di Maria Antonella Gozzi
SIDERNO – «Perché s’insegna alla donna come difendersi dalla violenza e non si spende una parola per educare l’uomo a non usare violenza contro la donna?»; è questa la prima domanda a Beatrice Brignone, deputata del Gruppo Misto “Alternativa Possibile” e componente della XII Commissione Affari Sociali, rivolta da un’alunna dell’I.T.C. “G. Marconi” di Siderno nel corso del convegno organizzato dal Comitato Territoriale di Possibile “Costa dei Gelsomini” nei locali della scuola sidernese. «Un interrogativo d’indubbia valenza, in un panorama caratterizzato ancora da molte incertezze e da lacune normative che ostacolano la ricerca di soluzioni e di risposte alle istanze di giustizia delle vittime e delle loro famiglie» spiega la Brignone, la quale è dell’avviso che il primo passo da compiere sia quello di demonizzare il messaggio che dipinge la donna come “colpevole” della violenza subìta.
Ed è con questo intento che “Possibile” ha deciso di presentare una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione Parlamentare d’indirizzo, vigilanza e controllo sul contrasto alla violenza di genere e per la libertà e la tutela dei diritti delle donne vittime di maltrattamenti e stalking.
L’incontro, che ha introdotto un dibattito proficuo con gli alunni delle classi IV^ e V^ dell’Istituto Tecnico Commerciale, è stato aperto dai saluti e dai ringraziamenti di Amedeo Macrì, insegnante di diritto che, nel ricordare la giovane Angela Battaglia, vittima superstite della violenza perpetratale dal fidanzato qualche mese fa a Bianco, suo paese natale, invita i suoi alunni alla riflessione: «Bisogna alimentare il ripudio contro la violenza e l’imbarbarimento, ormai dilagante in ogni settore sociale e – aggiunge – non sono situazioni molto lontane dal nostro territorio e dalle nostre famiglie».
La Brignone spiega come l’idea di istituire una Commissione per la difesa della donna sia nata, in verità, dopo avere consultato i vari centri di ascolto e di antiviolenza sparsi in maniera capillare per tutto il territorio italiano e dopo aver compreso, in particolar modo, che la violenza fisica sulla donna rappresenta solo la punta dell’iceberg di un disagio più sottile e pericoloso: quello che nasce e si sviluppa in seno alle cultura dello stereotipo, che vuole la donna relegata ad un ruolo di sottomissione all’uomo, fin dalla tenerissima età.
Più precisamente la Commissione avrebbe il compito di analizzare, le attività e il funzionamento dei Centri Antiviolenza, dei Servizi Sociali preposti alla tutela delle donne vittime di violenza, delle Associazioni, degli Istituti e degli Enti protetti cui sono affidati donne con figli minori. Scopo della Commissione è, inoltre, quello di individuare le lacune legislative che non permettono di far fronte al fenomeno dilagante della violenza. «Ed è la mancanza di un Ministro per le Pari Opportunità e di un Segretario con delega alle politiche di genere – precisa la deputata – che rendono di fatto urgente l’istituzione di una Commissione ad hoc».
La Commissione dovrebbe lavorare soprattutto sulla prevenzione del fenomeno della violenza, creando una rete capillare ed efficiente tra le istituzioni e i soggetti preposti territorialmente a raccogliere le istanze di aiuto provenienti dalle vittime. «L’idea – spiega la deputata – è quella di istituire un osservatorio con l’obiettivo di monitorare le istituzioni stesse al fine di vagliarne idoneità strutturale e competenze».
La Brignone lascia intendere che la tutela della donna vittima di violenza non inizia e si consuma all’atto della denuncia, ma continua e si sviluppa lungo tutto il percorso, a volte molto lungo, di recupero della propria lesa dignità. E non manca il sostegno alle famiglie delle vittime, impotenti di fronte ad un dolore che reclama una giustizia ancora troppo poco incisiva, insieme a un programma di rieducazione degli autori della violenza.
E l’incertezza della pena e la paura che il proprio aggressore possa continuare a far del male, unitamente al desiderio di capire come mai si arrivi alla violenza davanti ad un rifiuto, agita proprio il giovanissimo uditorio presente che si lascia andare, dopo una leggera titubanza, a domande e commenti liberatori, in cerca di spiegazioni e più certezze per il futuro.
Presente all’incontro anche la Responsabile dello Sportello Legale Antiviolenza del Comune di Siderno, avvocato Caterina Origlia, che illustra l’attività svolta sul territorio al fine di prevenire e tutelare i fenomeni di violenza di genere, da quella fisica a quella psicologica (c.d. stalking) e invita i giovani dell’istituto tecnico commerciale a segnalare la conoscenza di situazioni di pericolo ed episodi di violenza, rassicurandoli sul rispetto della privacy e dell’anonimato.
A chiudere l’intenso dibattito un altrettanto acuto intervento di Silvio Frascà, coordinatore del Comitato territoriale di Possibile “Costa dei Gelsomini” che, rivolgendosi ai ragazzi, li definisce la “parte migliore della società”, i soli in grado di mandare a casa la politica che strumentalizza e non persegue il bene comune; li invita a ragionare anche sulla necessità di recupero del rispetto per la persona e non solo per l’uomo o la donna.