È stato siglato lo scorso 24 gennaio l’accordo fra la Conferenza unificata e il Governo, Regioni, Province Autonome e Comuni in materia di identificazione e registrazione degli animali da affezione. L’accordo, prevede diverse misure dell’Ordinanza del Ministero della Salute 19 luglio 2012, per l’identificazione e la registrazione della popolazione canina, in scadenza il prossimo 24 febbraio.
Fra i vari punti vi sono il divieto di vendita e cessione, a qualsiasi titolo, non solo di cani, ma anche di gatti non identificati e registrati, e di età inferiore ai due mesi; l’identificazione dei gatti presenti nelle colonie feline al momento della sterilizzazione e la loro registrazione nell’anagrafe degli animali d’affezione a nome del Comune competente sul territorio; l’obbligo da parte del veterinario di segnalare la mancanza o la probabile illeggibilità dell’identificativo al Sevizio Veterinario pubblico. Per tutto ciò che invece concerne la tracciabilità degli animali questo accordo, secondo le associazioni della Federazione Italiana Diritti Animali e Ambiente, come Amici Animali, Chiliamacisegua, Enpa, Eolo a 4 zampe, Lav, Lega del cane, Leidaa, Noi Animali, Oipa, segna un passo indietro, poiché le disposizioni sono poco chiare e meno dettagliate rispetto a quelle contenute nell’ordinanza ministeriale, che riconosce l’inoculazione un atto medico veterinario e che i microchip possono essere venduti esclusivamente alle Regioni e alle Provincie Autonome di Trento e Bolzano, alle Aziende sanitarie locali, ai veterinari abilitati ad accedere all’anagrafe canina e alle Facoltà di medicina veterinaria che hanno un ambulatorio aperto al pubblico. L’auspicio delle associazioni animaliste è che l’accordo non rappresenti motivo per non reiterare l’ordinanza ministeriale ancora indispensabile nelle more di una nuova legge in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo che ne contenga le previsioni e le integri con altre misure chiare e efficaci. «Rinnoviamo l’appello al Ministero della Salute Balduzzi e al Sottosegretario Cardinale, affinché la reiterino, prima della scadenza prevista per fine febbraio».
SIMONA ANSANI