di Gianluca Albanese
Lente Locale, sin dalla sua nascita, è il quotidiano on line della Locride. Per una chiara scelta editoriale che nel lavoro quotidiano si traduce anche in una rigida selezione delle notizie da pubblicare secondo il criterio della competenza territoriale. Ecco perché non abbiamo dato notizia dell’imponente operazione “Rinascita-Scott” condotta dai migliori uomini di tutti i reparti dell`Arma dei Carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro con a capo il magistrato Nicola Gratteri che ha portato all’esecuzione di circa 350 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti soggetti. Non solo famigerati ‘ndranghetisti come i Mancuso di Limbadi, ma anche uomini delle istituzioni che, secondo le risultanze delle indagini, erano a disposizione dei clan.Grazie all’ottimo lavoro svolto dai colleghi di LaCnews24 abbiamo potuto seguire la conferenza stampa tenuta dagli investigatori nella tarda mattinata di oggi nella sede della Corte d’appello di Catanzaro. https://lacnews24.it/cronaca/operazione-ndrangheta-vibonese-edizione-tg-lacnews24_106601/
Molti gli spunti di riflessione emersi dalle parole degli inquirenti, ma un dato su tutti ha turbato la nostra fiducia nello Stato: la penetrazione delle cosche negli apparati istituzionali era tale che quasi tutti gli indagati sapevano che l’operazione “Rinascita-Scott” – così è stata denominata, anche in omaggio a un agente della Dea – sarebbe scattata nella giornata di domani. Troppe soffiate, infatti, hanno rischiato di mettere a repentaglio il lavoro di anni di indagini, tanto che gli arresti sono stati anticipati a oggi, costringendo i vari reparti speciali dei Carabinieri a compiere una impresa titanica. Non ci sono solo i “soliti” ‘ndranghetisti tra gli arrestati, ma anche un Colonnello dei carabinieri, i vertici della polizia locale di Vibo Valentia e Pizzo Calabro, avvocati di grido come l’ ex parlamentare forzista Giancarlo Pittelli e tanti politici che, accusati a vario titolo e con livelli differenti, non avrebbero reso onore alle cariche elettive ricoperte. Qualche nome? L’ex consigliere regionale Giamborino, l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo (che quando si candido’ alle primarie del centrosinistra calabrese fece proseliti anche nella Locride, contagiando col suo verbo innovatore e rottamatore di scuola renziana politici e amministratori di destra e di sinistra) e alcuni tra i leader storici della sinistra calabrese, tra cui Nicola Adamo e Luigi Incarnato, tessitori fino a ieri delle trame politiche orchestrate in vista delle prossime elezioni regionali. Quanto basta per non fidarsi più di nessuno nel mondo della politica e delle istituzioni. Se non fosse per la presenza di una delle poche istituzioni che mantengono il proprio ruolo a testa alta: i Carabinieri. È a loro che Gratteri, da abile comunicatore, ha riservato gli elogi maggiori durante la conferenza stampa. Carabinieri capaci di imprese epiche come quella odierna ma anche di un paziente lavoro quotidiano su un territorio che oggi, finalmente, mostra la propria gratitudine. La nostra esperienza ci ha insegnato a rifuggire la tentazione di fare processi sommari e di attendere gli eventuali rinvii a giudizio e i tre gradi dei processi. Ma un dato, qualora ce ne fosse bisogno, emerge con grande chiarezza: i carabinieri sono un punto fermo che mantiene alto il valore del concetto di Stato. Non manca una riflessione finale sull’invito rivolto dal Procuratore Gratteri ai calabresi per bene, ovvero quello di riappropriarsi degli spazi istituzionali lasciati vacanti da politici e amministratori accusati di collusione e corruzione. Bene in questo momento così importante per procura e forze dell’ordine e anche per una società civile spesso disorientata e disillusa. Piuttosto, a chi ha voglia di candidarsi per spendere il proprio tempo e le proprie energie e competenze per il bene della comunità di appartenenza, potrebbero anche non bastare operazioni storiche come quella odierna se non accompagnate da strumenti amministrativi meno condizionati dai vincoli di bilancio imposti dall’alto e soprattutto da una profonda revisione della legge sullo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose che quasi sempre non risolve il problema dei condizionamenti criminali, men che meno migliora l’efficienza degli enti e spesso butta via il bambino con l’acqua sporca, lanciando schizzi di fango a quelle persone per bene che oggi il procuratore Gratteri invitava a tornare all’attivismo politico. Ben venga, dunque, l’esortazione di Gratteri purché quella Calabria per bene che in larga parte apprezza il suo lavoro, possa avere strumenti certi per migliorare la cosa pubblica.