Sabato scorso a Roma hanno sfilato in migliaia per la Million Marijuana March (sito web). In un Piazzale dei Partigiani gremito, i partecipanti avanzano decisi, mentre nell’aria si diffonde musica reggae, cori, urla, ma soprattutto il loro slogan “tanta galera per noi moltissimi, miliardi di euro per loro pochissimi”.
E, infatti, è davvero così: 120 mila persone arrestate per la legge Fini-Giovanardi, 22 milioni di piante sequestrate e gli imprecisati miliardi entrati nelle casse delle narcomafie.
Sono queste le cifre che infervorano gli animi dei tantissimi che hanno marciato a Roma, in prevalenza giovani, provenienti da tutta Italia. Tra loro, molti sfidano il proibizionismo del nostro Paese acquistando prodotti per coltivare la canapa e semi, che si possono trovare ed acquistare legalmente in negozi online autorizzati, sui quali non mancano anche tante informazioni sulle caratteristiche della pianta e sulle varie fasi della coltivazione, dalla germinazione dei semi alla fioritura.
L’attuazione delle loro proposte, riassumibili nel concetto di legalizzazione della marijuana, già applicata in molti Paesi, porterebbe a spostare gli introiti della droga dalle casse della narcomafie a quelle dello Stato.
Un cambiamento del genere sarebbe fondamentale per una zona come la nostra, tristemente famosa per le decine, forse centinaia, di casi di cronaca legati alla droga e alla mafia.
La legalizzazione della cannabis riguarda però anche aspetti legati alla salute. Alcune regioni iniziano a permettere l’uso terapeutico della cannabis, specie se è contenuta all’interno di medicinali. Purtroppo la nostra regione non è tra questa “virtuose” che cercano di ottenere un cambiamento, ma l’entusiasmo della marcia e delle iniziative referendarie contro l’attuale legislazione in materia di droga ci fanno essere fiduciosi per il futuro.
Il proibizionismo combattuto sabato a Roma, e incarnato dalla Fini-Giovanardi, ha come grottesco esito il sovraffollamento delle carceri: pene anche di alcuni anni per il gran numero di consumatori occasionali di marijuana, che magari finiscono col trovarsi gomito a gomito con i grandi trafficanti di droga. Questo avviene in tutta Italia, ma in particolare nella nostra zona, nelle quali le condizioni in cui vertono i carcerati sono deplorevoli, proprio a causa di questo sovraffollamento.
Nonostante il proibizionismo, i consumatori di marijuana, sia quelli occasionali che quelli che ne fanno un uso terapeutico, crescono giorno dopo giorno. Sono come ricordato in tanti a comprare i semi online; del resto l’acquisto sul web, consentito dall’attuale normativa, permette in modo facile ed immediato l’acquisizione delle semenze delle più famose ed apprezzate marche del settore, anche straniere, tra le quali possiamo ad esempio ricordare la celebre banca di semi olandese Sensi Seeds.
Per quanto concerne la cosiddetta “condotta coltivativa”, occorre dire che la legge attuale e le sue successive modifiche, così come non segnano un confine netto tra uso ricreativo e narcotraffico, non stabiliscono neppure con esattezza il numero di piante che è permesso coltivare, lasciando il responso a quell’ambiguo parametro che è il ”potenziale di tossicità della pianta”.
Ma questi, in fondo, sono dettagli. Il vero problema è la macchina della droga, che macina soldi e corruzione, alimentata dalla leggerezza politica con la quale si considera un fenomeno tanto diffuso e rilevante, specie nella nostra zona.
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