di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Il consiglio comunale di Roccella, al termine della seduta odierna, ha demandato al sindaco Giuseppe Certomà il compimento di tutti gli atti necessari a confermare la necessità di preservare la piena operatività della società Porto delle Grazie Srl come soggetto concessionario del porto turistico cittadino, confermando la presenza del Comune all’interno della compagine societaria della Porto delle Grazie Srl come strumento fondamentale per la piena esplicazione delle potenzialità della infrastruttura portuale come volano di sviluppo dell’intero territorio, che deve mantenere la maggioranza della proprietà pubblica, impegnandosi, dopo i rilievi mossi dal gruppo di opposizione “Roccella Bene Comune”, e la proposta di quest’ultimo, ad avviare, in un secondo momento, ogni azione tendente a coinvolgere altri enti pubblici al fine di mantenere la maggioranza pubblica della società.
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E’ il senso della mozione votata dopo due ore di acceso dibattito consiliare, votata dal solo gruppo di maggioranza e il voto contrario dell’opposizione.
I fatti sono noti. Invitalia (società controllata dal Ministero dell’Economia) ha deciso di liquidare la propria controllata Italia Navigando SpA, che detiene attualmente il 51% delle quote della Porto delle Grazie Srl, mentre il 20% è in mano al Comune, il 24% a un socio privato e la quota restante a un altro socio privato. Il Comune, però, intende fare valere una clausola in virtù della quale la maggioranza delle quote della Porto delle Grazie Srl deve rimanere in mano pubblica e per questo è stato convocato il consiglio comunale, in vista dell’incontro che il sindaco Certomà terrà, la prossima settimana, con l’amministratore delegato di Invitalia Arcuri, che lo scorso 13 ottobre ha fatto pervenire una lettera al Comune in cui si dà notizia della liquidazione di Italia Navigando e si accenna a una possibile manifestazione d’interesse di potenziali acquirenti delle quote in mano alla società liquidata, rimandando la determinazione del prezzo a un momento successivo.
Come dicevamo, la discussione tra le opposte fazioni consiliari è stata accesa, e i lavori si sono aperti con un intervento della consigliera di opposizione Melcore, in cui si stigmatizza l’atteggiamento della maggioranza che, convocando il consiglio comunale d’urgenza, e facendo pervenire gli atti meno di 24 ore prima della data della seduta «impedisce all’opposizione – ha detto la Melcore – di svolgere la propria attività di controllo sull’operato dell’amministrazione». La Melcore, inoltre, ha chiesto la sospensione della seduta per poter avere più tempo di esaminare gli atti e ha preannunciato la volontà di tutto il gruppo di minoranza di chiedere la convocazione del prefetto per denunciare quanto affermato in apertura dei lavori.
Il sindaco Certomà, dal canto suo, ha difeso l’operato dell’amministrazione, ricordando come la critica del metodo sia, a suo dire, inaccettabile, vista l’urgenza di deliberare a pochissimi giorni dall’incontro con Arcuri.
Dopo il ricordo del compianto giornalista del Corsera Vittorio Franchini (presenza assidua al festival jazz) e un ringraziamento al capitano dei Carabinieri della Compagnia di Roccella Marco Comparato, in predicato di essere trasferito a Genova, il sindaco ha compiuto un excursus degli ultimi 12 anni del porto.
«Nel 2002 – ha detto Certomà – il Governo nazionale ha disegnato la rete della portualità turistica nazionale, scegliendo Italia navigando come ente attuatore. La Regione Calabria, allora presieduta da Giuseppe Chiaravalloti stipulò subito una convenzione con Italia navigando. Il Comune – ha proseguito – poteva gestire direttamente il porto o cercare un partner per avere l’assegnazione e comunque evitare che il porto passasse a privati, cordate fasulle o peggio alla ‘ndrangheta. Il soggetto credibile, solvibile e competente e’ stato individuato in Italia Navigando, costituendo la società Porto delle Grazie il cui capiltale era il 51% di Italia Navigando, il 20% del comune di Roccella, il 24% a un privato e il 5% a un altro privato. Dopo le proposte di acquisizione della gestione giunte da presunte cordate private e il relativo contenzioso, Il Consiglio di Stato ha stabilito che la concessione demaniale marittima andava concessa a Italia Navigando mentre l’altra cordata concorrente non doveva nemmeno esser ammessa alla selezione.
Il Comune ha poi ottenuto 5 milioni di euro di fondi regionali per ammodernare la struttura e far avviare la gestione iniziata il 6 maggio 2014 attraverso Porto delle grazie Srl».
«Quale scenario – si è chiesto il sindaco – si pone ora? Porto delle grazie ha personalità giuridica e durerà finché i soci vorranno ed è una società viva e vegeta, anche la società Invitalia non può mettere in vendita più del 31% delle quote come recita una precisa clausola contrattuale visto che il 51% deve rimanere sempre la proprietà pubblica. La trattativa di cessione non può avvenire in termini privatistici e dei prezzi di mercato ma va tenuto in considerazione il soggetto pubblico coinvolto e il ruolo svolto dal Comune che ha tenuto un ruolo gestionale ad interim nei dieci anni precedenti».
