di Gianluca Albanese
LOCRI – Il ragazzo si farà. Ma il processo di maturazione politica del giovane sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà dovrà – immancabilmente – passare da una maggiore conoscenza dell’intero territorio della Città Metropolitana per poter andare oltre alla mera enunciazione di principio delle opportunità del nuovo soggetto istituzionale.
Stasera, infatti, nel momento in cui ha inteso uscire dagli schemi preconfezionati, Falcomatà è apparso incerto e superficiale; mettendo a nudo tutta l’inesperienza dovuta alla sua giovane età.
Certo, reggere il peso di un cognome così importante e dimostrare di meritare la pesante eredità lasciatagli dal compianto papà Italo non è un’impresa semplice. Ma il giovane sindaco metropolitano ha capacità e tempo per poter imparare bene il mestiere, ecco perchè, avendo qualche primavera in più sul groppone, ci permettiamo di dargli qualche modesto suggerimento per la sua crescita che, in una fase di avvio effettivo del nuovo soggetto istituzionale, non potrà che giovare alla causa dell’intero territorio metropolitano.
A nostro modo di vedere, infatti, venire a Locri e sapere che qui c’è un centro dialisi che funziona e che risponde alle esigenze del territorio, è precondizione essenziale per non incorrere in scivoloni come quello di stasera, quando, parlando di sanità, ha detto che «Nel territorio metropolitano non esistono centri per i dializzati che sono costretti ad andare a Messina per sottoporsi ai trattamenti».
E’ inutile, inoltre, chiedersi come mai il centro di aggregazione “Cura ut valeas” di Locri sia ancora chiuso, quando è in pieno svolgimento l’iter burocratico per la gestione da parte del Comune di Locri e, seppur tra parecchi mugugni da parte dei suoi amministratori, per via degli impegni economici da assumere, sono stati fatti tutti i passaggi necessari alla sua assegnazione a realtà del terzo settore capace di dargli un’anima.
E poi, se davvero si vuole essere esponenti di un modo nuovo di fare politica, non si può più indulgere ai luoghi comuni e al “sentito dire”, quando si afferma che «Rimini ha 1.100 alberghi senza avere un centro storico e se si bagnano i piedi nel suo mare Adriatico è un miracolo se rimangono sani quando si torna a riva».
Basta chiedere ai tanti giovani – e meno giovani – reggini che scelgono la Riviera Adriatica per le loro vacanze e si scoprirà che, al dirà dei quartieri di Marina Centro e Bellariva, Rimini offre ai suoi visitatori le bellezze di un centro storico che, tra un castello malatestiano e la vicinanza con San Marino, mostra come la stessa città romagnola e l’intera Riviera Adriatica siano qualcosa in più dei “bagni” attrezzati, dell’Acquapark di Riccione e delle discoteche affollate.
Ribadiamo, è solo una questione di crescita.
E in questa fase, il territorio della Città Metropolitana ha uno spasmodico bisogno di un sindaco che sappia crescere insieme alla gente.
Prima riuscirà nell’intento il giovane sindaco metropolitano e meglio sarà per tutti noi.