*Luca Marturano
LOCRI – Più volte nel corso negli ultimi decenni la Locride è stata vista più o meno da tutti (e quindi anche dallo Stato) come la Giudea durante l’Impero Romano: una provincia lontana, buona solo per i pagamenti dei tributi, abitata da persone sempre in guerra tra di loro che non accettavano le leggi e gli usi di altri soggetti.
Più volte nel corso degli ultimi decenni la locride è servita a esponenti dello Stato per (di)mostrare la loro presenza “fisica” ma non “istituzionale” nel senso giuridico del termine.
Più volte nel corso degli ultimi decenni la locride è stato palcoscenico per manifestazioni e convegni di indubbio valore culturale, mediatico e accademico.
Più volte nel corso degli ultimi decenni lo Stato è stato protagonista , giustamente, con il cosiddetto braccio di Ercole di un’azione repressiva nei confronti della criminalità organizzata.
Più volte negli ultimi decenni è mancata però nella locride allo Stato la saggezza di Giove. L’azione repressiva non è stata supportata da investimenti e politiche atte a creare occupazione, crescita economica e quindi sviluppo.
La vicenda odierna di Call & Call Lokroi – dove si rischiano 129 licenziamenti – darebbe allo Stato la possibilità di dimostrare che esiste anche come soggetto di politiche attive del lavoro sul territorio. In che modo? Semplice. Fornendo a Call & Call Lokroi una commessa pubblica.
Molte strutture amministrative dello Stato, delle Regioni e delle Città Metropolitane si avvalgono per i loro servizi di call center (vedi Inps, Inail etc.). L’affidamento diretto, nei limiti consentiti dalla legge, di una commessa pubblica a Call & Call Lokroi aprirebbe nuovi scenari e nuove certezze.
Esistono innumerevoli commesse pubbliche attinenti l’assistenza telefonica agli utenti e quindi ai cittadini, alla politica spetta il compito di trovare le soluzioni per rendere possibile quanto prospettato.
E’ indubbio che ciò si tradurrebbe in ulteriori posti di lavoro e conservazione dei posti attuali facendo risparmiare in futuro allo Stato i costi per quelle azioni repressive di cui tanto sentiamo parlare. Lo Stato non sarebbe più visto nella locride come “superiorem non recognoscens” ma come un’entità concreta che si ricorda, quindi, che la locride non è una sua lontana provincia deserta. Le belle parole espresse da tantissime cariche politiche nel corso dell’ultima manifestazione di “Libera” diventerebbero fatti.
Libero cittadino della Locride