di Riccardo Cristiano*
C’è qualcosa da dire sul nostro domani? C’è da dire che si avverte il bisogno di alcuni valori che nella loro complessa e lunga storia i socialisti hanno incarnato e difeso, ora facendo benissimo altre facendo male, come capita agli uomini. Ma quei valori oggi meritano di essere ricompresi per pensare a un domani migliore per tutti.
La globalizzazione reale, nonostante all’inizio abbia portato milioni di esseri umani fuori dalla povertà e creato un nuovo sistema di comunicazione globale, è fallita per la sua pretesa omologatrice e ci ha portato ai nazionalismi malati, che la sostituirebbero con la loro ricetta peggiore, l’etnonazionalismo che ci omologa nella presunzione di un assoluto scontro di civiltà. In questo bipolarismo tra due opposti estremismi solo una terza via ci salverà, quella del pluralismo dell’incontro o dialogo tra civiltà.
Per questo la storia di cui qui parliamo appartiene al nostro futuro, non al nostro passato. Ma se la questione ha un senso ed è chiara, è anche evidente che occorre liberarsi dal giogo del passato. Non interessa a nessuno ridare un ruolo a chi in tempi lontani è stato nel PSI, interessa tutti capire che oggi c’è il bisogno di porre in termini tutti nuovi la questione che unisce le questioni del lavoro, del meridione, della legalità, della giustizia riparativa e non più retributiva, del Mediterraneo come spazio interculturale e politico, del diritto alla mobilità in questo spazio unico e plurale, dell’ambiente come priorità per la sopravvivenza umana.
Prendere atto di questo vuol dire per me non fare di una questione politica una questione di gruppo o personale. I socialisti a differenza di altri non hanno avuto il paracadute. E’ doveroso dirlo ma è anche doveroso prendere atto che non poteva non essere così. Se lo avessero avuto non sarebbero stati capro espiatorio.
La questione allora non è guardare indietro, ma guardare avanti, non chiedere spazi ma avviare processi.Io credo che riconoscere gli errori, gli sbagli che hanno segnato la nostra storia come tante altre storie sia importante oggi per distinguersi da chi commette nuovi errori negando quelli del passato. E’ il meccanismo inverso. Il socialismo invece è una scelta anche personale, che parte dall’onestà.
Onestà sul passato, onestà sul futuro.
Dunque, ripeto, per me non conta occupare spazi, ma avviare processi. Con la forza della sincerità e delle visioni. Gli errori fanno parte della storia di chi fa, e della storia di chi vuole cambiare. Questo punto di partenza dovrebbe portare a individuare nella “ fratellanza ambientale “ la chiave di svolta per domani. Il nostro ambiente è il Mediterraneo; un ambiente in termini di spazio, di ecosistemi, di processi culturali basati sull’incontro. Il Mediterraneo è incontro.
Questa dovrebbe essere la nuova bussola nel Terzo Millennio. Di qui, da una prospettiva di fratellanza ambientale il nostro ambientalismo indicherebbe il nuovo socialismo nella fratellanza mediterranea, che unisce ebrei, cristiani, musulmani e figli dei lumi nella costruzione dell’incontro per vivere insieme, non contro. Non ci sarà senza una soggetto euro mediterraneo. Dovremmo e potremmo ripartire chiedendo di rispettare fedi e culture mediterranee per unirci in un progetto che tuteli i popoli e non i despoti, che unisca gli ecosistemi mediterranei e non i gasdotti, che rilanci la diversità come base della fratellanza e della libertà di essere uguali perché diversi.
Questo progetto potrebbe partire da una leva, uno strumento, un impegno di federalismo mediterraneo, sul quale convogliare gli sforzi di tutti i soggetti interessati. Questo è un piccolo contributo in amicizia, perché il sol dell’avvenire sta avanti, non dietro. Ma per guardare avanti occorre il coraggio di non vivere di rancori, occorre la forza di ammettere le debolezze, che solo i bugiardi non hanno, e di rivendicare con forza che pluralismo è forza, identitarismo è debolezza. Quindi la mia idea è di tornare alle vere origini di questa visione, tornare a Giustizia e Libertà, per parlare del futuro che vorremmo.
Sì, ripartiamo da Giustizia e Libertà.
*: Giornalista vaticanista
NOTE BIOGRAFICHE:
Riccardo Cristiano. Socialista della prima ora, è stato Vice Segretario Nazionale della Federazione Giovanile Socialista, dal 1975 al 1978.A lungo giornalista Rai, inviato in Medio Oriente dal 1990 al 2000, è diventato in occasione del Giubileo del 2000, Coordinatore dell’informazione religiosa del Gr Rai fino al 2017.Nel 2010 è divenuto coordinatore dell’informazione religiosa di Radio Rai e pochi anni dopo ha fondato l’associazione «Giornalisti amici di padre Dall’Oglio» per tenere alta l’attenzione sul sequestro in Siria del noto religioso.Attualmente collabora con Vatican Insider, Reset, Formiche, «Limes, Jesus e Globalist.Ha pubblicato diversi volumi sul dialogo interreligioso, su papa Francesco e sul Medio Oriente contemporaneo.