di Gianluca Albanese
LOCRI – Una petizione popolare per chiedere all’amministrazione comunale di Locri di rivedere i prezzi di quelli che definisce “gli ultimi adempimenti terreni”. A intervenire nel dibattito cittadino sul “caro estinto” che ha preso le mosse dalla concessione dei servizi cimiteriali al consorzio privato “Caes” è l’avvocato Pino Mammoliti, già amministratore comunale, particolarmente sensibile a questa tematica.
Riferendosi ai prezzi, già sensibilmente ridotti dopo la revisione concordata tra l’amministrazione comunale e il consorzio messinese, Mammoliti ritiene, tuttavia, che siano ancora “molto alti e privi di criteri differenziali tra le diverse categorie sociali. Giusto per segnalare una macroscopica prova – scrive l’avvocato in un post pubblicato sul proprio profilo facebook – invito i visitatori del cimitero, passando innanzi alla chiesa, a contare da quanti giorni giace su un catafalco la bara di una povera signora, o meglio, di una signora povera che – aggiunge – non aveva la possibilità di acquistare un posto per degna sepoltura”.
È un rischio che molti avevano paventato, quello della bare che sarebbero rimaste prive di sepoltura, proprio per l’impossibilità dei familiari dei defunti di sostenere le spese imposte dalla nuova gestione che, secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale, garantirà una gestione efficiente e imparziale dei servizi, dopo le inchieste giudiziarie che hanno dato la stura all’operazione “Riscatto” culminata con sette pesanti condanne in primo grado a presunti boss e gregari delle cosche della ‘ndrangheta cittadina, accusati di gravi condotte criminali come le estorsioni e di aver gestito, per decenni, i servizi cimiteriali in forma praticamente monopolistica.
Un “repulisti” avallato dall’esito fin qui maturato della vicenda giudiziaria che però lascia aperta la questione riguardante le tariffe.
Per questa ragione, Pino Mammoliti ha inteso farsi interprete del malcontento diffuso tra i cittadini e ha organizzato questa raccolta firme “con allegazione di dati identificativi della carta d’identità” che avverrà nei “negozi di fiori presenti in città – ha spiegato l’avvocato – a fare data dall’1 e per tutto il mese di giugno”.