di Gianluca Albanese
RIACE – Se non avete idea dell’atmosfera che si respira a Riace in occasione del festival delle migrazioni e delle culture locali, chiedete alle migliaia di persone che ieri sera hanno gremito l’anfiteatro e che alla fine del dibattito a cui hanno preso parte, tra gli altri, i sindaci di Napoli (Luigi De Magistris) e Barcellona (Ada Colau) hanno tributato ai relatori una calorosa standing-ovation, culminata con un coro spontaneo di “Bella Ciao”.
Quello che si conclude oggi, con la proiezione del film “Vita di Marzouk” di Ernesto Pagano (ore 18 alla mediateca comunale) e con l’incontro (ore 19, sempre alla mediateca comunale) con Pierre Preira, fondatore di Senaso Napoli, e che proseguirà all’anfiteatro a partire dalle 21, con lo spettacolo teatrale “Eisbolè, invasioni strappi visioni” (di e con Fiamma Negri e Giusi Salis) e il successivo concerto di Santino Spinelli e l’Alexian Group è un momento indimenticabile. Per la cittadina di 1500 anime considerata “Patrimonio mondiale dell’umanità”, per la Calabria intera e per l’Europa che guarda al modello Riace come qualcosa a cui ispirarsi, come ammesso dalla stessa sindaca di una metropoli importante come Barcellona.
E poco importa che siano tempi duri, difficilissimi, e di rischio concreto di definanziamento di un programma che non si limita all’accoglienza dei rifugiati. No. Qui a Riace gli immigrati sono parte integrante della comunità cittadina, tanto che lo stesso De Magistris, in apertura del suo intervento, ha sottolineato «La gioia di parlare insieme a voi, mentre nell’altra metà della piazza si sente il festoso vociare dei bambini che giocano».
Ha ragione. Perché l’atmosfera di Riace è unica e irripetibile. Nonostante i problemi che hanno indotto il sindaco Lucano a fare lo sciopero della fame insieme ad alcune operatrici che da mesi e mesi non ricevono i soldi per il loro lavoro. La Recosol, intanto, ha avviato una raccolta fondi a sostengo del modello Riace, i cui dettagli saranno specificati in calce all’articolo. Quello che conta, però, è non lasciare sola Riace e i riacesi una volta che le luci del festival si saranno spente. Già, perché per chi è sensibile ai temi dell’umanità e della solidarietà ha l’obbligo morale di stare accanto a chi ha costruito una realtà senza paragoni.
Ieri sera, all’anfiteatro, ha aperto i lavori la giornalista de “Il Salto” Ilaria Bonaccorsi, che ha dato subito la parola a Tiziana Barillà, autrice di “Mimì Capatosta” (2017, Fandango editore), la biografia di Lucano che ieri sera è andata letteralmente a ruba e del quale la Icaria Editorial ha pubblicato un’edizione in spagnolo, con prefazione della sindaca di Barcellona Ada Colau.
La stessa Colau che ha detto che «Sono venuta a Riace per imparare ad amministrare bene Barcellona» e, col suo italiano corretto, frutto dei suoi studi passati nel Bel Paese, ha rilanciato: «Conosco gli italiani, conosco la loro cultura, specie quella popolare, e posso dire senza ombra di dubbio che l’Italia non è Salvini».
In precedenza, il sindaco Lucano ha spiegato le ragioni della protesta in corso, ricordando l’inizio degli esperimenti di accoglienza dei profughi e rimarcando l’assoluta normalità delle politiche solidali attuate, in ossequio a quei principi ideologici «Che oggi – ha detto – mi viene difficile riconoscere in un partito specifico. Erano rappresentati, invece, dalla sinistra libertaria dei miei esordi, e ritengo che quelle due parole “Democrazia proletaria” siano ancora oggi quelle che riescono a esprimere al meglio il concetto di Sinistra». «Oggi – ha proseguito Lucano – è un giorno irripetibile per Riace: in un paese di poche centinaia di abitanti ci sono due sindaci di città tra le più importanti in Europa e questo per noi è un onore»
Particolarmente appassionato l’intervento del sindaco di Napoli De Magistris, che ha iniziato con una forte critica verso la sua categoria professionale di appartenenza, ovvero la magistratura. «Se la legalità formale non corrisponde alla giustizia – ha detto – allora bisogna disobbedire e obbedire soltanto alla Costituzione. Io sono stato abbandonato da chi avrebbe dovuto tutelarmi nella magistratura, e ho deciso di candidarmi per l’amore che nutro verso una città come la mia che pur con le difficoltà economiche (abbiamo avuto le casse comunali pignorate per un anno) oggi è viva, vivace e solidale come non mai, tanto che a ogni sbarco di profughi c’è la fila al porto di gente che porta viveri e abbigliamento, ed è pronta a ospitare chi scappa dalla fame e dalla guerra. Per me – ha concluso – non c’è differenza tra migrante economico, rifugiato, ecc.; per me ci sono solo le persone e io sono persona tra le persone». Quindi, dopo aver bacchettato il Movimento 5Stelle per l’alleanza di governo con la Lega, ha concluso calcando l’accento napoletano con un verace «Ma ‘ssu Salvini, chi è? Chi è Salvini?», alludendo all’infelice battuta del ministro dell’Interno che aveva definito Lucano uno “zero”.
