di Redazione
SIDERNO – Meno sei. Mancano circa 144 ore alla manifestazione denominata “Siderno salvati”, indetta dall’amministrazione comunale di Siderno e da numerose associazioni, per chiedere la bonifica dell’ex fabbrica BP, sita nella zona industriale di Siderno, e il dibattito cittadino impazza. In strada e, come sempre, nei social network.
Mentre si continua a chiedere la massima partecipazione dei cittadini (non solo sidernesi) alla manifestazione programmata per le ore 11 di sabato 8 luglio in piazza Vittorio Veneto (di fronte al palazzo municipale) per poi sfilare fino a piazza Portosalvo, e con le adesioni che fioccano anche da fuori il territorio cittadino, l’ex amministratore unico della fabbrica chimica posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria nel 1994, Pino Scarfò, con una lunga nota inviata agli organi di stampa, compie alcune puntualizzazioni.
«Dalla verifica – ha scritto Scarfò – effettuata dal Tribunale di Locri e dalla documentazione relativa alla ennesima verifica avvenuta diversi anni fa su iniziativa del Tribunale, è risultato che, presso l’area industriale in questione, erano esistenti 200 fusti di materie prime e prodotti intermedi di natura organica.
Si trattava di materie prime dell’Industria sequestrata che, se maneggiate nel modo corretto, non costituivano alcun pericolo né lo hanno costituito durante i trent’anni trascorsi in stato di abbandono.
Le 900 tonnellate di rifiuti riferite dal Sindaco Fuda forse sono verosimilmente frutto di una svista: il Sindaco, non essendo pratico di tali impianti, ha probabilmente confuso gli apparecchi di acciaio inox e l’acciaio delle strutture con i rifiuti chimici».
Scarfò, che rivendica con orgoglio «di aver prodotto a Siderno tante tonnellate di una sostanza , la seconda produzione al mondo, del principio attivo che per primo ha permesso la guarigione dell’ulcera gastrica senza ricorrere all’intervento chirurgico: la “CIMETlDINA”», conclude la sua nota con una riflessione: «la vicenda della “LABORATORIO BP” ed il dibattito che si è andato sviluppando su di essa, con l’invito alla mobilitazione dei cittadini sidernesi per il prossimo 8 luglio, non diventi un alibi per negare a Siderno un suo futuro sviluppo produttivo del quale Siderno fu, in altri tempi, un invidiato modello e dal quale, va detto con orgoglio, per lunghi anni il Paese trasse lavoro ed occupazione per i suoi cittadini».
Dunque, secondo l’ex proprietario, ci sarebbero 200 tonnellate contenute nei fusti (da diverse fonti d’informazione ritenute potenzialmente dannose per la salute) e non 900.
Fatto sta che fino all’anno scorso, furono in pochi a sollevare la questione relativa alla permanenza di queste sostanze nella zona industriale di Siderno: il partito dei Verdi (allora rappresentato ai vertici provinciali dal sidernese Sasà Albanese), e alcuni cittadini particolarmente sensibili al tema della tutela dell’ambiente, come Damocle Argirò e i fratelli Enzo e Pino Ieraci.
Oggi, che invece la questione è tornata prepotentemente di dominio pubblico, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale e di tutto il civico consesso, è lo stesso Sasà Albanese a preannunciare una massiccia campagna di informazione sulla tematica, iniziando col ricordare che «Il sei luglio del 2005 si tenne in prefettura la conferenza dei servizi convocata sulla drammatica situazione creatasi dopo l’incendio delle sostanze chimiche che da anni giacciono incontrollate nell’ex fabbrica chimica Bp di Siderno. Tra la preoccupazione generale per questa bomba ecologica – prosegue Albanese – tutti convennero sulla necessità di procedere alla bonifica dell’area. Anche l’allora commissario governativo per l’emergenza ambientale Bagnato, che indiceva la gara con procedura d’urgenza. Purtroppo la gara risultò nulla, per vizi nell’offerta proposta dalla sola ditta partecipante, tra le tante invitate. Allora, eravamo nel 2005, come associazione dei Verdi, invitammo il commissario straordinario ad assumere, con responsabilità, iniziative urgenti, tese a disinnescare quella pericolosa bomba chimica».
Dopo un parziale intervento di bonifica, la questione non venne più affrontata a livello istituzionale.
Oggi, se ne ritorna a parlare, ed è stata indetta questa manifestazione popolare, che richiama alla memoria quella storica dei primi anni ’80, con la marcia cittadina del comitato ecologico Pantanizzi.