DALL’ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA GENTE IN ASPROMONTE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
Due Passi uno verso nord, l’altro verso sud, mentre in mezzo si ergeva Monte Scapparrone ( Monte Cappuccio in greco di Calabria ). Questi due passi venivano percorsi da pastori, contadini e mercanti, dalla popolazione di Africo e da quella di Casalinuovo, che raggiungevano Brancaleone, Staiti e Motticella, attraverso il Passo di Ficara, Ferruzzano, Samo, Caraffa, S.Agata e Bianco, tramite il Passo di Papaleo. Nel percorso inverso, attraverso Papaleo si raggiungeva solo Casalnuovo ed Africo, mentre percorrendo la mulattiera selciata che da Motticella portava verso Passo di Ficara, si poteva raggiungere Africo e Casalnuovo, continuando oltre il Passo di Furchi, si raggiungeva Bova, invece Africo, Rogudi e Roccaforte, indirizzandosi verso Pedimpisu.
Descrizione sentiero: Il sentiero prende l’avvio dalla Contrada Scete, sita a quota 397 m s.l.m., e si snoda inizialmente percorrendo la pista sterrata carrabile che collega detta località con Casalinuovo, attraverso “portella Ficara”, e prosegue poi fino a giungere l’intersezione con la strada che scende verso Staiti e quella che sale verso i campi di Bova. Il paesaggio agricolo che ci circonda nel punto di partenza, è caratterizzato dalla coltivazione dell’ulivo e della vite. Ai margini degli appezzamenti coltivati si estendono prati pascoli cespugliati dalla macchia a lentisco e da macchia mediterranea e tratti arborati con querce. Dopo circa 1 ora il sentiero abbandona la pista sopra citata in località “Agrami -Caserma Forte”, sita a quota 707 m s.l.m., con un dislivello rispetto al punto di partenza di 310 m, per imboccare la vecchia mulattiera che attraversa a mezza costa il versante Ovest di monte Scapparrone (1058 m) e che, attraversando “Castania”, sbocca a “portella Ficara” sita a quota 874 m, mulattiera questa, utilizzata un tempo dai mercanti dei paesi di Motticella, Bruzzano, Brancaleone, che intendevano raggiungere Casalinuovo e Africo Vecchio. Il paesaggio forestale che ci circonda è quello caratterizzato dai boschi di leccio che un tempo “vestivano” tutti i territori circostanti e che oggi, purtroppo, a causa degli incendi, sono ridotti a piccole aree. A portella Ficara, orograficamente posizionata dietro la vetta Scapparrone, incrociamo la pista percorsa nel tratto iniziale e la risaliamo fino alla sommità della montagna da dove possiamo godere di una spettacolare visione aerea delle valli sottostanti. Sulle parti più pianeggianti della vetta sono ancora visibili i segni delle coltivazioni che un tempo venivano praticate. Infatti si scorgono ancora i ruderi dei cosi detti “Pagghiari” costruiti con pietra a secco e ricoperti da rami di ginestra e felci intrecciate tra loro. Essi, come ci testimoniano gli anziani, costituivano i ricoveri di intere famiglie che vivevano di pastorizia e agricoltura montana, costituita prevalentemente da mais, iermano e legumi che spesso barattavano insieme al bestiame con ortaggi coltivati nelle valli e altri beni di prima necessità. A dimostrazione dell’importanza delle coltivazioni montane, abbiamo testimonianza di un ricchissimo patrimonio avifaunistico con predominanza della coturnice “Alectoris greca”, specie ormai a rischio d’estinzione. A questo punto inizia la discesa sul lato Est di monte Scapparrone, e percorrendo tratti a difficoltà elevata, attraversando “portella Fellaro” dove si scorge la grande frana di .Arioso e la fiumara La Verde che attraverso le strette gole raggiunge il mare, si arriva, camminando sotto un ombroso bosco di leccio, sul crinale che delimita la località “Papaleo Gelsi” sita a quota 520 m. s.l.m. “Portella Papaleo” era il passo principale per i mercanti provenienti da Ferruzzano, Samo, Bianco, Caraffa del Bianco, Casignana e Sant’Agata del Bianco che volevano raggiungere Casalinuovo, Africo Vecchio. Il nome di questa località evoca la coltivazione del Gelso bianco, utilizzato per dare nutrimento agli allevamenti di bachi da seta, un tempo molto diffusi in tutta la zona. Dall’alto della Rocca di Papaleo guardando ad Est si scorge la vallata della fiumara La Verde, il bosco di Rudina (Sito d’Interesse Comunitario) e il promontorio di Ferruzzano Superiore, mentre guardando ad Ovest si vedono i piani di Scrisà con la caratteristica macchia a lentisco. Da Papaleo si scende percorrendo una pista sterrata carrabile fino alla Casa Sculli, punto in cui si devia a destra e si attraversano i piedi di monte Scapparrone passando per la Casa Palamara e il Quarto di Scrisà, fino a giungere al punto di partenza e chiudere così il sentiero ad anello.