di Gianluca Albanese
Fuori Cotticelli, dentro Zuccatelli. Il 76enne manager di estrazione bersaniana è il nuovo commissario regionale alla Sanità. Una nomina che ha destato subito parecchie perplessità, vuoi per il ricordo freschissimo della figuraccia rimediata da Saverio Cotticelli alle telecamere di “Titolo V”, che hanno gettato parecchie ombre sull’utilità dello strumento del commissariamento, e sia per alcuni video circolati in rete in cui il neo commissario Zuccatelli sminuiva l’importanza dell’utilizzo delle mascherine chirurgiche nella prevenzione del contagio da CoVid-19, il virus che lo stesso Zuccatelli ha contratto di recente.
Dunque, Zuccatelli sembra scontentare tutti, a destra (che non perde occasione per gettare fango su questa nomina governativa che appare infelice) e a sinistra (che invece aveva coltivato il sogno di assegnare l’incarico al medico Gino Strada, fondatore di Emergency) tanto che la prima uscita pubblica del nuovo commissario ad acta per il piano di rientro della sanità in Calabria è una nota inviata agli organi di stampa in cui si precisa che la mascherina è assolutamente utile, smentendo, dunque, le infelici dichiarazioni rese nel video che circola in rete.
«Le mascherine- ha scritto Zuccatelli – sono parte della fondamentale strategia di contrasto al Covid 19. Quindi, invito tutti ad utilizzarle, così come a rispettare il distanziamento fisico. Nella prima fase dell’epidemia la comunità scientifica internazionale riteneva che l’uso delle mascherine fosse da riservare ai soli contagiati e ai sanitari. L’esperienza di questi mesi, tuttavia, ci ha insegnato che si tratta di un virus per molti versi ancora sconosciuto per evoluzione e modalità di diffusione. Le conoscenze si sono consolidate nel corso dei mesi, in accordo con gli studi scientifici condotti. Le mie affermazioni errate, estrapolate impropriamente da una conversazione privata, risalgono al primo periodo della diffusione del contagio».
Fin qui la nota di Zuccatelli.
Ovviamente, non sono mancate le reazioni alla sua nomina, che pubblichiamo in ordine cronologico di arrivo alla nostra redazione.
«Il Governo, ed in particolare il ministro Speranza, dimostrano, ancora una volta, ed anzi con reiterazione, di essere completamente disinteressati alle sorti della nostra regione. Tutto quello che è accaduto negli ultimi due giorni, la drammaticità della condizione della nostra sanità per i motivi ormai noti a tutti e che hanno regalato alla Calabria un’immagine che non merita, avrebbero dovuto condurre su una strada diversa. Invece, oggi, ci troviamo con una nomina che risponde alla gattopardiana memoria, cioè cambiare tutto (che tutto non è!) affinchè nulla cambi. Da chi guida un popolo, soprattutto in una fase storica senza precedenti, ci aspetteremmo che vada in soccorso delle aree più deboli del paese, a maggior ragione se determinate situazioni sono state create da determinazioni non idonee e che, probabilmente, tali sarebbero rimaste se non fosse intervenuta la piattaforma mediatica per eccellenza. E’ partendo da quella intervista, perciò, che si sarebbe dovuto consumare un auspicato strappo con il vecchio modus operandi; è da quel momento che da Roma sarebbe dovuto partire un segnale incoraggiante; è attraverso una presa di posizione significativa che il calabrese avrebbe dovuto capire che la tutela dello Stato, finalmente, sarebbe divenuta realtà. Potrei farne un discorso politico, ma non è il mio intento dal momento che la salute non ha colore e che le necessità sanitarie non colpiscono in base al potere e alle scale gerarchiche, ma, sicuramente, credo di condividere un pensiero che non è il mio, non è di una parte politica, bensì accomuna tutti i calabresi. Non si comprende e non si può comprendere: sull’ex commissario Cotticelli quando fu scelto dall’allora ministro Grillo, non conoscendolo, avevamo riposto, per quanto fosse possibile, delle speranze di cambiamento e i risultati li abbiamo appurati, purtroppo, sulla nostra pelle e con l’etichetta della ‘zona rossa’. Ma di Giuseppe Zuccatelli dal 2019 commissario delle aziende “Pugliese Ciaccio” e “Mater Domini” di Catanzaro, e, per un breve periodo, commissario all’Asp di Cosenza, adesso in isolamento per Covid e quindi persino impossibilitato ad assumere immediatamente il ruolo e coadiuvato dalle medesime strutture inefficaci, pagate dalle tasse calabresi, possiamo dire, invece, di conoscerne già metodi ed approcci. Non vuole questo essere un attacco personale, ma