di Simona Ansani
ROCCELLA JONICA – Sono giunti in Porto a Roccella Jonica nel pomeriggio di
oggi gli immigrati irregolari, trasbordati, un gruppo composto da 118, sulla motovedetta della Capitaneria di Porto Cp 321, mentre i secondi, in trentasette, prima sulla nave Costa Pacifica e poi sulla motovedetta Cp 289 di Reggio Calabria.
Avvistati, a circa cinquantacinque miglia sud – sud est dal Porto delle Grazie d Roccella, hanno navigato in mare aperto per sei, sette giorni, con condizioni atmosferiche avverse e in alcune occasioni con mare mosso. Sono salpati dal porto egiziano vicino Alessandria D’Egitto, e dichiarano di essere tutti siriani tranne uno, egiziano.
Il primo gruppo, i 118 irregolari era composto da 24 minori, di cui un egiziano, 42 maschi adulti, 34 femmine adulte di cui due donne in stato interessante, 18 femmine minori. Mentre il secondo sbarco, di 34 uomini, una donna e due bambini, un maschietti e una femminuccia, per un totale di 37 irregolari. Quest’ultimi fatti salire temporaneamente sulla Costa Pacifica hanno ricevuto sulla nave dal personale di bordo, le prime cure mediche, e sono stati rifocillati e sfamati. Gli uomini hanno dichiarato di aver navigato cambiando tre imbarcazioni diverse, ma le loro condizioni erano disumane, stipati, uno vicino all’altro, senza muoversi, con le onde che si infrangevano su di loro. Scesi a terra la macchina operativa dei soccorsi e delle Forze dell’Ordine ha espletato tutte le operazioni di rito, e sono stati fatti sedere sulle lettighe disposte dai volontari delle varie associazioni presenti sul territorio roccellese. I primi a scendere dalla motovedetta della Guardia Costiera Cp 321 sono due bambini, e uno in mano ha un guanto, di quelli bianchi di lattice gonfiato come se fosse un palloncino. Piangono, si buttano seduti a terra, sono spaventati, forse vogliono la loro mamma o il loro papà, ma le braccia amorevoli di un militare delle Forze dell’Ordine, lo rassicurano e subito dopo niente più lacrime solo un grande punto interrogativo che si legge chiaro da quegli occhioni, come per chiedere chi fosse tutta quella gente intorno. Bambini scampati da un futuro fatto di guerra, carestia, morte. Ora qui potranno riscrivere il loro percorso, la loro nuova vita, fatta certamente di un destino migliore. Sulla motovedetta tanti giochi, e ancora tanti bambini in braccio ai loro papà, perché le mamme sono troppo esili e deboli per tenerli con se. Uno di questi è biondissimo, ci osserva, mentre il padre in inglese ci dice che gli italiani sono brava gente, poi sorride e ci saluta, mente il piccolo accenna un timido ciao con la sua manina. E si, italiani brava gente, proprio come il titolo di un celebre film del 1965 diretto dal regista Giuseppe De Santis, ambientato nella seconda guerra mondiale. E fra i tanti bimbi sbarcati anche uno di pochissimi mesi, forse tre, la piccola mascotte di quest’ultimo sbarco. Anche lui come tutti gli alti sono stati trasferiti preso la scuola elementare di Via Carrera a Roccella Jonica, in attesa di intraprendere quindi strade diverse, ognuno inseguendo il proprio destino e la propria storia.