fonte: www.ildispaccio.it
REGGIO CALABRIA – di Claudio Cordova – Il Tribunale del Riesame (Valentina Fabiani Presidente, Maria Cecilia Vitolla e Mariarosaria Savaglio Giudici) ha totalmente dissequestrato le somme bloccate alcuni giorni fa a Barbara Varchetta, moglie dell’ex Presidente della Giunta Regionale, Giuseppe Scopelliti. La decisione è stata depositata pochi minuti fa ed ha accolto in pieno le argomentazioni difensive sostenute alcuni giorni fa dall’avvocato Aldo Labate, che aveva anche prodotto cospicua documentazione a sostegno della correttezza delle azioni dei coniugi Scopelliti e Varchetta. Solo lunedì i finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica avevano eseguito il decreto, sequestrando preventivamente 100 mila euro nei confronti di Barbara Varchetta, che era accusata di riciclaggio, mentre il marito, Giuseppe Scopelliti, era accusato del reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice.
La vicenda traeva origine da una pronuncia emessa nel novembre 2013 dalla Sezione giurisdizionale centrale d’appello della Corte dei Conti, che aveva condannato Scopelliti a risarcire al Comune di Reggio Calabria per danno erariale la somma di 300 mila euro.
In base alla sentenza, il Comune, il 3 luglio 2014, aveva notificato un atto di precetto a Scopelliti che però non ha corrisposto alcuna somma.
Successivamente, il 6 ottobre 2014, gli era stato notificato un atto di pignoramento presso terzi con ingiunzione ad astenersi dal sottrarre le somme depositate presso banche. Le indagini presupponevano che l’ex governatore, il 23 settembre 2014 ed il 2 ottobre 2014, quindi in prossimità della notifica dell’ atto di pignoramento, aveva richiesto e ottenuto il rimborso di una polizza vita, per 15.055,48 euro e di titoli del controvalore di 80 mila euro. Sempre in data 2 ottobre 2014, secondo quanto avevano ipotizzato gli investigatori nel loro quadro accusatorio, Scopelliti aveva disposto un bonifico di 100 mila euro in favore della moglie, la quale, nella stessa data, avrebbe investito 80 mila euro in una nuova polizza assicurativa a proprio nome.
Subito era arrivata la difesa della Varchetta, che sosteneva come la finalità della operazione bancaria eseguita non fosse assolutamente da riconnettersi alla volontà di sottrarre beni alla legittima esecuzione dei creditori bensì giustificata da esigenze personali e familiari. “A dimostrazione di ciò, infatti – scriveva – giova precisare come l’operazione oggetto di contestazione sia stata effettuata per il tramite di operatori finanziari autorizzati – istituto di credito – con modalità che l’hanno resa perfettamente tracciabile”. Al momento il Tribunale del Riesame ha depositato solo il dispositivo della decisione, sebbene le motivazioni debbano essere ancora rese note la difesa dei coniugi Scopelliti e Varchetta, condotta dall’avvocato Aldo Labate, è convinta di aver totalmente smontato il teorema accusatorio. Il Tribunale ha, quindi, ordinato l’immediata restituzione dei beni agli aventi diritto.
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