di Redazione
Pietro Sergi da Natile Vecchio ha creduto talmente tanto nel progetto di “Futuro a Sinistra” da trascurare per un po’ i suoi affetti, la sua attività imprenditoriale e la sua militanza in quella Emilia Romagna che qualche lustro fa l’ha accolto come un figlio, inducendolo a tentare di fare politica attiva nella sua terra d’origine.
Dopo un anno di lavoro preparatorio massimale, Sergi (nella foto, scattata nel corso di una iniziativa tenuta la scorsa estate a Bovalino, proprio insieme a Fassina) manifesta pubblicamente la propria delusione scrivendo una lettera aperta al leader nazionale Stefano Fassina, che, indipendentemente da come la si possa pensare in politica, riteniamo che vada comunque letta attentamente, per i tanti, tantissimi Pietro Sergi sparsi in Italia, che credevano nella militanza politica e ora ci credono un po’ meno.
Questo è il testo integrale della lettera.
“Volevamo partire dai territori, ma li abbiamo trovati occupati. Caro Stefano, in sintesi, questo è ciò che è successo in questa entusiasmante e, fino a un certo punto, bellissima avventura di Futuro a Sinistra. Da luglio scorso ho iniziato a collaborare con te alla sua nascita, avendo il piacere di poter organizzare un’iniziativa a Bovalino dove sei intervenuto; nonostante tutto ciò che è successo dopo, ti ringrazio ancora.
Da lì il mio impegno è stato totale, mentre altri, in puro stile politico-calabrese, bussavano alle porte di qualsiasi cosa si muovesse a sinistra per sondare eventuali spazi, con la solita furbizia da mediocri che se li butti fuori dalla Politica finiranno per andare a dormire sotto i ponti, e organizzavano iniziative per le loro Associazioni. Poi è arrivata Futuro a Sinistra, che stava crescendo, e visto che gli altri non garantivano nulla, i gruppetti più o meno organizzati di vecchie cariatidi della Politica calabrese si riciclavano in vista della nascita di Sinistra Italiana.
Ho creduto, e credo ancora, in te, ma tu da novembre a giugno sei stato e sarai assente per via della campagna elettorale che con grandissimo impegno e generosità stai portando avanti da candidato sindaco della Capitale. Sono certo che otterrai un risultato con percentuali molto più alte di quelle accreditate a Sinistra Italiana. Mi dispiace essere additato come un “ambizioso”, perché l’unica differenza tra me e gli altri “non ambiziosi” è che loro si organizzano in gruppetti che si combattono senza combattersi e che accettano queste porcherie pretendendo di spacciarle come normali dinamiche politiche, mentre io non ho costituito nessun gruppetto o Associazione. Io RIVENDICO la mia ambizione politica, che non nasconderò mai, e rifuggo da queste dinamiche gruppettare da bulletti e dalla ipocrisia di chi arriva per rapporti di forza costruiti fittiziamente.
E’ quella l’ambizione da combattere, non la mia. Non ho costruito gruppi, né ho usato utili idioti per raggiungere i miei scopi. Che, guarda caso, non ho raggiunto. E quali erano i miei “incoffessabili” e “amoralissimi” scopi? Che il mio lavoro, che nessuno credo possa disconoscere, mi venisse riconosciuto attraverso una nomina nel Comitato Promotore Nazionale. Quell’organo “innovativo” dove sono confluiti ottimi elementi e persone che mai hanno mosso un dito per dare una mano in questa avventura. La daranno in futuro, ma gli è servita prima la nomina. Non ci sono stipendi da elargire, né posti da dirigenti da occupare: bisogna lavorare per costruire qualcosa, e io, a ‘sto punto, si vede che mi ero risparmiato.
