R. & P.
Gentile Direttore, qualche tempo fa ho appreso dalla stampa che il Parco Nazionale dell’Aspromonte ha deciso di finanziare una serie di progetti per rilanciare un territorio ricco di potenzialità ma da sempre depredato e impoverito da sciacalli, criminali e prenditori. Ottima notizia.
Premetto che seppur nato, cresciuto e vissuto sino ad oggi in un paese adagiato sulla costa jonica, ho sempre amato in modo viscerale le nostre montagne. Il nostro Aspromonte. Dalle alture spettacolari che sovrastano l’area grecanica a quelle impenetrabili e lussureggianti che dominano la Locride. Un patrimonio di rara bellezza e di fascino inimitabile, spesso privato di dignità e onorabilità. Prima violentato profondamente nelle viscere e nell’animo durante gli anni terribili dei sequestri di persona e poi sfruttato strumentalmente come marchio di garanzia qualitativa a destra e a manca, senza il minimo rispetto e senza la minima accortezza per il suo paesaggio, la sua flora e la sua bellezza, annientata da tonnellate di abusivismo edilizio sotto gli occhi di tutti ma visto da nessuno.
La notizia comunicata tempo fa dal presidente Bombino in conferenza stampa fa ben sperare. «Il Parco non è solo conservazione della natura ma anche rafforzamento dell’identità culturale e attenzione all’attività umana». Musei, percorsi culturali e finanche una fattoria didattica a Canolo. Ed è su Canolo che mi voglio soffermare brevemente, perché lo frequento da sempre. E spero di poter portare presto i miei nipotini a visitare questa fattoria.
Facendo una breve ricerca in rete, ho appreso che un’azienda agricola del posto ha ricevuto un finanziamento dall’Ente Parco di 43.500 euro a fronte di una richiesta di 107.000 euro: una delle pochissime a ricevere l’importante sostegno. Quasi tutti gli altri destinatari sono enti pubblici o associazioni di vario tipo ma non aziende.
La fattoria didattica, da quanto si apprende su internet, pensata “nel rispetto di quanto previsto dagli strumenti della pianificazione urbanistica vigenti, dei requisiti previsti dalla carta della qualità delle Fattorie Didattiche della Coldiretti e in coerenza con i principi di sostenibilità e biodiversità”, dovrebbe portare “alla promozione del territorio attraverso strumenti di formazione e divulgazione delle bellezze autoctone, siano esse naturalistiche, siano esse legate alla biodiversità delle specie animali presenti in azienda: dal suino bianco a quello nero calabrese, alle pecore, alle capre, ecc”.
Un progetto certamente interessante, che spero possa essere presto fruibile. Sono convinto che l’azienda saprà impiegare al meglio i soldi della collettività concessi dall’Ente Parco al fine di contribuire al rilancio del territorio e non semplicemente alla mera crescita aziendale, ma spero anche che l’Ente Parco sostenga economicamente anche altre aziende agricole parimenti meritevoli e operi con sempre maggiore determinazione e rigore contro l’abusivismo edilizio, i tagli indiscriminati di alberi e di speranza, le discariche abusive, i falsi ideologici, ecc. ecc. ecc. ecc.
Gianni Gullotta, cittadino di Calabria.