trapelano, in tale fulminea decisione che ha addirittura riunito in notturna il Consiglio dei Ministri, tracce di dolo da parte di Conte e del suo CdM. E’ questo il nuovo che avanza? Dovrebbe essere questa la soluzione salvifica? Questa è l’attenzione che ci viene riservata? Ci spiegassero perché. Ci dicessero chiaramente che siamo cittadini di serie B, ci dicessero che la Calabria fa comodo solo per quella percentuale di voti che riesce ad esprimere su scala nazionale, che ancor più comodo è mantenere uno status quo di migrazione sanitaria che accresca altri Pil. Altrimenti ci smentiscano (con piacere!) e attivino tutte le risorse possibili in termini di gestione e di fabbisogno di personale, rimettano in moto strutture ospedaliere che potrebbero contribuire alla causa, mandino qui, se proprio sia necessario insistere con il commissariamento, professionisti competenti in materia ed emergenze. Non si ricostruisce un palazzo in parte crollato usando la colla e a mani nude. Chiediamo un intervento governativo forte e risolutivo, altrimenti continueremo a rimanere senza ‘Speranza’, nel senso che per la Calabria non esiste un ministro alla sanità. Tutto ciò è vergognoso e non passerà in sordina!».
Tilde Minasi
Consigliere regionale Lega
La Sanità della Calabria ha la drammatica necessità che, dopo lo sfascio che ha prodotto Cotticelli, sia guidata da un soggetto qualificato, con competenze e professionalità certificate. Zuccatelli non ha i titoli per fare il Commissario. Il suo è un curriculum da politico non eletto e non da idoneo a dirigere la Sanità in una qualsiasi regione italiana. Pretendo che in Calabria si applichino le leggi dello stato italiano non quelle di casa Speranza, Ministro della sanità, collega di partito del dott. Zuccatelli. Tra le leggi dello stato italiano c’è il decreto legislativo 4 agosto 2016, n.171 che ha istituito l’Elenco nazionale idonei all’incarico di direttore generale Enti del Servizio Sanitario Nazionale. E’ l’elenco a cui, per legge, si deve attingere quando si sceglie il direttore generale di un’azienda sanitaria. Ed è un elenco a cui si accede dimostrando di possedere i titoli necessari a garantire la professionalità e la competenza che serve per gestire un’azienda sanitaria.Ebbene il dott. Zuccatelli che il Consiglio dei Ministri di ieri sera ha indicato per il ruolo di Commissario per la sanità calabrese non è abilitato all’iscrizione nell’elenco degli idonei. Dunque non può essere nominato!Noi calabresi siamo proprio antipatici al duo Conte-Speranza! Prima hanno tentato di rifilarci il generale Cotticelli per altri tre anni con la conferma dell’incarico di Commissario avvenuta 3 giorni fa. Poi si sono rimangiati tutto, semplicemente perché una trasmissione televisiva del servizio pubblico, ha messo in piazza le oscenità di Cotticelli che stiamo denunciando da anni, e che il Ministro della Sanità non poteva non conoscere.Ora il duo Conte-Speranza ci riprova a darci la fregatura! Nominando un abusivo! Già nominato peraltro da Cotticelli prima a Cosenza e poi a Catanzaro. Già questo basterebbe! Zuccatelli non può fare il Commissario per la Sanità calabrese perché non ha i titoli per farlo. C’è bisogno di professionalità e non di compagni di partito che non riescono ad essere eletti a casa loro (Cesena) e sono rifilati a noi per compensarli della fedeltà di partito.Vogliamo professionalità certificata per la sanità calabrese! E se il duo Conte-Speranza non ci ascolta, faremo di tutto per rappresentare la situazione al Presidente della Repubblica. Per chi vuole saperne di più sull’Elenco nazionale degli idonei, indico di seguito,il link al sito del Ministero della Salute
Pietro Molinaro
Consigliere Regionale Lega
“I governi centrali in tutti questi anni non hanno saputo frenare lo strapotere della Ndrangheta con il loro atteggiamento sprezzante e colonialistico verso questa regione. La Calabria è diventata una palestra per le carriere , una vetrina , ma non un luogo dove la politica investe a medio termine, al netto delle gravi responsabilità locali che pure ci sono. L’ultimo episodio in questo senso è il balletto tragicomico dei vari commissari, con la grottesca promozione a un neo ‘supervisore’ della salute dei calabresi , il dottor Zuccatelli, convinto negazionista, in una regione che poi il Governo colloca di imperio fra le regioni rosse. Poi se qualcosa non funziona si può sempre dire che è colpa delle mafie, come hanno già detto alcuni politici mettendo le mani avanti. “ Klaus Davi .
