di Simona Masciaga
Delitti, sete di potere, ambizione, ecco come Lady Macbeth in vistosi abiti rossi, interpretata da una straordinaria Anna Netrebko (soprano), si destreggia da Femme fatale divenendo dominante e regina incontrastata della serata ambrosiana più importante dell’anno.
Il Teatro della Scala di Milano, apre la stagione con un’opera forte, già rappresenta ben quattro volte in open: il Macbeth di Giuseppe Verdi diretto da Riccardo Chailly per la regia di Davide Livermore.Opera ispirata all’omonimo dramma di Shakespeare, la terza della trilogia giovanile dopo Otello e Giovanna d’Arco, su libretto di Francesco Maria Piave, Macbeth è un’opera completamente diversa e a suo modo rivoluzionaria. Diversa in quanto la forza dell’amore della eroine del melodramma classico viene soppiantato l’ odio, la determinazione di una donna cinica e assetata di potere che si macchia di sangue e, a sua volta, rivoluzionaria per la presenza dell’ elemento fantastico quali spettri, streghe e apparizioni.
Delle due versioni verdiane (l’una del 1847, l’altra del 1865), Livermore sceglie la seconda adattandola in chiave ultramoderna molto cinematografica con azioni immerse in un 900 volutamente distopico. Lo stesso regista sostiene che non si tratta di una ricostruzione storica ma ciò serve per entrare nel vivo del nostro presente. Macbeth è teatro politico che risveglia la coscienza dell’uomo e la scuote; opera distropica, quindi intesa come netto distacco da un mondo utopico quasi perfetto e ideale, con un mondo spaventoso dove noi cittadini siamo partecipi di sviluppi e assetti politico-sociali spesso abominevoli.
D’altra parte bisogna notare come Verdi abbia sempre denunciato, attraverso il melodramma la lotta per i diritti sociali e civili per non parlare dell unità nazionale; aggiungiamo che le ambizioni e la fragilità umana non è mutata nel tempo.Una storia cruda, intrisa di delitti, mentalmente ben architettata dai personaggi, una sorta di thriller dalla scenografia tipo Inception di Nolan dove però la voce dei protagonisti ne determina la potenza drammatica. Voci roche a volte graffianti e imperfette volutamente per sottolineare cinismo e crudeltà dei personaggi; superba Anna Netrebko soprano, straordinario Luca Salsi baritono nel ruolo di Macbeth, notevoli Francesco Meli, Ildar Abdrazakov e Ivan Ayon Rivas nei ruoli secondari. Splendidi gli abiti di Gianluca Falaschi. Meritatissimi i 13 minuti di applausi.
Da sottolineare la calorosa accoglienza del presidente Mattarella accolto con un lunghissimo applauso e la standing ovation dell’intero pubblico.