LOCRI – Con la notizia dell’avvio della procedura 223, afferente al licenziamento collettivo avviato al call center, coinvolgendo oltre 120 dipendenti, inevitabile lo sconcerto e la paura per il futuro da parte dei diretti interessati, molti dei quali hanno come unico sostentamento economico proprio lo stipendio derivante dal lavoro a Call&Call Lokroi.
“NOI NON SIAMO NUMERI” è l’hashtag che ha iniziato a circolare sui social network (così come l’immagine allegata) e che racchiude preoccupazioni e stati d’animo.
In questi giorni pubblicheremo le storie di alcuni di loro che ringraziamo per averle voluto condividere con noi, ma soprattutto con tutti voi!
– Noi che abbiamo svolto un lavoro eccellente – Chiara S.
Siamo persone che abbiamo sudato ogni giorno, dando il meglio di noi stessi perché crediamo in quello che abbiamo costruito con il nostro sacrificio con la nostra volontà!
Ed io amo il mio lavoro, orgogliosa di fare parte della comunità di Locri e dei miei colleghi e colleghe anche se non sono nata al sud!
Noi il sito sfigato di Locri! A detta di qualcuno. Noi gli ultimi arrivati che viviamo in un territorio penalizzato! Si proprio noi! Noi comuni mortali abbiamo svolto un lavoro d’eccellenza, con tanto di riconoscimento! Noi non siamo numeri siamo persone che lavoriamo con professionalità, sacrificio, dedizione e passione!!!! Proprio noi gente del Sud ! Ed io mi sento parte anzi ancora di più a casa! Chiara Simonetta
– Dieci anni e sei mesi di crescita professionale e personale – Alessandra A.
Ho 34 anni e operatrice telefonica da ormai dieci anni e sei mesi. E’ stato un percorso di crescita professionale, ma soprattutto personale. Tutto è iniziato da quando per caso mia madre ascoltò in tv su una rete locale un annuncio di lavoro del quale annotò l’e-mail per inviare il curriculum vitae. Con non molta fiducia sul tipo di lavoro e stipendio ci proponemmo io e mio fratello.
Da allora, ancora fidanzata, iniziò a cambiare la mia vita. Basta solo ricordare che ho potuto pensare di creare una famiglia, di comprare casa, mettere al mondo tre meravigliosi figli e vivere dignitosamente, senza sentirsi solo fortunati, ma anche appagati.
Non nego sia stata la mia prima vera e importante esperienza lavorativa subito dopo essermi laureata, dopo aver avuto a che fare con saltuari lavoretti anche stagionali e sottopagati.
Voglio sottolineare il rapporto lavorativo e umano con i miei colleghi, con alcuni dei quali si è instaurata una vera amicizia. Quindi è doveroso sperare di poter fare qualcosa per evitare questo danno economico, ma soprattutto sociale che, non ci nascondiamo, riguarda l’intera Locride. Io voglio continuare a vivere e non iniziare a sopravvivere.
– I sacrifici e le conquiste di anni spazzati via in un attimo – Antonietta B.
Il 26 giugno 2017 è il giorno in cui i sacrifici e le conquiste di dieci anni di lavoro sono stati spezzati via in un attimo. Ero intenta a fare il bagnetto alle bimbe quando venni informata telefonicamente da mia cognata e collega che avremmo perso il lavoro.
Mi informai meglio e capì che l’incubo di ritornare disoccupata, di non poter sostenere al benessere delle tue bimbe, di ritornare a elemosinare un lavoro precario e sotto pagato è di nuovo lì più presente che mai.
Io sono Antonietta, madre di Giulia e Gioia, moglie di Antonio. Io non sono un numero, noi non siamo un numero!!!! Siamo centotrenta persone con alle spalle le nostre famiglie e le nostre speranze …
– Call&Call mi ha salvato la vita e ha salvato la vita delle mie due figlie – Cetty F.
Vivo sola con due figlie, un’adolescente e una bambina. Il 2008 è stato uno degli anni più difficili della mia vita. Una separazione drammatica con conseguente abbandono totale anche da un punto di vista economico. Io non lavoravo e il reddito familiare era prodotto solo dal mio ex marito. Io e le mie figlie ci siamo trovate, improvvisamente, in mezzo ad una strada, senza nessun mezzo di sostentamento, senza una casa.
Ho molta fede, ho implorato Dio che mi aiutasse a trovare un lavoro per poter mantenere le mie figlie e dare loro una vita non agiata, ma quantomeno dignitosa. Grazie a Dio si sono spalancate le porte del paradiso. Call&Call mi ha salvato la vita e ha salvato la vita delle mie due figlie. Il lavoro mi ha anche permesso di realizzare il sogno di Greta: studiare al liceo classico per poi accedere all’università. Il Call&Call mi ha fatta rinascere, facendomi sperare in un futuro migliore per la mia famiglia e, non meno importante, ho trovato delle persone meravigliose, un clima collaborativo e sereno che dubito possa trovarsi in altri luoghi di lavoro. Senza questo lavoro non potrei vivere. Ho bisogno di questo posto, con il quale provveduto a tutto dal pagamento del fitto di casa, fino ad ogni piccola necessità. Ho bisogno di questo lavoro altrimenti la mia famiglia non potrà più condurre quella vita libera e dignitosa che la Costituzione italiana ha posto come principio fondamentale della nostra Repubblica.