R. & P.
Quasi un pellegrinaggio, un continuo viaggio di fede e di speranza. Particolare, comunque, diverso. Alla fine del tragitto non c’è un simulacro, una statua da venerare o alla quale chiedere un qualche estremo beneficio, c’è “solo” un Centro Radiologico da salvare, da fare proseguire nella sua opera di difesa e di salvaguardia della salute di tantissimi cittadini. La gente sfila ordinata, in silenzio, come fosse in chiesa, solo qualche battuta a bassa voce, qualche stretta di mano e sguardi di intesa e sorrisi solidali. Ci si sente uniti, finalmente “uno” (non accade spesso!) legati gli uni agli altri a chiedere qualcosa che interessa tutti. Si firma e si prova la sottile ma netta sensazione di avere fatto bene, di avere fatto, soprattutto, per un moto irrefrenabile dell’animo, perché “è giusto!”. Che si sia ad un bivio? Che i cittadini della Locride finalmente siano orientati ad intraprendere la via della solidarietà e dell’unitarietà per un bene comune? Che la Locride non abbia più voglia di sopportare in silenzio, senza esprimere una sua legittima vitale esigenza? Avremo modo di vederlo già oggi. Quando sarà avviata la raccolta delle firme contro lo smantellamento dell’Ospedale di Locri e nei prossimi giorni quando saranno avviate (auspichiamo che lo siano) altre azioni legittime per la difesa e la salvaguardia del nostro territorio. La locride non può più attendere e il suo avvenire sta tutto sulle spalle e sulle idee dei suoi cittadini.
Filippo Todaro