Le parole del Commissario Cotticelli andate in onda in diretta nazionale rappresentano uno spettacolo che umilia la Calabria e palesa i limiti di una politica che ha voluto mettere le mani nella sanità senza risolvere nulla : a dichiararlo sono i Consiglieri Comunali del Partito Democratico Antonino Castorina, Giuseppe Marino, Giuseppe Sera, Enzo Marra, Lucia Nucera e Nancy Iachino e gli assessori della giunta Falcomatà Rocco Albanese e Mariangela Cama.
Il Partito Democratico di Reggio Calabria si unisce alla richiesta del Sindaco Giuseppe Falcomatà e dei sindaci che compongono l’area Metropolitana di Reggio Calabria nel pretendere dal governo un tavolo istituzionale sulla scelte che deve adottare il nuovo commissario e sulla necessità di concludere questa fase straordinaria che dura da oltre 10 anni al termine dell’emergenza Covid.
Al nuovo Commissario Giuseppe Zuccatelli di fresca nomina da parte del Governo Conte la pretesa che si faccia garante degli impegni assunti per Reggio Calabria ed in particolare nell’ambito della riorganizzazione ora mai necessaria ed improcrastinabile di riallineare la dotazione di posti letti contenuta nell’applicativo “NSIS COVID 19 Dotazione posti letto” che risulta ridotta in misura più che proporzionale rispetto alla quota di posti letto riconvertiti in Terapia semintensiva.
CI faccia sapere il governo i motivi per i quali la nomina del Commissario Zuccatelli non sia avvenuta con un confronto leale con i Sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria dichiarano gli esponenti del Pd.
CI faccia sapere il Commissario Zuccarelli la sua posizione sui comportamenti da utilizzare per evitare la trasmissione del virus e sull’utilizzo dei dispostivi di protezione individuale anche alla luce delle dichiarazioni che lo stesso ha reso su più testate giornalistiche.
Ribadiamo con forza e convinzione – dichiarano gli esponenti del Pd di Palazzo San Giorgio – la necessità che il Governo Conte di concerto con la Regione Calabria metta in campo immediatamente tutte le iniziative per fare uscire la Calabria dalla zona rossa aumentando i posti terapia intensiva, implementando le assunzioni di personale e individuando un centro COVID regionale come tra le altre cose ampliamento discusso nel Consiglio Comunale aperto svolto nei giorni scorsi.
La Regione Calabria in questi mesi affermano gli esponenti del Pd ha disatteso le promesse ed è responsabile in grande parte dei danni che la Calabria oggi sta subendo a causa di una classe politica inadeguata e trasformista.
Risulta necessario – dichiarano i consiglieri Pd – che il governo vigili ed operi a garanzia degli impegni precisi assunti per il riscatto dell’intera regione visti e subiti i limiti ed i danni causati al sistema sanitario Calabrese da scelte politiche sbagliate che non vanno ripetute e di cui oggi nessuno sembra responsabile.
Gruppo Partito Democratico
Al consiglio comunale di Reggio Calabria
«Cigl, Cisl e Uil Calabria chiedono al Commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli un incontro, da espletare già nelle prossime ore, per fronteggiare la grave situazione della sanità in Calabria.
Cgil, Cisl e Uil Calabria, da diverso tempo ormai, non solo hanno denunciato in tutte le sedi istituzioni, ed anche al Ministro Speranza in prima persona, quelle che sono le carenze note e meno note del settore sanitario, ma hanno soprattutto avanzato delle proposte concrete, delle soluzioni che non hanno mai visto realizzazione per la mancanza di un confronto serio e strutturato, peraltro più volte richiesto, con il commissario uscente Saverio Cotticelli.
Un confronto che è mancato e ci ha impedito anche di avere quella chiarezza rispetto ai passaggi strutturali che sono stati realizzati durante le prima ondata del contagio da Coronavirus.
