di Gianluca Albanese
LOCRI – Il sindacato Fsi torna ad attaccare il primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Locri Michele Musolino, in una nota stampa a firma del dirigente territoriale Rosario Portulesi e del segretario territoriale Pasquale Calandruccio, in cui è scritto, tra l’altro, che il medico «con propria disposizione di servizio, di dubbia valenza, e, commettendo il reato di abuso di potere, riduce i posti letto utilizzabili in Cardiologia da sedici a otto e ciò dopo avere determinato con il suo comportamento» «l’ammalarsi di quattro infermieri da lui sottoposti a stress psico – fisico» «Gli organismi preposti cui abbiamo ripetutamente evidenziato tale pericolosa situazione, evidentemente, disattenti alla gravità del problema posto, non hanno mai inteso intervenire».
{loadposition articolointerno, rounded}
La Fsi, nella dura nota diffusa agli organi di stampa ha aggiunto che «La FSI ha chiesto che il dottor Musolino Michele venisse rimosso da quell’incarico per la situazione creata, poiché tale situazione riveste un palese pericolo oltre che per la salute dei dipendenti, anche per gli stessi ammalati cui si può e si deve erogare la dovuta assistenza solo se si è in condizioni psico-fisiche ottimali e anche perché la proroga dell’incarico a lui attribuito non era passato attraverso la valutazione collegiale dell’organismo competente previsto dal CCNL della dirigenza medica. Per quanto attiene l’eliminazione, sia pur temporanea dei posti letto, determinata dall’illegittima disposizione di servizio del dottor Musolino, la FSI chiede l’intervento immediato della Procura della Repubblica affinchè disponga l’immediato ripristino dei posti letto in quanto necessari agli utenti affetti da gravi patologie cardiache. Giova evidenziare che nonostante la conoscenza degli avvenimenti e la gravità degli stessi, aggravati dalla disposizione di servizio del dottor Musolino, la direzione sanitaria – conclude la nota – ha continuato un colpevole silenzio relegando ancora i cittadini a subire l’ennesima onta contro l’ospedale di Locri».