di Adelina B. Scorda
RIACE -A poche ore dalla diffusione sul web di una registrazione rubata con cui qualcuno ha tentato di accusare il sindaco di aver pilotato un appalto, Lucano ha presentato le proprie dimissioni.
Nell’audio pubblicato, diffuso sotto forma di filmato, si ascolta il sindaco parlare con Maurizio Cimino e Renzo Valilà ex vicesindaco ed ex assessore del finanziamento in arrivo dalla Regione per interventi contro il dissesto idrogeologico.
Intanto le autorità competenti stanno indagando per capire chi abbia potuto diffondere il video sul web, ma per il momento rimane chiara l’intenzione. Chi lo ha fatto vuole sicuramente rovesciare l’immagine, fino ad oggi pulita, del sindaco di Riace, proprio quell’uomo che solo alcuni mesi fa fu inserito da Fortune Magazine fra i 50 uomini più influenti del mondo.
L’obiettivo, screditare Lucano, l’accusa quella di aver tentato di dirottare quei fondi regionali sulla realizzazione del campo sportivo. Ma a chiarire il questo quadro di accuse definendo diffamatori e diffamati, rei e reati saranno le indagini a chiarirlo.
Intanto il sindaco Lucano affida ai social la sua posizione e in un post pubblicato subito dopo la diffusione del video scrive: «nella registrazione sotto inchiesta, stavo spiegando come da un contributo regionale finalizzato alla mitigazione del rischio idrogeologico lungo il torrente che attraversa Riace Marina era possibile valorizzare la superficie da mettere in sicurezza e renderla fruibile per attività ricreative, scolastiche, sportive. Addirittura nel futuro con uno specifico contributo sarebbe stato possibile completare l’opera e farla diventare un vero campo sportivo e fare felice i ragazzi di Riace e i numerosi ragazzi che vengono da ogni parte del mondo. Dove sta il male di tutto questo?»
E Lucano chiama i consiglieri a decidere del suo mandato, vuole che la sua decisione che sia confortata dalla fiducia di chi amministra. Per questo annuncia le proprie dimissioni, che tuttavia – sottolinea – «non sono irreversibili, ho tempo 20 giorni per una decisione definitiva; metto nelle mani dei consiglieri comunali la decisione su di me e sul mio operato. Se ci sono delle incertezze è giusto che devono emergere e prenderne atto. Non voglio che ci sono ombre in grado di offuscare l’orizzonte politico e sociale che ha indicato una via possibile e alternativa nella prassi politica soprattutto dei piccoli governi locali». Tutto si deciderà il 30 dicembre la prosecuzione del suo mandato sarà vincolata all’esito di un’assemblea pubblica «per discutere a cuore aperto con tutti ed arrivare ad una decisione definitiva». Un appuntamento – scrive Lucano – a cui «spero che siate presenti in molti. Soprattutto quelli che condividono ideali per altri mondi possibili, categoria a cui sento di appartenere». Una sorta di “verifica pubblica” cui il sindaco ha deciso di sottoporsi perché «non voglio che focolai di speranza e di luce vengano spenti per autorizzare chiunque a dire con i soliti luoghi comuni sulla politica “tanto sono tutti uguali”».
A poche ora da questo messaggio la pagina social di Lucano è stata completamente invasa da messaggi di solidarietà e inviti a non mollare, già perché in tanti hanno creduto e hanno sostenuto il modello Riace, quel sogno realizzato sul modello dell’integrazione, già da prima che i progetti di accoglienza diventassero bussiness
A stringersi attorno a Lucano è il Comitato Solidarietà Migranti che in una nota scrive «Oggi non è semplicemente messa in discussione la figura di un uomo: la campagna diffamatoria e intimidatoria in atto mira a colpire il proseguimento di un sogno ammirato e apprezzato in tutto il mondo ma che tanti mal di pancia smuove in Calabria e in Italia», ma è anche il Pd Calabrese dalla voce di Ernesto Magorno a chiedere a Mimmo Lucano di andare avanti, «di non interrompere quel cammino di emancipazione e preziosa integrazione che da anni sta portando avanti nella sua comunità».
E dopo anni di lotte e scontri e battaglie, molte delle quali vinte, il sindaco fra ironia e amarezza scrive «mi viene da ridere, ma se mi fermo a riflettere mi viene la tristezza e penso che in questi ultimi periodi stanno accadendo attorno a Riace e al messaggio politico che rappresenta tante incomprensioni e si stanno addensando strane ombre. A chi da fastidio? Non ho chiesto a nessuno niente, incarichi, ruoli, candidature. Ho sempre rifiutato proposte politiche, anche insistenti».
Ed eccolo allora il sospetto di Lucano che si lascia ad un’ultima a analisi: «le mafie forse hanno imparato una nuova strategia: non mi chiamano con le persone che contano, amici degli amici, io non riconosco queste autorità; non mi fanno intimidazioni, violenze eclatanti perché sono consapevoli di rendermi più forte, rimangono due possibilità: la mia vita o le diffamazioni e le denigrazioni».