Di seguito la lettera inviata dai sindaci di Siderno e Locri Pietro Fuda e Giovanni Calabrese al governatore Mario Oliverio e al commissario per la Sanità Massimo Scura:
Siamo a conoscenza che i Commissari Straordinari dell’Azienda Provinciale di reggio Calabria, prossimi alla scadenza dell’incarico semestrale conferito con DPG n°119 del 27.10.2015, stanno per ufficializzare l’Atto Aziendale.
E’ a tutti noto che la normativa vigente indica il necessario coinvolgimento delle istituzioni locali della provincia di Reggio Calabria, interessati ad una corretta erogazione dell’assistenza socio-sanitaria sull’intero ambito provinciale, mediante l’apertura di un tavolo di concertazione.
Per quanto previsto, questo passaggio, importante e delicato in una fase di riorganizzazione dei servizi sul territorio, purtroppo non è stato ad oggi fatto e, supponendo ormai prossima la scadenza del termine previsto dal DCA per l’adozione del nuovo strumento di riorganizzazione sanitaria, è evidente che l’adozione dell’atto aziendale non rappresenta un piano di organizzazione condiviso e rispondente al reale fabbisogno del territorio.
La Locride, dopo la disattivazione dell’ospedale di Siderno, dispone ad oggi di un solo presidio ospedaliero che serve l’utenza di un territorio che si estende per più di 100 chilometri, da Palizzi a Pazzano, oltre i Comuni montani, con tempi di percorrenza molto variabili in relazione alle condizioni di precaria viabilità e che rispetto agli ospedali Hub di Catanzaro e di Reggio Calabria dista oltre 100 chilometri.
Più volte si è indicata la necessità di prevedere un forte investimento in questo ambito territoriale oltre a fornire le indicazioni di un programma di integrazione dell’area territoriale con i servizi ospedalieri.
Poiché la popolazione residente non ritiene più accettabile un ulteriore processo di ridimensionamento dell’ospedale con il pericolo di non garantire i minimi livelli essenziali di assitenza, riteniamo che l’atto aziendale rappresenti una grande occasione per ridisegnare nel suo complesso, valorizzando le risorse esistenti, l’organizzazione dell’assistenza sanitaria del territorio, anche e soprattutto, attraverso il coinvolgimento dei Comuni, che sono i veri conoscitori delle esigenze sanitarie dei bisogni di salute dei cittadini.
La sanità che si immagina prevede le case della salute e la medicina di prossimità. Serve l’incremento dei servizi sanitari, una maggiore assistenza domiciliare, il miglioramento della qualità delle prestazioni, l’integrazione delle attività ospedaliere con quella del territorio. Per questo è necessario un piano di organizzazione dei servizi sanitari in grado di migliorare la risposta sanitaria ed adeguarla al reale bisogno del territorio.
Pertanto, prima di procedere alla valutazione del proponendo atto aziendale, invitiamo gli organi in indirizzo ad attivare le procedure di consultazione dei soggetti preposti ed indicati nella normativa nazionale e regionale vigente.