(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- Sollecitare l’invio dell’ispezione ministeriale al ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Maria Carmela Lanzetta e al ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione nel Governo Renzi Madia per trasmettere eventuali correttivi che abbattino le anomalie perpetrate ai danni dell’Ente, ma anche sollecitare il dipartimento della Funzione Pubblica per favorire un piano di supporto all’Amministrazione attraverso la formazione dei dipendenti.
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E’ il contenuto della proposta avanzata dal gruppo di minoranza “Impegno e Trasparenza-Pd”, accolta dalla maggioranza consiliare.
E’ quanto emerso nella partecipata assise pubblica aperta di questo pomeriggio, avente ad oggetto la problematica del personale di Palazzo di Città. Una convocazione immediata quella del civico consesso, richiesta (come già anticipato dalla nostra testata), dalla minoranza per deliberare su gli ultimi accadimenti derivanti dalla famosa lettera del primo cittadino indirizzata a Gesù Cristo, riportata nelle ultime settimane da vari organi di stampa e tv nazionali. Una richiesta in realtà, come premesso in apertura dei lavori dal capogruppo Cavo, già inoltrata lo scorso mese di febbraio, per segnalare le criticità del municipio locrese. Ed è sempre Cavo a chiarire fin da subito che <<Il nostro gruppo è contro i fannulloni e chi ruba lo stipendio. Il nostro obiettivo è combattere per l’efficienza amministrativa. Quello che contestiamo è la generalizzazione contro l’intera classe dei dipendenti che, non fa che gettare discredito sulla Città e non solo. Chi non fa il suo lavoro deve essere punito. Ci aspettiamo di sapere quanti procedimenti disciplinari sono stati avviati dall’inizio del mandato, l’oggetto di contestazione ed il relativo stato>>. A ciò va aggiunto che, il capogruppo di opposizione ha poi fatto cenno ad un editoriale de la “Repubblica” a firma di Eugenio Scalfari datato 7 settembre, in cui il giornalista citando il caso dell’assenteismo dei dipendenti, evidenziava che il Comune ha “125 dipendenti e da tre anni quelli in servizio (non sempre gli stessi) sono 25; gli altri cento stanno a casa o in ospedale perché ammalati o perché l’autobus non funzionava o perché la moglie li ha abbandonati o per altre ragioni più o meno comprensibili” <<Parole- ha proseguito Cavo- che mi hanno fatto rabbrividire. Parole che non sono state smentite neppure dal sindaco. Sparare nel mucchio non va bene. Non vorremmo che la Città passasse anche per la Città dei fannulloni. Chiediamo che si individuino responsabilità specifiche>>.
Non tarda ad arrivare la replica del sindaco Calabrese che, nel chiarire che il suo intento non fosse “far passare Locri per la Città dei fannulloni”, ha spiegato come il complesso rapporto tra Amministrazione e dipendenti fosse stato precedentemente segnalato anche dalle vecchie Amministrazioni precedutegli. In ultimo, quella retta dall’ex sindaco Pepè Lombardo. E per dimostrare quanto detto, in aula viene proiettata un’intervista rilasciata proprio da Lombardo il 2 novembre del 2012, giorno in cui diede le dimissioni per l’impossibilità di approvare in pareggio il bilancio di previsione 2012. Un testamento politico, così viene definito da Calabrese, in cui l’ex primo cittadino, sottolineava come una parte dei dipendenti non avesse compreso le difficoltà del momento, per via anche della scarsa collaborazione dimostrata. <<A quanto pare- ha chiosato Calabrese- le mie non sono state fantasie. La situazione del personale è stata confermata anche dalle varie Amministrazioni. Lombardo ammette che il personale è stato una delle cause delle sue dimissioni. In passato, si è preferito dimettersi e abbassare la testa piuttosto che reagire. Abbiamo e stiamo lavorando per migliorare l’apparato burocratico in termini di efficacia, a partire dalla rimodulazione dell’organico. Cinque sono stati i provvedimenti disciplinari applicati, tanti gli atti di indirizzo e tante le anomalie quotidiane>>. Il sindaco al contempo, passa ad elencare alcuni dati relativi le numerose assenze del personale per malattia (circa 7000), per non parlare delle ferie arretrate e i benefici della legge 104, con il risultato che da quando la famosa missiva è diventa di dominio pubblico, sembra siano diminuite le prescrizioni di certificati medici. Altra situazione che, ha minato a detta di Calabrese, l’operato dell’Amministrazione, è stata la scarsa operosità della polizia locale nel sanzionare le autovetture per violazione del Codice della Strada <<Non ho sparato nel mucchio, il nostro interesse è far funzionare la Pubblica Amministrazione, ci sono dipendenti che in questi anni non sono stati a Palazzo di Città, è questa la mia rabbia; un sindaco non può accettare di essere ostaggio di un dipendente per motivi elettorali. Chi lavora percepisce lo stesso stipendio di chi si imbosca e non fa niente. I dipendenti fannulloni verranno messi al margine dall’Amministrazione e perseguiti da provvedimenti a norma di legge. Anche i sindacati che ho incontrato questa mattina, sono d’accordo a tutelare i lavoratori seri, per erogare servizi di qualità ai cittadini. Ciò non toglie che ci sono anche quei pochi che, hanno deciso di seguirci in questa difficilissima battaglia di cambiamento. Dobbiamo creare le condizioni per offrire un futuro migliore alle giovani generazioni>>.
Per il consigliere Mammoliti, pur ribadendo il sostegno alla maggioranza la “Città vive sotto la cappa del sospetto” che va sconfessata e se i dipendenti non lavorano, è possibile avvalersi degli opportuni strumenti per denunciarli, individuando soluzioni “senza guadagnare spazio in più televisioni o testate giornalistiche”.
Diretto nel suo intervento anche il consigliere Passafaro rammentando che nonostante il “buonismo” accreditatogli, ha sempre invitato all’adozione di provvedimenti verso chi non lavora e “merita di essere mandato a casa”, con il consenso della legge.
A seguire anche gli interventi di cittadini e di rappresentanti sindacali della Cgil e della Uil, i quali hanno rimarcato il loro impegno in termini di riorganizzazione del lavoro, emarginando chi non lo fa, sempre secondo il rispetto delle regole.
Tra i dipendenti ha preso la parola Giovanni Capogreco del servizio Affari Generali che, ha ammesso di non aver apprezzato il messaggio lanciato dai media riguardo i “100 dipendenti fannulloni”, sostenendo che il dialogo con l’Amministrazione poteva essere instaurato già prima <<Di questa vicenda che ci ha criminalizzato>>.
Per il vicesindaco e assessore Sainato invece, anche la politica ha le sue colpe, non solo la politica di chi amministra ma anche di chi è amministrato <<Le responsabilità quota parte sono di tutti noi. Dobbiamo mettere in condizioni i cittadini di avere risposte dai dipendenti, quello che in Città si può fare è legato alla gestione; i cittadini devono rivolgersi alla gestione. Siamo pronti a riaprire un dialogo con dipendenti e sindacati>>.
Disponibilità garantita anche dal sindaco, con il comune obiettivo di impedire <<Ai lavativi il mancato sviluppo della Città>>.
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