di Gianluca Albanese
LOCRI – “Si è parlato più volte della possibilità di fare una fermata ferroviaria all’altezza del museo di Locri-Epizefiri, come sta per avvenire a Caminia. Ci sono i fondi e c’è la volontà politica a livello europeo e nazionale. Serve che sia accompagnata da una spinta propositiva sul piano locale”.
L’intervento di Antonio Guerrieri all’incontro che la direttrice del museo di Locri Elena Trunfio ha tenuto sabato scorso coi rappresentanti delle associazioni impegnate nella diffusione di arte, archeologia e cultura, ha introdotto un interessante spunto in un pomeriggio in cui è stato espresso un plauso unanime per la decisione di mettere a confronto i sodalizi interessati in un museo ristrutturato che, come ha detto Guerrieri “deve essere un incubatore di cultura”.
Non è la prima volta, per la verità, che si torna a parlare di una fermata ferroviaria a Locri-Epizefiri. In passato se ne occupò il docente universitario della “Mediterranea” di Reggio Calabria Domenico Gattuso (con la scheda progettuale sul cammino della Magna Grecia patrimonio dell’umanità nell’ambito di “Treni di carta”) e recentemente l’associazione “Ferrovie in Calabria” presieduta da Roberto Galati ha annunciato la nascita del “Treno della Magna Grecia” che accompagnerà turisti e scolaresche alla scoperta delle bellezze paesaggistiche, archeologiche, culturali ed enogastronomiche della costa ionica calabrese.
Un treno turistico a tutti gli effetti, dunque, che gode del patrocinio della Fondazione FS Italiane e poggia sull’utilizzo dei treni regionali delle tratte tra Sibari e Catanzaro Lido e tra Catanzaro Lido e Reggio Calabria.
Già sabato 21 maggio è partito “Treno della Magna Grecia – Itinerario del bergamotto” che conduce i viaggiatori da Catanzaro Lido a Brancaleone, accompagnati dai volontari dell’associazione “Ferrovie in Calabria” alla scoperta dei luoghi del confino di Cesare Pavese e della Brancaleone Vetus.
Dunque, l’istituzione di una fermata ferroviaria all’altezza del museo e parco archeologico a Locri potrebbe inquadrarsi in questo progetto, magari implementandolo dal punto di vista strutturale con una passerella sopraelevata come quelle presenti in molte stazioni decentrate – si pensi alla Fiera di Roma – tale da permettere ai visitatori di raggiungere il museo senza essere costretti all’attraversamento pedonale della Statale 106 che, come dimostra il terribile incidente stradale di lunedì scorso, proprio in prossimità del museo risulta essere particolarmente pericolosa.
Può essere un serio spunto di riflessione, magari favorito dal dialogo tra le associazioni frutto dell’iniziativa intrapresa dalla direttrice Trunfio perché va da sé che una seria e incisiva attività di promozione e diffusione dei tesori archeologici, artistici e culturali della Locride (anche nell’ambito della più volte evocata candidatura a Capitale Italia della Cultura 2025) deve passare da un assetto infrastrutturale tale da rendere più agevole l’accesso ai luoghi d’interesse.
Altra proposta formulata da Guerrieri all’assemblea di sabato al museo, quella che ha riguardato la creazione “di una consulta permanente tra gli assessori alla Cultura dei 42 Comuni della Locride, affinché -ha spiegato – si possa pervenire a un’azione coordinata e tale, per esempio, da evitare sovrapposizione di eventi in un territorio che deve parlare con una sola voce”.