di Gianluca Albanese (ph. e video di Enzo Lacopo)
SIDERNO – Una marcia a piedi nudi, spontanea e partecipate, quella delle donne e degli uomini dai piedi scalzi. Una marcia di solidarietà per i diritti dei profughi e dei rifugiati, per un’accoglienza più giusta ed umana a chi fugge da situazioni di guerra, dittatura, fame e carestia.
La Locride ha offerto il suo volto migliore quest’oggi. Stamani, a Gioiosa Ionica, nella marcia organizzata dalla Re.Co.Sol, con la partecipazione di diversi amministratori del comprensorio, mentre a Siderno, dopo le 18, ha visto l’incedere silenzioso e appassionato di parecchie decine di cittadini, a piedi scalzi come i loro avi quando la fame e la povertà abitavano da queste parti, e che per un pomeriggio ha vissuto le medesime condizioni di chi percorre migliaia di chilometri in cerca della propria terra promessa chiamata libertà e democrazia.
Nel video che con le immagini riprese e montate dal nostro Enzo Lacopo, si vede il percorso della marcia che dal palazzo comunale si è spostata nella via del Commissariato di P.S..
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Una marcia della speranza come quella dei tanti immigrati che cercano, in questi presidi dello Stato, la via per raggiungere la propria meta.
Una volta che il corteo ha guadagnato il luogo di concentramento, si è dato spazio ad alcuni interventi molto toccanti, tra cui quello di Bruno Grenci, che ha fortemente voluto questa marcia “non istituzionale” e basata sulla partecipazione dei cittadini, quello di Liliana Esposito Carbone, madre di Massimiliano che da 11 anni attende giustizia, a Pino Mammoliti, che con la consueta franchezza si è scagliato contro quelli che ha definito “gli scafisti di terra”, ovvero quelle organizzazioni che lucrano sull’accoglienza, mentre la capogruppo di “Fattore Comune” in consiglio comunale Rita Commisso ha letto una appassionata e toccante poesia.
Erano presenti, tra gli altri, anche Giovanni Maiolo, Antonio Larosa e Giuseppe Trimarchi della Re.Co.Sol, promotori della partecipata marcia di stamattina a Gioiosa Ionica.
Per un giorno, dunque, il Paese reale ha dimostrato di essere migliore di quello che certa politica e certa informazione nazionale descrivono.