il rilascio di concessioni per l’occupazione di aree e spazi pubblici.
“Abbiamo voluto redigere – ha chiarito il sindaco Rosario Rocca – un regolamento innanzitutto snello che possa andare incontro sia alle esigenze del Comune, che per motivi economici e di personale non è in grado di gestire pienamente tutti gli spazi pubblici in suo possesso e anche in considerazione del principio secondo cui il territorio è di tutti e tutti possono concorrere per migliorarlo”. Le concessioni saranno di due tipi temporanee (15 giorni per eventi e manifestazioni) e permanenti (di un anno), tutto dietro il pagamento di un contributo che terrà conto anche dell’”aiuto” fornito dai privati. Una sorta di “do ut des” che se da un lato va a migliorare l’aspetto degli spazi pubblici, di cui ovviamente ne usufruisce l’intera cittadinanza, dall’altro contribuisce, se pur in maniera ridotta, a implementare la casse dell’Ente. Un discorso a parte sarà poi fatto per i fabbricati in possesso al Comune per i quali verrà permessa anche una ristrutturazione e uno sgravio da parte dell’ esercente. Aspetto quest’ultimo che dovrà attendere la redazione di un elenco degli immobili e delle tariffe modulate a secondo dei progetti, proposta quest’ultima avanzata dall’opposizione e pienamente accolta dalla maggioranza.