DAL PRESIDENTE DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI DI GIOIOSA IONICA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO L’OMELIA DEL VESCOVO FRANCESCO OLIVA IN OCCASIONE DELLA BENEDIZIONE DEI BAMBINI SABATO 30 AGOSTO – FESTA DI SAN ROCCO
GIOIOSA IONICA – Il vescovo ha esordito dicendo “Io sono un grande devoto di San Rocco perché ho iniziato il mio ministero diaconale alla festa si San Rocco il 16 agosto 1975, nel mio paese (Papasidero -Cs), per affrontare subito dopo il problema della famiglia e del calo delle nascite.
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Con piacere sono venuto qui per benedire questi bambini. Gesù ha detto “Lasciate che i bambini vengano a me” (ha chiamato a sé quei bambini più grandicelli e porgendo il microfono ad ognuno di loro ha fatto dire il nome, più avanti, nel momento della benedizione ha preso in braccio uno dei bambini di pochi mesi ed ha benedetto la folla di fedeli; alla fine ha chiesto ad ogni bambino che era accanto a lui sull’altare, di fare il segno di croce ed ha recitato assieme a loro “Nel nome del del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo…”, alla risposta positiva dei bambini ha esclamato “Ma sono proprio tutti cattolici !”).
Naturalmente, benedicendo questi bambini benedico le mamme. Avere oggi una mamma è un tesoro inestimabile, per cui i bambini stanno bene nelle braccia della mamma senza escludere il papà, ma questi bambini devono essere veramente benedetti dal Signore perché possono crescere come Lui cresceva in età, sapienza e grazia.
Benedire i bambini significa benedire una comunità.
Oggi troppi funerali si celebrano, si fanno nelle chiese, pochi battesimi, poche sono le nascite, si riducono sempre di più e quindi questi bambini sono la speranza di questo paese, senza bambini non c’è futuro.
Ogni bambino che nasce è un segno dell’amore di Dio, è il segno -diceva il grande Papa Paolo VI- che Dio non si è dimenticato di noi.
Se non nascono bambini – attenzione- vuol dire che Dio si è dimenticato di noi oppure che noi siamo troppo chiusi nel nostro egoismo, nelle nostre eccessive ansie e preoccupazioni temendo che Dio faccia mancare loro il pane sulle mense dei più poveri. Dio non fa mancare il pane, non dobbiamo avere paura, dobbiamo essere gioiosi quando nasce una vita, pronti ad accoglier la vita che nasce.
Fatevi i conti voi genitori. Capite cosa voglio dire, tre figli significa che ci sarà uno in più rispetto ai genitori e quindi ogni nascita, ogni bambino che nasce è una grande benedizione di Dio, è una grande speranza. Quindi noi più grandi dobbiamo fare in modo che questi bambini crescendo trovino un paese, un ambiente bello, accogliente; trovino una famiglia unita.
Questo è il problema grande, dove il papà vuole bene alla mamma, la mamma vuole bene al papà. La famiglia divisa non aiuta questi bambini a crescere, e così anche un ambiente, un paese sano. Questi bambini soffrono molto l’ambiente: se l’ambiente è sano, crescono sani; se la famiglia è cristiana questi bambini cresceranno da cristiani. Ma se l’ambiente è malato, è inquinato, se l’ambiente non sta bene, anche questi bambini respireranno l’aria infetta attorno a loro.
Abbiamo una grande responsabilità. Io benedico questi bambini, ma sopratutto benedico ciascuno di voi perché i bambini sono benedetti se i grandi stanno bene.
Sollevate i bambini, sono convinto che adesso i bambini non vengono svestiti, come avveniva una volta, non c’è bisogno di svestirli.
Vedo che sono tutti con la mantellina verde: un segno di speranza e di consacrazione a San Rocco.
– Quindi ha attualizzato il pensiero sulla Festa di San Rocco e delle feste in generale.
Voglio esprimere a tutti i devoti di San Rocco il mio augurio più sincero; auspico che la Festa di San Rocco non vi lasci tali e quali come vi ha trovati, ma che sia una occasione di rinnovamento interiore sempre verso il meglio, non in peggio.
La Festa di San Rocco possa essere per tutti occasione anche di conversione interiore.
Chi crede in San Rocco, in occasione della Festa, sapete cosa fa ?!
Oltre al partecipare alla processione, si confessa, prega di più il Signore, ascolta di più la parola del Signore.
Io sono contento, ho visto che Gioiosa è un popolo fedele al Signore.
Ma è anche un popolo che accoglie le sollecitazioni che vengono dalla Chiesa, dal Vescovo, dal parroco, anche per correggere alcune cose.
Cosa fa la mamma nei confronti del figlio quando sbaglia ? Gli dice “Bravo, continua così!?” Lo corregge per il meglio.
E allora vi ringrazio veramente anche per aver accolto alcune mie indicazioni, alcuni miei suggerimenti nell’incontro che abbiamo avuto pochi giorni fa per migliorare la nostra festa, per migliorare il modo di fare festa.
Ricordate che non sono contrario alla festa.
Mi piace fare festa, mi piace. Però non bisogna chiudere gli occhi di fronte ai
nostri problemi, deve essere una festa che ci apre di più gli occhi, che ci fa guardare in faccia chi ci sta vicino; una festa che ci aiuta a capire quali sono le difficoltà che dobbiamo affrontare insieme e che dobbiamo superare.
La festa non ci deve lasciare più poveri di come ci ha trovati.
Capite ?
Con la festa dobbiamo arricchirci interiormente, non immiserirci.
Allora questa è una occasione di rinnovamento spirituale.
Vi auguro di partecipare alla processione per pregare, e pregare.
Io non ci posso essere alla processione perché impegnato altrove.
Ma il prossimo anno, se le cose si mettono per il meglio, se il Signore ci concede di vivere, cercheremo di essere presenti, non avrò bisogno di inviti perché ho già segnato la data.
Alla processione andate, ma con fede, pregando; e quando vi stancate di pregare, fermatevi, tornate a casa, non dovete fare tutto il percorso.
Uno non può fare dieci ore di processione, uno fa il pezzo di processione in cui riesce a camminare senza stancarsi ed a pregare.
Non vi è richiesto di fare tutta la processione. Sapete cosa ci chiede oggi la Chiesa ? Ci chiede di partecipare fedelmente all’Eucarestia domenicale. Attenti: non partecipare alla processione non è un peccato, ma non andare in Chiesa la domenica è un peccato ! Non dimenticatelo. Se uno partecipa alla processione e non va a messa la domenica, deve confessarsi perché l’Eucarestia è il pane che alimenta la nostra vita. Senza Eucarestia noi non possiamo vivere.
Un’altra cosa San Rocco ci deve aiutare a capire: vedete la ferita di San Rocco, lui si è ammalato perché è stato contagiato, lui era un Santo, un volontario della carità, uno che non se ne stava a casa, uno che andava alla ricerca dell’ammalato per consolarlo, per aiutarlo, per assisterlo, per curarlo, ed in questo servizio di carità e di amore si è contagiato, cadendo ammalato anche lui.
Possa San Rocco essere per tutti noi un Santo che suscita dentro di noi l’ardore della carità.
E con questo vi lascio ed auguro a tutti “Buona Festa di San Rocco! Ed a presto !
Quindi,che San Rocco ci aiuti a capire anche questo.