R. & P.
In merito all’ordinanza della Regione Calabria, emessa nella serata di ieri, il nostro sentimento è di sgomento.
Appare chiaro che ci troviamo davanti ad una feroce battaglia tra Stato centrale e “periferia”, peccato che si stia combattendo sulla pelle dei basiti cittadini calabresi.
E’ inoltre evidente che questo è anche il risultato di un processo di mancata condivisione delle scelte tra il Governo, eccessivamente accentratore, e la Cabina di Regia delle Regioni che non ha funzionato.
Ma soprattutto è un provvedimento che indipendentemente dalla sua bontà o meno, lascia esterrefatti per le modalità con cui è stato emanato.
Comunicato poche ore prima di entrare in vigore, in totale assenza di collaborazione con i sindaci (e le reazioni avverse di molti primi cittadini confermano) che di conseguenza, si troveranno a gestire ulteriori problemi.
Come non dimenticare poi l’incoerenza mostrata dallo stesso Governatore che da un lato rifiuta il rientro di calabresi che hanno responsabilmente evitato la fuga a metà marzo, dall’altro incentiva una riapertura senza aver definito in modo chiaro, netto, inequivocabile alcune linee guida, regole, competenze dei controlli e soprattutto l’effettiva possibilità di compierli a tutela della salute pubblica.
Che la Fase 2 dovesse essere pensata diversamente non c’è dubbio, che la disomogeneità della struttura economica e produttiva del paese unita all’andamento dei contagiati richiedesse provvedimenti su scala territoriale è assodato, ma forzare la mano per beghe politiche non è accettabile, mandare i cittadini calabresi al macello solo per sentirsi vittima di uno “Stato Autoritario” non appena si vedrà costretta a “ritirare” l’ordinanza, è un puro e squallido sciacallaggio politico.
Non a caso il ministro Boccia ha diffidato la Regione Calabria che, in caso di risposte negative, arriverà all’impugnazione davanti al Tar di questa decisione con i tempi lunghi che ne conseguiranno.
Invitiamo pertanto il Governatore a ripensare e ritirare l’ordinanza evitando di trasformare la Calabria in un vassallo leghista, ed invitiamo le istituzioni ad un più costruttivo confronto, evitando possibilmente di lasciare il peso di questa emergenza sui cittadini e sui sindaci che in queste settimane, ancor di più che in passato, sono l’unico riferimento della popolazione.
Concludiamo appellandoci al buon senso ed alla responsabilità dei calabresi, affinchè dove non arriva la politica arrivi l’intelligenza del cittadino.
Italia in comune – Calabria
Il Coordinatore Regionale Serafino Tangari
Il Presidente Pietro Francesco Spadafora