Un numero considerevole di persone che i “vertici”, autocostituitisi in Gruppo Parlamentare, hanno voluto. Poi la solita retorica dei territori, che ora cerchiamo di capire come vengono trattati: dovevano esprimere nelle Assemblee Regionali altri tre che andranno ad integrare il numeroso Comitato dei nominati nel Nazionale (quattro o cinque erano un’esagerazione per territori come la Calabria o altri dove c’è più bisogno di coinvolgimento e rappresentanza territoriale o per i territori in generale): uno SEL, uno Futuro a Sinistra e uno che provenga di nomina dalle Associazioni che aderiscono al progetto. Un Coordinatore, che non si capisce bene come verrà nominato o eletto, ma che chiaramente verrà “democraticamente” nominato dai gruppettari, un coordinamento regionale ristretto (mi raccomando, i territori non si allarghino troppo…hanno già provveduto i vertici ad annettere le figure giuste al posto giusto) e uno provinciale più ampio. Bene, chi è stato nominato è all’altezza del compito, non ho mai detto né dirò il contrario, e chi non vuole capire che contesto le dinamiche e sono amareggiato perché siano state accettate al volo, non lo capisca, rimane un suo problema. Io sono partito pensando che davvero qualcosa potesse cambiare per la mia martoriata terra d’origine. Ero entusiasta che tu mi avessi “promesso” che il nuovo Partito si sarebbe occupato finalmente della Locride e che si sarebbe davvero fatto carico dei nostri atavici ritardi strutturali e culturali, e che fossi io a dover iniziare questo lavoro. Ci ho messo tutto me stesso. Forse commettendo anche degli errori, ma che pago a mie spese in termini di delusione personale e nel vedere il nostro progetto già preda dei soliti noti. Non sono un rottamatore di persone, ma di vecchi riti incancreniti della politica, soprattutto quella calabrese. Ora, dopo aver lavorato un anno, aver fuso due macchine (lo so, è colpa mia se non ho SUV fiammanti…), sacrificato tempo ed energie che potevo e che avrei dovuto dedicare ai miei figli in un momento delicato, mi ritrovo ad essere trattato da incapace da una adunata di Cavalieri di Vittorio Veneto della Politica calabrese.
Io non contesto le scelte fatte, ne contesto il metodo. E contesto la pratica messa in atto già prima di nascere come Partito. E non oso immaginare cosa accadrà se questa avventura si dovesse rivelare, come i presupposti fanno purtroppo temere, una vasca di squali che si differenzia dal PD solo per le dimensioni.
No, caro Stefano. Il Partito dei riciclati da chi si deve rifare una base elettorale dopo alterne fortune politiche e che allaccia una sorta di mutuo soccorso con personaggi in cerca dell’ennesima rappresentanza nazionale per imbastire correnti non fa per me. Sono e rimango, passata la forte delusione che tu stesso mi hai regalato, a tua disposizione. Non ti chiedo la Rivoluzione ma ti chiedo di non confondere la meritocrazia mortificandola come ambizione personale. Chi non ha ambizioni non farà mai nulla nella vita. Tu stesso senza ambizione non avresti accettato di candidarti a Sindaco. Certo, a servizio della tua splendida città. Ecco, tu ambisci a diventare Sindaco per migliorarla, ma se non diventi Sindaco non sarai nelle condizioni di migliorarla. Io ambivo a far nascere e crescere il nostro progetto. Immagina, caro Compagno Fassina, se, fatte le debite proporzioni, ti accorgessi che Mafia Capitale fosse ancora in grado di bloccare la tua elezione a Sindaco. Se la corruzione che tu stesso denunci, l’avesse vinta sulla tua passione e il tuo spirito di servizio. Se le piccole grandi manovre e furbizie avessero la meglio sulla tua coerenza e la tua pulizia intellettuale. Ne saresti contento? Io no! Né per te, né per Roma, né per Sinistra Italiana. Che in queste mani fallirà come tutti gli altri progetti nei quali i soliti noti si riciclano per comandare e avvelenare le acque e che si sono letteralmente e politicamente mangiate. Se questa è la politica, nessuno si meravigli se l’antipolitica e il populismo stanno per andare al potere avvalendosi proprio di queste situazioni che vorrebbero stroncare. A questo punto, non c’è più nessuna differenza non tanto tra Destra e Sinistra, sponde per le quali ho ben coscienza della mia collocazione, ma neppure tra politica e antipolitica. E io questa Politica la combatto e la vorrei stroncare. Con Immutata stima. Pietro Sergi”.
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