R. & P.
di Domenico Gattuso,
Ordinario di Ingegneria dei Trasporti, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Coordinatore di Altra Calabria
Il 10 luglio scorso Oliverio e i suoi tecnici di fiducia hanno presentato a Cosenza, in occasione dell’ultima seduta del Comitato di sorveglianza POR Calabria FESR FSE 2014/2020, lo stato di avanzamento del Programma relativo ai fondi UE.
I toni trionfalistici del Governatore della Regione appaiono purtroppo fuori luogo. Non si capisce, purtroppo, se sia consapevole della gravità della situazione o meno. D’altra parte i rappresentanti della Commissione europea hanno espresso giudizi cauti e di attesa. Si propone un quadro sintetico dello stato reale delle cose:
- La dotazione calabrese è di 2.379 Milioni di euro;
- Le procedure attivate, secondo Paola Rizzo, responsabile dell’Autorità di Gestione regionale, ammontano all’83 % (1,9 Miliardi di euro) della dotazione complessiva, mentre la previsione di spesa del POR entro il 31 dicembre 2018 equivale a 443 milioni di euro;
- Sul sito ufficiale della Regione (CalabriaEuropa) si rileva in realtà un valore più basso (65%; 1,5 Miliardi);
- Lo stato di attuazione ad oggi ammonta a soli 80 Milioni di euro; per cui appare alquanto difficile ipotizzare il raggiungimento degli obiettivi a fine anno (mancano all’appello ben 363 Milioni e siamo ad appena 6 mesi dalla scadenza);
- Il rischio di disimpegno di somme rilevanti appare dunque molto alto.
Si propone qui qualche riflessione relativa alla programmazione dei fondi UE nel campo dei trasporti, per evidenziare come la situazione sia tutt’altro che rosea.
Gli impegni di spesa FESR della Regione sono articolati su due assi:
Asse 4. Efficienza energetica e mobilità sostenibile (dotazione di 469 Milioni);
Asse 7. Sviluppo mobilità sostenibile (dotazione di 178 Milioni).
Con riferimento al primo asse, sarebbero state attivate misure per 399 Milioni di euro; escludendo 100 Milioni per obiettivi “energetici”, emerge che l’impegno nel campo dei trasporti ammonta a 299 Milioni; essi corrispondono ai costi di due grandi progetti: la tranvia di Cosenza (157 Milioni) e il Pendolo ferroviario a scartamento ridotto di Catanzaro (142 Milioni). Da notare come in questo contesto manchi all’appello il progetto del sistema di trasporto pubblico di Reggio Calabria (l’attuale amministrazione Falcomatà, compresa quella della Città Metropolitana, appare sempre marginale rispetto alle politiche di governo regionale). Ma ciò che merita di essere rilevato è che le opere, anche se viene dichiarato siano in stato di attuazione, sono praticamente ferme. E difficilmente saranno realizzate nei tempi previsti, in rapporto ad esperienze consolidate. A mio avviso si tratta peraltro di progetti sostanzialmente sbagliati (in termini tecnico-finanziari) e non ancorati alla reale domanda di mobilità; progetti che porteranno sofferenza alle due aree urbane nei prossimi anni sia in fase realizzativa che sulla dimensione della gestione economica. Purtroppo il Governatore non ha voluto neppure considerare l’eventualità di soluzioni tecniche alternative prospettate da tecnici qualificati. Forte del sostegno politico di “avversari amici” come i sindaci di Cosenza, Rende e Catanzaro, dell’interesse probabile di alcune lobby, e dell’incipit tecnico di funzionari impreparati in materia di trasporti pubblici, mantiene cocciutamente la barra diritta verso il baratro.
Sull’asse 7 si contano tra le opere finanziate: interventi sui porti per 21 Milioni, la elettrificazione della linea FC Rogliano-Cosenza per 11 milioni (fondi che potevano essere destinati a ben altra tipologia di intervento di cui le Ferrovie Calabre hanno bisogno), 81 milioni per l’acquisto di treni e tram (a tutt’oggi non vi però è traccia alcuna di bandi di acquisto treni richiesto con forza da tante associazioni negli anni scorsi, in particolare per la linea ionica). E, poi, ancora la strada Gallico-Gambarie, per 65 Milioni, che non può essere certo annoverata tra misure di mobilità sostenibile; ma tant’è; forse la logica era quella di dare un contentino ai reggini addormentati. Nell’insieme robetta di poco conto in rapporto ad altri importanti contesti.
Basti pensare, a titolo indicativo, che:
- la A3 Salerno-Reggio è lungi dall’essere completata (mancano 70 km all’appello e ci sono continui lavori di manutenzione che non dovrebbero essere in una strada nuova);
- il sistema aeroportuale regionale rischia di ridursi al solo nodo di Lamezia (per gli aeroporti di Crotone e dello Stretto il Governatore gioca una partita a perdere, con un management servile e di basso profilo, e nel silenzio perdurante della politica nazionale, regionale e metropolitana reggina);
- il porto di Gioia Tauro rimane senza guida (la mancata nomina del Presidente dell’autorità portuale non pare preoccupare il nostro Governatore);
- nell’Alto Jonio cosentino sta facendo di tutto per realizzare un tratto di 40 km di strada a scorrimento veloce, una terza SS 106 parallela alle due esistenti, al costo stratosferico di 33 Milioni di euro a km (totale 1,2 Miliardi), il doppio del costo unitario di 1 km dell’autostrada A3, fingendo di non capire che le tratte più pericolose e quindi necessariamente prioritarie della SS 106 sono altre;
- 3 anni orsono è stato commissionato uno studio di fattibilità (ben 430 mila euro) per velocizzare la linea FC Catanzaro-Cosenza; doveva essere un percorso progettuale di 6 mesi. Il progetto e l’esito non sono mai stati presentati. I sindaci del Savuto e del Reventino dormono, quelli di Cosenza e Catanzaro cono complici.
Ho l’impressione che il Governatore sia un po’ strabico e abbia a cuore solo alcune aree del territorio calabrese; basterebbe calcolare l’ammontare degli investimenti per provincia per rendersene conto.
Ma vorrei chiudere con la vicenda del People Mover di Lamezia Terme. Il progetto presentato a Cosenza dal solito ingegnere di servizio oliveriano, è tutt’altro che un People Mover. Si è giunti a chiamare metropolitana una tranvia o una ferrovia a scartamento ridotto nel silenzio generale, ora siamo all’innovazione del secolo: il People Mover con autobus elettrici per connettere la stazione di Lamezia con l’aeroporto. Un People Mover dovrebbe essere un sistema di trasporto di elevate prestazioni, in sede protetta, a guida automatica, comodo e veloce, di medio –alta capacità di trasporto. Ma a Lamezia hanno stimato una domanda di appena 116 utenti/giorno e quindi serviva un People Mover su misura, appunto una linea di autobus. Ma che bisogno c’era di chiamarlo People Mover? Quel che preoccupa è la cifra preventivata: ben 25 Milioni di Euro. Come dire: facciamo una villa holliwoodiana, ma poi costruiamo una baracca di lamiera al prezzo della villa. I conti non tornano proprio, perlomeno per la comunità calabrese. Oliverio potrebbe entrare nella storia internazionale, facendo sorridere il mondo, per l’originale e costosissimo “People Bus Mover”.