di Emanuela Alvaro (Foto e video di Enzo Lacopo)
SIDERNO – Il bilancio di previsione finanziario 2017/2019 è stato approvato con i voti della maggioranza consiliare, come ci si aspettava. La seconda assise su questo punto si è resa necessaria dopo che in quella del 12 aprile scorso il consigliere Pietro Sgarlato, aveva evidenziato un errore relativo al termine perentorio, non rispettato, per l’approvazione delle tariffe della TARI.
Volutamente in questo pezzo di resoconto del consiglio comunale si è deciso di dare maggiore spazio ai video rispetto al testo, per fare emergere, dalle parole dei diretti interessati, senza filtro di terzi, quali le questioni in ballo.
Ad avviare i lavori sull’approvazione del bilancio di previsione, il quarto punto all’ordine del giorno, l’assessore al ramo Gianni Lanzafame.
Di seguito il video con intervento completo dell’assessore e del segretario
A chiedere la parola dopo l’assessore, Pietro Sgarlato. «La figuraccia dello scorso consiglio non si può dimenticare. I responsabili sono stati scelti per l’alta professionalità, ma i risultati prodotti sono sotto gli occhi di tutti. Nonostante li abbia comunque avvertiti. Del danno prodotto esiste una colpa politica ed una tecnica. Non sono sicuro di ciò che si è fatto e a cosa porterà tutto questo, motivo per il quale ho informato il prefetto».
Una situazione createsi in questi mesi in vista dell’approvazione del bilancio di previsione, della quale, proprio dal punto di vista tecnico, ha chiesto di intervenire il segretario comunale, Umberto Nucara.
Una seduta consiliare dalla quale emerge sempre più chiara la contrapposizione tra maggioranza ed opposizione. Due consiglieri di Fattore Comune, Giuseppe Oppedisano e Rita Commisso, hanno appellato i consiglieri di minoranza come “ostrogoti” e “cannibali”. E se sul primo aggettivo è scattata anche la risata, il secondo non è andato proprio giù.
L’opposizione incalza la maggioranza per un’inversione dell’attuale tendenza. D’altronde sempre gli stessi elementi continuano ad essere considerati poco validi all’interno del gruppo del sindaco Pietro Fuda. Tra tutti il vicesindaco, Anna Romeo e il presidente del consiglio comunale, Paolo Fragomeni.
Ad intervenire Carlo Fuda il cui discorso è sembrato ai presenti più un comizio che un semplice punto di vista.
Mentre la consigliera Maria Teresa Fragomeni ha ricordato al sindaco, Pietro Fuda, come il 12 aprile aveva sottolineato che avrebbero “pagato” i responsabile di quanto accaduto. «Nessuno aveva contezza di che cosa stesse succedendo, disconoscendo la perentorietà di un termine. Registriamo l’indolenza di tecnici, assessori e presidenza del consiglio. Nessuno ha fatto un passo indietro e, nel complesso, questa macchina amministrativa da prova di non funzionare. Il presidente del consiglio non è un passa carte, è tenuto a sapere le scadenze e fare il proprio lavoro. Forse da parte sua anche solo il gesto delle dimissioni avrebbe avuto un senso. Come PD è fondamentale capire in prospettiva futura le accuse molto gravi mosse dal collegio dei revisori. Ci chiediamo perché si continua a gestire il comune in maniera opaca. A prescindere dal pareggio di bilancio questa amministrazione difetta nella programmazione strategica. Siete al governo da due anni, ma nulla di migliorativo o innovativo. Un bilancio del niente».
In silenzio per quasi la totalità della seduta, il primo cittadino Pietro Fuda, ha preso la parola prima della votazione per l’approvazione del bilancio di previsione, rispondendo a quanto emerso dai vari interventi.
«Ho detto che la responsabilità è solo mia di ciò che è successo giorno 12 aprile, ma passaggio obbligato è approvare questi documenti altrimenti saremmo di sicuro sulla strada dello scioglimento. Non ero interessato ad un ruolo nella Città Metropolitana che mi auguro decolli per il bene di tutta la Calabria. Non ero interessato neanche alla presidenza dell’assemblea dei sindaci, l’importante era cambiare l’organigramma e mi auguro si faccia qualcosa di concreto altrimenti si può tranquillamente sciogliere. Quello che invece voglio che emerga è come vengono percepiti i sindaci. Ormai visti come controparte e ciò si è notato quando è venuto il presidente della Repubblica a Locri e qualche giorno fa a San Luca. Questa amministrazione oltre che di numeri ha problema anche di qualità. Quello che stiamo facendo lo facciamo con il supporto della Regione. Per la programmazione non dobbiamo avere i vincoli del dissesto. Programmazione che va fatta insieme ai cittadini indipendentemente dal colore politico, affinché possa avere un respiro ampio».