DAL NOSTRO LETTORE GIUSEPPE AUDINO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO QUANTO SEGUE:
La natura riprende i suoi diritti e questo fa pensare molto. Tanti ricordi strappati da una mareggiata che ha portato via tante cose belle e anche brutte.
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Lo scossone, ricevuto da madre natura, ci rimanda indietro nel tempo e ci fa vedere la metamorfosi della prima bellezza apparsa sulla Costa dei Gelsomini, metamorfosi negativa che ha subìto una rara bellezza divenuta ultimamente un bazar.
Lungomare si chiamava, distrutto prima dall’uomo che l’ha reso semplice strada ricca di obbrobri, con i suoi monumentali stabilimenti balneari a base fissa, che hanno offuscato al visitatore la sua magnificenza nella bellezza naturale del sorgere del sole, dell’incontro all’orizzonte del cielo e del mare, del riflesso sulle acque della luce lunare, della vista della bellissima spiaggia, variegata nei colori dalla diversa granulometria della sabbia, riflessa dal sole o dalla luce artificiale dei lampioni, quindi la distruzione di quanto alla mente permetteva estrapolare da una bellezza così rara, perché costruita con un’architettura fine e delicata, visibile negli effetti ottici prodotti dalla posa delle mattonelle rigate del marciapiede, nelle sue panchine bianche, nei suoi lampioni a stelo lungo che, come giraffe, attraverso le plafoniere emanavano una leggera luce, lasciando all’ombra e al silenzio della notte, il palpito di cuori giovani innamorati sognare e quelli di anziane coppie sui passi della vita vissuta a ritroso ritornare.
Da questi pensieri è possibile notare che madre natura non ha distrutto il bello ma il brutto, lasciando i bellissimi monumenti del nostro Scultore Giuseppe Correale, e ha lasciato la speranza che la ricostruzione, fatta con i dovuti accorgimenti tecnici per fronteggiare le mareggiate, elimini dalla spiaggia quanto di stabile offusca la vista di quanto suddetto, mandando lato monte le strutture fisse degli stabilimenti balneari che, attraverso sottopassaggi, li collegano alle parti mobili (ombrelloni con tavolini e sedie per consumare una pizza o altro, piattaforme per fare ballo in prossimità della battigia ecc.) che, annullando il bazar attuale, permettano al turista e all’oriundo di poter visivamente sognare e, nella sua bellezza, come in passato altri cuori legare.
Giuseppe Audino (http://memoriediunlungomare.blogspot.se)
Siderno, lì: 07 – febbraio – 2014