di Gianluca Albanese
“Amo la Calabria come una figlia ama sua madre, e ringrazio mille volte il presidente Oliverio per avermi dato la possibilità di spendermi per i miei conterranei”.
E’ una scelta stilisticamente opposta a quella di Oliverio quella operata da Federica Roccisano nel corso della conferenza stampa convocata per questa mattina in un hotel lametino e seguita da centinaia di utenti nella diretta facebook.
Rimane in piedi per tutta la durata della conferenza, l’ex assessora al Lavoro e al Welfare. Rivendica i due anni “Di collaborazione leale e totale – ha detto – con la Giunta per realizzare il progetto politico che avevamo in mente, specie nei settori di formazione professionale e welfare. L’ho fatto senza avere padrini politici e senza nulla chiedere alla politica: tre anni fa facevo un lavoro bellissimo come project manager e fui contattata senza che me lo potessi aspettare”.
Nel corso della conferenza stampa, la Roccisano ha aggiunto che “Ho sempre privilegiato i metodi del dialogo e della condivisione con la società civile, che rimane la mia principale interlocutrice, senza essere mai stata a disposizione di alcuna leadership politica, segnalando per iscritto tutte quelle criticità che secondo me andavano corrette per far funzionare la macchina amministrativa calabrese in settori così delicati. Oggi Oliverio, che quando lo feci mi rimproverò, scrive contro la burocrazia, quando gli stessi alti burocrati furono i suoi accompagnatori nei momenti in cui si discutevano questioni di competenza del mio assessorato. Pazienza. Ho sempre lavorato pur subendo il mobbing all’interno del dipartimento e l’isolamento politico all’interno del Pd del mio territorio”.
Due i “consigli” dati al Presidente Oliverio: “Si circondi di persone leali e non di falsi rassicuranti che dicono che è tutto a posto quando non lo è. Ricordarsi sempre che chi è al governo deve avere la responsabilità di correggere ciò che non va bene”.
Quindi, l’affondo: “Qualcuno pensava che fossi stata una bottiglia da spostare a piacimento: e questo non lo sarò mai, così come non accettai di indossare la maglietta della vittima quando due anni fa mi bruciarono la macchina sotto casa. I fatti dimostrano che non ho mai chiesto protezioni politiche, nemmeno ai vertici regionali del mio partito, che è e continuerà a essere il Pd: lo stesso Magorno, mi disse che era ignaro di tutto. Non ho mai lanciato SOS politici e sono sempre stata distante dai caminetti della politica calabrese, nei quali i vertici reggini del partito – a precisa domanda indica il capogruppo in consiglio regionale Sebi Romeo – chiesero di rimuovermi sei mesi dopo il mio insediamento”.