di Antonio Baldari
STILO – “Sebbene mi pesi dover tornare a rispondere al Presidente del Consiglio, si rende necessario puntualizzare, ancora una volta, quanto divulgato ai cittadini a mezzo stampa, nessuna polemica ma rispetto della verità e dell’informazione, per il resto, si esprimerà l’Autorità Giudiziaria…”; diviene sempre più serrato il duello oltremodo rusticano tra il sindaco di Stilo, Giancarlo Miriello, e la presidente della massima assemblea civica della “Città del Sole”, Romina Leotta: il primo cittadino interviene a stretto giro di posta all’indomani delle dichiarazioni rese dall’esponente della sua stessa maggioranza, oramai in aperta rottura, sottolineando intanto “La signora Leotta non vuole commentare le dichiarazioni del primo cittadino ma non si esime dall’attaccarlo per aver criticato in maniera aperta e trasparente le scelte da lei operate in seno al Consiglio – dice il primo inquilino di via Roma – affermare che io usi sempre due argomenti, ossia, l’assenza della consigliera in Comune e l’esito favorevole della verifica da parte della Commissione d’accesso, “per distogliere l’attenzione dai problemi che si ripercuotono sulla collettività” non costituisce certo giustificazione per la rimproverata assenza della Leotta, mentre costituisce attribuzione di una condotta infida e meschina che, almeno a me, non appartiene”.
E fin qui è la tirata di fioretto da parte del presidente del governo stilese salvo poi affondare con la sciabola nel momento in cui egli sostiene senza mezzi termini, e con dovizia di particolari, che “La Leotta ha spiegato le ragioni del suo voto contrario al bilancio di previsione, espresso in seno al Consiglio del 30 luglio 2015, premettendo di non essere mai stata convocata per discuterlo con gli altri. Falso! – riprende Miriello – in data 23 luglio 2015 la vicesindaco, Maria Tropeano, ha inoltrato a tutti i consiglieri di maggioranza, compresa la Leotta, un messaggio avente il seguente testo: “sabato ore 18,30 riunione di preconsiglio, se ci sono problemi fatemi sapere”, ed ancora, in data 27 luglio 2015, alle ore 19,00 un altro: “riunione di maggioranza: comunicazioni urgenti del sindaco”. Inutile dire che la presidente del Consiglio non ha partecipato né al primo né al secondo incontro. Il vittimismo della Leotta non commuove nessuno – prosegue – per quel che concerne il merito dell’espressa contrarietà, proprio in quanto “punto nodale dell’azione amministrativa”, il bilancio di previsione deve raccogliere l’accordo nella maggioranza e stimolare proposte concrete, non la divisione. La Leotta ha motivato la propria condotta sulla scorta del debito iscritto fuori bilancio “frutto di un danno erariale in quanto è stato generato dal comportamento omissivo di un dipendente comunale”. E fin qui non vi è nulla da rimproverare al Comune, posto che, come ricordato dalla stessa Leotta, “a carico del dipendente è stato avviato un procedimento disciplinare” e sono stati trasmessi “gli atti al Procuratore Regionale della Corte dei Conti per l’accertamento delle responsabilità” con “riserva di rivalsa da parte del Comune”, di talché, nessuno sconto è stato concesso al dipendente”.
Ma la parte preponderante dell’intervento di Miriello è riservato ad un altro, delicatissimo, passaggio, nel momento in cui vengono coinvolti i cittadini di Stilo, ed al proposito Miriello non le manda proprio a dire alla Leotta asserendo che “Ciò che invece costituisce mistificazione grave ed inaccettabile è aver sostenuto che tale debito graverà sui cittadini attraverso l’aumento della TARI.
Ancora falso! La tassa citata è stata determinata con provvedimento del Dipartimento 10^ Ambiente e Territorio della Regione Calabria e non già a fronte del debito fuori bilancio che il Comune ha dovuto approvare, che non equivale ad abbuonare – incalza il sindaco di Stilo – l’invito alle dimissioni o la proposta di sfiducia non sono iniziative volte ad intralciare la “difesa degli interessi del Comune”, che principalmente stanno a cuore al sottoscritto, bensì sono richiesta di coerenza, valore indispensabile per la buona amministrazione. Infine – epiloga Giancarlo Miriello – restituisco il consiglio alla Leotta, invitandola a dosare meglio le proprie parole, come io faccio con le mie, non potendo certo mettere il bavaglio alle persone a me vicine, più o meno care che siano, libere di esercitare il diritto di critica e di commentare le sue esternazioni, che di certo, non fanno onore nemmeno a lei”.