DI SEGUITO LA LETTERA DEI COMUNI E DELLE ASSOCIAZIONI CHE HANNO ADERITO ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL TAGLIO DELLE FERROVIE NELLA LOCRIDE:
Egregi Ministri, Egregi Assessori, Egregi Signori,
La comunità ionica calabrese sta rilevando ormai da tempo con somma preoccupazione l’impoverimento dei servizi di trasporto ferroviario lungo tutto il corridoio ionico. Vi sono serie ragioni di pensare che si stia attuando, ad opera di Ferrovie dello Stato (FS), attraverso azioni graduali ma scientificamente determinate, un’opera di smantellamento dei servizi ed ora anche dell’infrastruttura.
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La strategia in atto mira ad impoverire i servizi in modo da disaffezionare i viaggiatori e giustificare poi dei tagli in rapporto alla domanda decrescente di mobilità; si confida inoltre nella scarsa capacità di reazione delle popolazioni locali. Si chiudono le stazioni e si lasciano al degrado (lungo la linea ionica
la situazione è da vergogna); si utilizzano treni vecchi, sporchi, soggetti a frequenti guasti; si squalificano i servizi (corse soppresse senza preavviso, mancanza di coordinamento, ritardi, ecc.); si vessano i viaggiatori (assenza di informazioni, multe pesanti, zero assistenza), si teme si stia riducendo perfino la manutenzione ordinaria dell’infrastruttura e dei veicoli determinando rischi crescenti in termini di sicurezza per viaggiatori e ferrovieri.
Un altro tipo di azione cui si sta assistendo consiste nel rompere l’unità della rete; ed ecco allora la scelta di cancellare i servizi ferroviari fra Sibari e Metaponto, tagliando le relazioni dirette con la Puglia, sostituendo i treni con autoservizi inappetibili. Sul segmento di raccordo Ionio-Tirreno, la linea Catanzaro-Lamezia, dopo un’interruzione forzata e prolungata nel 2013 a causa del crollo di un ponte nei pressi di Marcellinara, si è ridotta l’offerta di trasporto ad autoservizi minimi, e in questi mesi la ripresa del servizio ferroviario si è attestata su standard modestissimi (solo 3 coppie di treni/giorno e di pessima qualità). Ma l’obiettivo ultimo, ad osservare attentamente le politiche di FS di questi anni, purtroppo avallate o disconosciute dalle forze di Governo, sembra decisamente l’isolamento e il successivo smantellamento della linea ferroviaria ionica. La riprova ultima è rappresentata dall’ennesima scure che sta per abbattersi sulla linea ferroviaria Reggio Calabria – Taranto. Entro dicembre 2014, infatti, secondo programmi di RFI, una decina di stazioni (ma potrebbero essere in maggior numero), verranno declassate a “fermate”. Tecnicamente, tale declassamento consiste nella soppressione dei binari di precedenza ed incrocio e relativi apparati di segnalamento, che normalmente caratterizzano le stazioni ferroviarie, e che permettono di effettuare manovre dei convogli ferroviari (incroci tra treni marcianti in senso opposto, precedenze tra un treno più veloce che “supera” uno più lento, ecc.). La riduzione del numero di stazioni, e relativa trasformazione in fermate sulla linea ionica si tradurrà in pesanti ripercussioni sul traffico ferroviario potenziale; si determinerà una riduzione di potenzialità (capacità di transito) ed un prevedibile allungamento dei tempi di viaggio in ragione delle maggiori distanze interstazione. Nei fatti si renderà il trasporto ferroviario assolutamente ed assurdamente perdente nei confronti dei mezzi su gomma, autobus ed autoveicoli privati. Le stazioni che subiranno il definitivo taglio e che rimarranno a singolo binario, saranno le seguenti: Marina di San Lorenzo (binari già tagliati), Bova Marina, Capo Spartivento, Ferruzzano, Ardore, Gioiosa Jonica, Caulonia, Riace, Squillace, Roccabernarda, Isola di Capo Rizzuto, Roseto Capo Spulico, Policoro-Tursi. Si vuole rimarcare, senza voler essere prolissi, che la Calabria è la Regione più povera d’Italia, con metà della sua popolazione sotto la soglia della povertà; che la fascia ionica calabrese è ancora più povera e che vi risiedono comunque 1 milione di abitanti. Che per ragioni diverse, a questa terra meravigliosa è stato impedito di esprimere le potenzialità latenti in settori fondamentali dell’economia come quelli agricolo, culturale e turistico. Non possiamo e non vogliamo accettare un ulteriore impoverimento del nostro territorio. Sono in corso mobilitazioni per la salvaguardia e il rilancio della ferrovia ionica, la Ferrovia della Magna Grecia; si tratta di un segnale cui certamente ci si augura di trovare riscontro e sensibilità istituzionale. A cominciare dalla istituzione e convocazione nel più breve tempo possibile, in Calabria, del tavolo tecnico richiesto, affinchè si assumano scelte per impedire le operazioni di smantellamento in corso e si predisponga un piano di rilancio dei servizi di trasporto ferroviario su standard di qualità europei.