Passaggi che, come in altre regioni, sono state distribuite per responsabilità con ricadute di tipo regionale, di tipo commissariale e di tipo governativo.
Le novità di queste ultime ore, maturate dopo le gravi affermazioni registrate dalle telecamere di “Titolo quinto”, sono assai gravi, ma è ancor più grave il fatto che il Piano di emergenza anti Coronavirus esistesse, fosse stato firmato dallo stesso commissario Cotticelli, che invece ha balbettato davanti alle domande serrate del giornalista assumendosi le responsabilità per la mancata applicazione del Piano di emergenza anti Coronavirus,
Ma, soprattutto, assume una gravità non scusabile il fatto che, davanti alle necessità del territorio nella lotta al Covid, al fatto che il Governo avesse approvato il Piano predisposto dal commissario Cotticelli, lo stesso non sia stato attuato.
E’ bene ricordare che questo Piano prevedeva una serie di cose di straordinaria importanza in questa delicatissima fase, non più rinviabili, come il: potenziamento delle terapie intensive e sub intensive, e l’aumento dei posti disponibili negli ospedali calabresi per affrontare, senza patema d’animo, la probabile crescita esponenziale dei contagi.
Così come non è più rinviabile l’indicazione di un ospedale Covid che diventi punto di riferimento per l’intero territorio regionale.
La stessa attenzione, poi, dovrà essere prestata alla sanità territoriale per troppi anni abbandonata al proprio amaro destino, paralizzata da tagli lineari che l’hanno depotenziata e resa di fatto ininfluente sulle dinamiche sanitarie regionali. Il Covid, però, ha reso il re nudo, ha messo in risalto i ritardi, le inefficienze e reso clamorosi gli errori e gli abusi del passato. L’emergenza Coronavirus ha detto chiaramente che è necessario potenziare gli ospedali di periferia e rendere operative le 38 Unità speciali di continuità assistenziale per offrire i servizi domiciliari ai pazienti Covid-19.
Pertanto, a questo punto, chiediamo l’avvio immediato di un confronto con il commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli, ma chiediamo anche – riservandoci su questo di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro – di conoscere tutte le responsabilità, le negligenze diffuse che stanno mettendo la Calabria in seria difficoltà nella gestione della seconda ondata di contagi da Coronavirus.
Quanto si è registrato sino ad oggi non è accettabile, vanno perseguite tutte le responsabilità, perché si sta presentando un’opportunità irripetibile per la Calabria: recuperare alla legalità un settore importante per la nostra regione sia dal punto di vista sociale che da quello economico».
Angelo Sposato Tonino Russo Santo Biondo
Segretario generale Segretario generale Segretario generale
Cgil Calabria Cisl Calabria Uil Calabria
«Il governo Conte colpisce ancora. La Calabria meritava altro specialmente in questa situazione difficile che vede la nostra regione zona rossa. Dopo quanto accaduto sarebbe servita una scelta chiara di discontinuità con il passato e l’individuazione di una persona di grande esperienza, operativa e concreta per ricoprire il ruolo di commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario».
Ad affermarlo è il segretario regionale dell’Udc Francesco Talarico che prosegue: «Avremmo gradito un confronto con il territorio e con le Amministrazioni in modo da poter arrivare ad una scelta concertata su un profilo di alto livello istituzionale e amministrativo in grado di recuperare il troppo tempo perduto. Zuccatelli, invece, lo abbiamo già conosciuto e visto all’opera a Catanzaro e Cosenza con risultati negativi».
«La decisione del governo Conte non convince né nel metodo, né nel merito. Il nuovo commissario, che andrà ad operare in un momento assai difficile e con le strutture sanitarie calabresi in grave difficoltà, avrebbe dovuto essere scelto per indiscutibili meriti sul campo e per spiccate competenze, una figura superpartes e non scelto esclusivamente perché facente parte dello stesso partito del ministro alla Salute Roberto Speranza».
«Purtroppo siamo costretti a prendere atto – conclude Talarico – della peggiore risposta che il governo potesse dare alla nostra regione con una scelta che non pensa alla qualità del sistema sanitario, ma esclusivamente alla gestione della sanità per ottenere vantaggi elettorali in vista delle prossime elezioni regionali. Pare evidente che la toppa, messa troppo frettolosamente, sia stata peggiore del buco».
Francesco Talarico
Segretario regionale Udc