RIACE – Chi si aspettava un serrato confronto tra maggioranza, opposizione e pezzi dell’ex giunta municipale, dopo l’ultimo mese caratterizzato dalle intimidazioni denunciate dall’ex vice sindaco Maurizio Cimino e il successivo – e fulmineo – rimpasto di giunta operato dal sindaco Lucano (che ha sostituito lo stesso Cimino e Valilà con Giuseppe Gervasi e Maria Caterina Spanò) è rimasto deluso. Valilà e Cimino, infatti, erano assenti, e si sono limitati ad indirizzare un documento congiunto indirizzato al segretario comunale Gesualdo Bova, nel quale si invitava il Consiglio a non approvare il Bilancio di Previsione del triennio 2016-2018 adducendo ad alcune “criticità”, tra cui l’inadeguatezza del fondo di svalutazione crediti.
E invece, il bilancio è stato approvato, così come tutti gli atti propedeutici allo stesso e agli altri punti all’ordine del giorno, compresa la comunicazione del sindaco su azzeramento della giunta comunale e revoca degli assessori e delle deleghe conferite, con successiva nomina dei nuovi componenti della giunta comunale, liquidata dal sindaco in meno di un minuto e in maniera assai sbrigativa, anche perché l’unico consigliere di opposizione presente, non ha inteso eccepire alcunché.
Due le sostanziali novità emerse dalla seduta: la prima riguarda le dimissioni dell’ex assessore Renzo Valilà, che ha recapitato in municipio la lettera con la quale si dimette anche da consigliere (nella foto) corredata dalla contestuale restituzione della chiave del palazzo municipale; la seconda riguarda la nuova sfida del sindaco Mimmo Lucano, come sempre mattatore della scena – complice la contumacia dell’opposizione- che nel preannunciare il prossimo obiettivo del Comune, ovvero l’autonomia nella fornitura del servizio idrico a partire dal I gennaio 2017 («Abbiamo – ha detto – due pozzi pronti: uno per la marina e uno per il centro storico, che renderanno autonomo il paese e, con un getto che sarà quasi il doppio di quanto ci fornisce attualmente Sorical, faranno in modo che avremo in loco l’acqua di cui abbiamo bisogno, senza alcuna necessità di comprarla») lancia una sfida proprio alla società che eroga le risorse idriche calabresi, che vanta un credito nei confronti del comune di Riace, che non è stato riconosciuto – come ha detto il neo assessore Gervasi – perché Lucano e i suoi hanno un’altra idea.
«Sulla scorta di una recente sentenza del Tar – ha detto il sindaco di Riace – ci costituiremo in giudizio contro la Sorical, perché, negli anni precedenti, ha indebitamente modificato le tariffe di erogazione dell’acqua; indebitamente – ha spiegato Lucano – perché non aveva titolo di farlo, perché le tariffe possono essere modificate solo dal Cipe. Il Tar – ha spiegato Lucano – ha dato ragione al comune di Borgia, e noi vogliamo seguire il suo esempio, per questo ho già incaricato un avvocato sidernese di seguire la pratica».
Dunque, in attesa di approfondire la questione, prendiamo nota dell’ultima sfida del “lider maximo” di Riace, che ha altresì colto l’occasione di tessere le lodi del sistema di raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti «Che qui – ha detto Lucano in Consiglio – esiste dal 2012 e occupa dieci addetti, tutti di Riace, perché noi siamo contrari alle società miste partecipate come Locride Ambiente e anche al fatto che le piattaforme Conai, che lavorano i rifiuti differenziati che il nostro comune conferisce, siano gestite da privati. E’ vero che conferiamo i rifiuti differenziati e quelli ingombranti gratis – ha aggiunto il sindaco di Riace – ma il Conai ci dovrebbe pagare i rifiuti che conferiamo, invece che farci pagare il trasporto dei rifiuti differenziati fino alla piattaforma Conai di Palmi».
Fin qui Lucano. Gli altri due interventi che si sono registrati, sono stati quello dell’assessore al Bilancio Gervasi, che ha definito «Un autogol – ha detto – la lettera del mio predecessore Cimino: basti pensare che oggi approviamo quello schema di bilancio redatto quando era lui assessore e senza modifiche sostanziali. Lo facciamo perché ci fidiamo», e quello del ragioniere del Comune Domenico Arcadi, che ha stigmatizzato l’assenza in aula dell’ex assessore Cimino: «Perché – si è chiesto il ragioniere – non è venuto a esporre le sue perplessità in consiglio comunale, dopo avermi telefonato per dieci giorni di fila per chiedermi delucidazioni sul bilancio in via di approvazione?».
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