di Redazione
SIDERNO- Il Comune di Caraffa del Bianco è un esempio da seguire, un modello di ispirazione per tutti i comuni della provincia in tema di tutela diritti dei disabili.
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L’amministrazione, guidata dal sindaco Stefano Umberto Marrapodi, ha trovato, infatti, il modo (evidentemente tagliando i patrocini per sagre, luminarie e celebrazioni varie), non solo di garantire i diritti all’assistenza educativa dei due bambini diversamente abili cittadini di Caraffa, ma di assicurare la continuità del servizio mediante la stipula di contratti a tempo determinato (per tutta la durata dell’anno scolastico) con educatori professionali scelti, in base ai curricula, di concerto con l’ Istituto Comprensivo e l’unità multidisciplinare dell’ASP. Una formula che consente, peraltro, di evitare reiterati avvicendamenti, non certo proficui sotto il profilo psicologico e didattico.
Tutto ciò è emerso nel corso di un convegno che si è tenuto qualche settimana fa a Galatro, organizzato dall’ADDA, l’associazione per i diritti dei bambini diversamente abili, con la partecipazione di numerose personalità e impreziosito dalla presenza dell’onorevole Laura Coccia, il cui racconto della personale vicenda di disabile che ha vinto la disabilità ha emozionato tutti.
In quella occasione si è discusso soprattutto delle difficoltà dei Comuni a sostenere un livello di spese adeguato a garantire i diritti di questi bambini, costituzionalmente tutelati. Da parte di tutti si è riconosciuto che in tempi di patto di stabilità le difficoltà sono oggettive, non immaginarie. Sarà anche vero, ma è altresì indubbio che la destinazione delle risorse (per quanto assottigliate) è in primo luogo un problema di volontà politica. Lo dimostra il caso di Caraffa del Bianco, il piccolo centro sullo Ionio la cui amministrazione è guidata dal sindaco Stefano Umberto Marrapodi. Non c’è che dire: una soluzione ottimale quella di Caraffa del Bianco che l’associazione ADDA ha deciso di proporre a tutti gli altri Comuni della Provincia, monitorandone il bilancio per verificare se i diritti dei bambini diversamente abili sono davvero una priorità. “E’ giunto il momento, ha detto Vito Crea, di uscire dalla retorica e di passare ai fatti: gli amministratori comunali debbono assumersi le loro responsabilità”.