di Simona Ansani
LOCRI – 《Spiace leggere molti commenti in merito alla vicenda del cane avvelenato. Innanzitutto ai veterinari dell’Asp, intervenuti nel cuore della notte e impossibilitati a prestare qualsiasi cura, è stata data indicazione, dal sottoscritto, di provvedere prioritariamente a salvare il povero animale anche ricorrendo a strutture private in assenza di canile sanitario pubblico o convenzionato》.
Sono queste le parole del Sindaco Giovanni Calabrese all’indomani degli spiacevoli quanto assurdi commenti scritti su fb dopo il post del primo cittadino che lamentava solo un esosa fattura da parte della clinica veterinaria privata, un importo pari a 642 euro, a seguito delle cure per il cane che mostrava segni di avvelenamento. Polemiche da parte dei tanti leoni da tastiera dunque, che però sull’operato del Sindaco non si può affatto dire nulla, poiché immediatamente ha messo in moto tutta la macchina operativa per intervenire tempestivamente al recupero del randagio, e alle sue cure, che hanno mirato alla tutela del povero cagnolino.
《Quindi il cane è salvo grazie alla disponibilità del comune di Locri. Il cane è stato affidato – aggiunge Calabrese – ad un privato che ha fatto richiesta motivata》. Ed ecco l’altra bella notizia, il cane è già stato affidato a un cittadino che ha preso a cuore la sua storia volendolo tenere con sé.
《In materia di accalappiamento e gestione dei cani vi è molta confusione circa le competenze – ribadisce Calabrese – con un conflitto tra Asp e enti locali. E’ ora che si affronti il problema seriamente e concretamente. Tutto in ogni caso viene sempre scaricato sui comuni》. Un aspetto che più volte è stato portato alla luce da noi giornalisti, dalle associazioni animaliste presenti sul territorio, ma anche dai primi cittadini che vogliono e quasi pretendono che si creino delle strutture di canili sanitari, coordinati dall’Asp e dai veterinari, con l’ausilio delle associazioni, che servono da collante con gli enti, per provvedere alle adozioni e agli affidamenti.
《Molti messaggi sono offensivi e ridicoli, ma non importa. La fattura ci è sembrata esagerata – conclude Calabrese – e verrà sottoposta al vaglio di un perito e delle competenti autorità. Nessuno ha mai negato l’assistenza al cane. Molti cittadini non sanno che anche queste spese ricadono sugli enti locali ed era giusto informarli. Alcune associazione ci hanno contattato e hanno avuto i necessari chiarimenti altri soggetti hanno preferito insultare.
A noi rimane la coscienza pulita per aver salvato il cane e il conto un pochino salato. Il giudizio e gli insulti di fanatici e gente che non è in grado di comprendere un messaggio chiaro non ci interessano e soprattutto non ci impressionano》.