di Antonella Scabellone
LOCRI-Una sentenza esemplare, in materia di stalking, quella pronunciata lo scorso 4 luglio dal GIP presso Tribunale penale di Locri. Un uomo, accusato di atti persecutori (art 612 bis c.p.) e violenza privata (610 c.p.)nei confronti dell’ex partner, è stato condannato a tre anni di reclusione, oltre a un risarcimento danni pari a € 20.000.00 in favore della vittima costituitasi parte civile.
Tutto inizia in un paese della Locride nel 2012, da una relazione sentimentale oramai finita alla quale il giovane, che dalle condotte accertate è risultato stalker recidivo e socialmente pericoloso, non si rassegna, diventando un vero e proprio incubo per l’ex partner che molesta ovunque, incurante degli sguardi altrui, perseguitandola anche in luoghi affollati come uffici, supermercati, centri commerciali, fino ad irrompere presso il Commissariato e la locale stazione dei Carabinieri dove la vittima spesso si rifugia per cercare protezione.
La donna è oggetto di continui appostamenti, inseguimenti, telefonate, sms; costretta a cambiare lavoro e abitudini di vita, per ben tre volte cambia invano anche utenza telefonica, cerca aiuto su più fronti, sporge varie denunce, ma psicologicamente inizia a cedere ed entra in cura psichiatrica. A un certo punto, assistita dal suo legale, l’avv. Caterina Origlia, decide si scrivere al Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Locri, dott. Luigi D’Alessio per spiegare il suo dramma di donna e madre che teme per la propria incolumità e per quella dei propri figli e che, in preda alla disperazione, ha pensato anche a gesti estremi, pur di interrompere la spirale di violenza e paura in cui è precipitata.
Ad aggravare la situazione, la recidività dell’imputato che, già condannato nel 2017 dal Tribunale Penale di Locri per aver commesso lo stesso reato contro la stessa vittima, continua imperterrito nel suo intento criminale di distruggerne la dignità e di vendicarsi.
Lo stillicidio persecutorio si protrae con sempre maggiore accanimento fino a quando, nel febbraio 2018, la donna, nonostante fosse ormai annientata, trova il coraggio, aiutata dal proprio legale, di denunciare gli ennesimi atti persecutori, sempre più prevaricanti, intenzionata a riprendersi in qualche modo la propria vita e la propria dignità.
Gli episodi narrati dalla vittima, che trovano riscontro nelle indagini delle forze dell’ordine; le prove raccolte dalla stessa e offerte dalla sua difesa; l’arresto in flagranza di reato dello stalker, convincono il GIP, dott.Domenico di Croce, ad abbracciare la tesi accusatoria sostenuta dalla Pubblica accusa, rappresentata in giudizio dal P.M. dott.ssa Federica Riolino.
Soddisfatta per l’esito del giudizio, favorevole alla propria assistita, costituitasi parte civile, l’avv.Caterina Origlia, Responsabile dello Sportello Legale antiviolenza del Comune Siderno, che ha spiegato quanto delicato e intenso lavoro si nasconda dietro l’accertamento di questo tipo di reati, dal primo approccio con la vittima, sino alla fase conclusiva di ogni procedimento. “Reato di inaudita violenza psicologica-ha precisato il legale-che giuridicamente va valutato in tutti i suoi elementi, studiato nella dinamica e nelle varie sfaccettature, essendo variegato nei suoi contenuti ed aspetti a seconda dell’età dei soggetti coinvolti e del contesto socio- economico- in cui gli stessi vivono”.