Dopo che l’assessore Falcone ha dato lettura del testo della mozione sottoposta all’approvazione dell’Aula, in cui si delega il sindaco a trattare con Invitalia, mantendo la maggioranza pubblica delle quote di Porto delle Grazie Srl, dai banchi dell’opposizione è intervenuta la consigliera Patrizia Surace, che ha detto che «Tutti sapevano, fin dal 2005, che Italia navigando non navigava in buone acque. Tutti sapevano che le società di gestione dei porti nelle quali Italia navigando deteneva quote erano in forte perdita. Tutte, compresa la Porto delle Grazie Srl. Qualcuno dirà – ha proseguito – che la nostra società non era attiva. Sbagliato. I dati di bilancio ci diranno che anche la Porto delle Grazie Srl, a fine anno, chiuderà in passivo. E lo stato di passività, anzi di forti perdite, si prolungherà, purtroppo, ancora per molti e molti anni».
La Surace ha proseguito dicendo che «La convenzione stipulata nel 2002 non faceva nessun riferimento alla natura della futura società; non si ponevano limitazioni al trasferimento delle quote e non vi erano clausole di natura pubblicistica sul futuro della compagine societaria».
«Avete sottoscritto – ha detto ancora la consigliera di opposizione- una convenzione che andava nella direzione diametralmente opposta a quella a cui volete indirizzare oggi il nostro Comune», aggiungendo che «affinché si realizzi il disposto dell’articolo 2 comma 7 è necessario, indispensabile, imprescindibile, che esistano congiuntamente il Comune di Roccella Jonica e la società Italia Navigando SpA. Venendo meno una di queste figure, Italia navigando, appunto, decade il disposto dell’articolo 2 comma 7, restando le quote a disposizione di chi ne farà richiesta, con la pregiudiziale del diritto di prelazione da parte degli attuali soci. Il Comune, dunque, non è obbligato ad esercitare tale diritto e la scelta di acquisire le quote del 31% è solo una scelta politica che noi non condividiamo».
A questo punto, il gruppo di opposizione, per bocca della consigliera Surace, ha proposto di «Mantenere una condizione pubblicistica della società mediante un azionariato diffuso che veda coinvolti i Comuni della Locride, affinchè il Porto delle Grazie diventi veramente la porta della Locride». «In questo modo – ha ribadito l’opposizione- si condividerebbero i rischi con più soggetti, si manterrebbe l’aspetto pubblico della società e si darebbe vita ad un’azione di rilancio del territorio locrideo», chiedendo ulteriormente un approfondimento della discussione.
L’assessore Vittorio Zito ha replicato dicendo che «Il Consiglio ha discusso sette volte del tema negli ultimi 12 anni di cui sei in sessione urgente. Tutte le delibere sono state approvate all’unanimità», accusando l’opposizione di non voler decidere su una questione così importante e aggiungendo che «Italia Navigando non è fallita. Ha solo ceduto le quote della Porto delle Grazie che opera dallo scorso 9 maggio con propri dipendenti e un proprio amministratore, con numeri che sono tutt’altro che fallimentari: sono stati occupati 202 contratti annuali e 99 semestrali sui 400. Disponibili 2077 presenze e sbarcati 3409 dipartisti con 5 mega yacht. Tutto ciò senza una sola azione di marketing e senza che tutti i servizi siano attivi», aprendo, poi, alla compartecipazione di altri comuni anche se in un secondo momento, «solo dopo, cioè, che il Comune abbia acquisito a un prezzo simbolico le quote dismesse da Italia navigando e senza oneri aggiuntivi da parte dei cittadini, perché le somme necessarie per fare i necessari investimenti verrebbero coperte con fondi comunitari».
Dall’opposizione, la consigliera Riitano ha ribadito che «L’obbligatorietà della maggioranza pubblica nella Porto delle Grazie Srl non è scritta da nessuna parte e noi continuiamo a votare contro la vostra proposta di mozione, chiedendo, invece, di acquisire la proposta letta dalla consigliera Surace».
A questo punto, le parti hanno iniziato a smussare gli angoli e a cercare una sintesi unitaria.
In particolare, Zito ha detto che «Possiamo votare la mozione impegnando il sindaco a discutere in una prossima seduta consiliare l’allargamento della base societaria agli altri comuni».
Su proposta della minoranza la seduta viene sospesa per cinque minuti.
Alla ripresa dei lavori, la capogruppo di opposizione Riitano ha detto che «Proponiamo la stesura di un documento in cui il sindaco chieda di mantenere la maggioranza pubblica della società ma per evitare rischi economici, subordinare contestualmente l’acquisizione di una parte delle quote da parte di altri enti».
Secca la replica del sindaco Certomà: «La proposta della minoranza – ha detto – è contraddittoria. Operazioni rischiose non se ne sono mai fatte e non se ne faranno. Non siamo scialacquatori. Se mettiamo questa clausola sembra che ci mettiamo con il cappello in mano con gli altri Comuni perché da solo non ce la facciamo. Italia Navigando cede non perché è fallita ma perché la sua mission è stata compiuta. La vostra clausola – ha detto rivolgendosi all’opposizione- sottende a una ratio sbagliata e la necessità di mantenere la prevalenza della parte pubblica nella Porto delle Grazie Srl si evince dalla sentenza del Consiglio di Stato che ho citato in precedenza».
E se la Riitano ha spiegato che «Gli altri enti pubblici da coinvolgere nella società possono essere non solo i Comuni, ma anche la Provincia e la Regione», Zito ha provato l’ultima mediazione: «Formulo – ha detto – la proposta aggiuntiva inserendo la clausola che impegna il sindaco e la giunta ad avviare il percorso anche ad altri Enti con la salvaguardia del mantenimento della governance al comune di Roccella».
Non è bastato, e la proposta è passata coi soli voti della maggioranza.