di Enzo Romeo (foto fonte Avvenire)
Nessuna predica, lo chiarisco in partenza. Ma qualcosa da dire nell’occasione della Santa Pasqua c’è sempre.
Il Papa in occasione della Via Crucis ha parlato di un mondo a pezzi. È un richiamo, che scuote e chiarisce lo stato d’animo del Pontefice innanzi alla barbarie costante, che insanguina vaste aree di territori. Un mondo a pezzi, perché la logica della guerra – sappiamo anche quanti affari alcuni facciano sulla morte di innocenti – non ha come obiettivo altro che rimarcare protervia, tracotanza e forza. Chi osa, vince e chi vince poi comanda. Sono prove deliranti e devastanti. E credo che tutti siamo concordi nel dire che non ne possiamo più.
Ci sono poi le guerre silenti che, da decenni, insanguinano territori. Ed anche in questo caso il limite della umana sopportazione risulta ampiamente superato. È un momento storico diabolico. Diabolici coloro che programmano espansioni, diabolici coloro che distruggono le vite degli innocenti. Innocenti come i bambini di Gaza. Non possono e non devono pagare loro – o le donne o gli uomini, che lavorano ogni giorno con dignità e rispetto, o gli inermi e piegati anziani- i deliri di terroristi odiosi e accecati dall’odio.
Il mondo a pezzi è fatto anche delle angosce di ogni giorno, che trasformano la vita di molti di noi in trincee. Ci sono le difficoltà economiche, le difficoltà sociali, le paure del futuro, le preoccupazioni per i figli, ai quali chiunque vorrebbe consegnare un futuro di serenità. Ci sono le prepotenze su scala locale. Artefici di così tanta indegnità sono delinquenti, che costruiscono regni e ricchezze. Di contro c’è la povertà, che incalza. C’è lo schifo. Che fa, appunto, a pezzi il mondo, a sua volta fatto di microcosmi, nei quali la lotta tra bene e male è una costante. E i parametri saltano, quando a vincere è il secondo.Combattiamo, almeno per non farci sopraffare dalla rassegnazione. Auguri a tutti noi, di non arrenderci mai.