Il presidente nazionale di “Magistratura Democratica” Riccardo De Vito ha inizialmente ripreso le dichiarazioni di De Magistris dicendo che «In fondo ha citato quel verso della canzone di De Gregori che dice “cercavi giustizia ma trovasti la legge”» e, alludendo alla battutaccia di Salvini su Lucano ha detto «Magistratura Democratica è composta da tanti “zero” che fanno il magistrato in ossequio alla Giustizia e non alla legalità formale ed è ora di finirla con i diritti ridotti a compatibilità economiche: l’unica compatibilità ammissibile è quella al dettato costituzionale».
Dopo alcuni interventi del pubblico, tra cui quello di un giovane magistrato calabrese che ha puntato l’indice contro i guasti al modello sociale fatti anche e sopratutto dai governi “nominalmente di Sinistra”, è stato dato spazio all’apprezzatissima esibizione musicale del Francesco Loccisano Trio, che con chitarra battente, percussioni, contrabbasso e incursioni della lira suonata da Federica Santoro, ha prolungato la magia di una notte irripetibile fino all’una.
DI SEGUITO IL COMUNICATO STAMPA DELLA RECOSOL, CON CUI SI DA’ NOTIZIA DELL’AVVIO DELLA RACCOLTA FONDI A SOSTEGNO DEL MODELLO RIACE.
#IO STO CON RIACE
RACCOLTA POPOLARE DI SOLIDARIETA’
Il Sindaco di Riace, insieme ad alcune operatrici, ha iniziato un digiuno per protestare contro la mancata erogazione dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti da parte della Prefettura di Reggio Calabria e del Ministero degli Interni (SPRAR). Il piccolo comune calabrese ha accumulato un ingente debito con il personale, con i fornitori e con gli stessi rifugiati per ritardi nei pagamenti che variano da un anno e mezzo a due anni
“Stiamo raggiungendo il punto di non ritorno. Se non ci sarà l’assegnazione programmata non solo finirà l’esperienza di Riace ma saranno messi in strada 165 rifugiati tra i quali 50 bambini e 80 operatori perderanno il lavoro” afferma il sindaco. “L’economia di tutta la comunità, modello di accoglienza e integrazione riconosciuto a livello internazionale crollerà sotto un cumulo di macerie” conclude Lucano.
La Rete dei Comuni Solidali(RECOSOL) in accordo con le associazioni presenti durante il Riaceinfestival, avvia una raccolta popolare di solidarietà finalizzata a permettere al progetto di Riace di superare questa fase estremamente critica. Fase legata a ingiustificabili ritardi anche voluti da una politica ostile che vuole costringere alla chiusura un progetto di accoglienza divenuto noto in tutta Europa e che ha permesso di invertire il declino sociale, economico e demografico di una delle aree più difficili d’Italia caratterizzata da profonde infiltrazioni della criminalità organizzata.
Riace rappresenta un modello di accoglienza e di legalità per tutti.
La solidarietà al sindaco Mimmo Lucano è arrivata da tutta Italia anche attraverso i partecipanti a Riace in Festival in corso dal 2 al 5 agosto.
RECOSOL chiede a tutti/e di sostenere il modello Riace partecipando alla raccolta popolare di solidarietà attraverso una donazione unica o periodica (la campagna rimarrà attiva fino a dicembre 2018):
RECOSOL, IBAN: IT92R0501801000000000179515, causale Riace.
Abbattiamo i muri, garantiamo accoglienza, apriamo i porti