di Gianluca Albanese
BOVALINO – “Calabria da salvaguardare. Dissesto idrogeologico e rischio alluvione”. E’ il tema della rubrica di approfondimento giornalistico “Punto Locride” che è andata in onda in diretta ieri sera dalle 19 alle 20 sui 98Mhz di Radio Venere e che sarà possibile riascoltare in podcast sul sito www.radiovenere.net e in replica alle 9,20 di domenica mattina.
Ospite in studio del conduttore Emilio Lupis, il geologo locrese Luigi Mollica, funzionario dell’Autorità di Bacino della Regione Calabria.
Nel corso dell’ora di trasmissione, Mollica ha parlato dell’attività dell’Autorità di Bacino e dell’attuazione di piani di prevenzione e studi di carattere generale nelle zone più a rischio, facendo una doverosa premessa sulle precipitazioni cadute nella Locride tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2015 «Quando – ha spiegato il geologo – sono caduti nella zona di “Pantano grande” a Marinella di Bruzzano circa 700 mm. di pioggia, molti di più di quelli che mediamente cadono in una cittadina di medie dimensioni come Melito Porto Salvo nel corso di un intero anno».
Quell’immagine della ferrovia divelta e della strada statale crollata sono impresse nella memoria collettiva, e Mollica ha spiegato che in quel caso «La fiumara è esondata, per riprendersi il suo letto naturale che l’opera dell’uomo, nel corso degli anni, aveva alterato, riducendolo per coltivare e costruire a suo piacimento. Quindi, quando la fiumara ha incontrato la forza del mare in tempesta, si è creato quell’effetto rigurgito che ha determinato il crollo di ferrovia e strada in balia della forza dell’acqua».
Tanti danni, tanta paura, ma per fortuna zero vittime nella nostra zona.
«Merito – ha riconosciuto Mollica – di un’allerta diramata dalla Protezione Civile che ha funzionato e anche di un pizzico di fortuna. Il punto – ha proseguito il geologo – è che mentre lungo le coste la situazione si è normalizzata, ci sono centri interni come Staiti, Grotteria, Palizzi e Samo che vivono in condizioni drammatiche e ad alto rischio residuo e non faccio mistero del fatto che se si dovesse verificare un fenomeno anche minore della metà di quello che si è verificato a inizio novembre, saremmo ancora punto e daccapo».
E così, in attesa che a giorni venga diramata un’ordinanza di Protezione Civile Nazionale (sulla scorta dei report redatti dalla ProCiv calabrese e dall’Autorità di Bacino della Regione Calabria) capace di garantire la destinazione di almeno 10/12 milioni di euro per la messa in sicurezza delle situazioni emergenziali, si lavora molto sulla prevenzione idraulica, come quella fatta nei mesi scorsi sul torrente Ciancio che lambisce il centro abitato di Platì «Laddove – ha spiegato Mollica – insieme a Calabria verde, alla Provincia e al Consorzio di Bonifica, abbiamo realizzato, con poche spese, un intervento di manutenzione idraulica capace di costruire un canale centrale (cosiddetta “savanella”) che ha permesso un deflusso controllato delle acque, evitando, proprio nei giorni di inizio novembre, un dramma».
Nel corso dell’interessantissima conversazione, Luigi Mollica ha altresì affrontato il tema della situazione delle coste, spiegando, tra l’altro, che «In corrispondenza delle fiumare Torbido e Bonamico, ci sono due grandi canyon sottomarini, che storicamente hanno garantito l’equilibrio, costituendo una corsia preferenziale per il drenaggio dei detriti al largo. Tutto è cambiato quando si è dato spazio ad un’eccessiva cementificazione lungo le coste, come a Siderno, in cui, da un lato le strutture balneari rigide e dall’altro quei “serpentoni” di deflusso delle acque bianche a mare, hanno causato la forza del moto ondoso durante le mareggiate, perché il mare non vuoto ostacoli davanti a sé e per rimuoverli, aumenta la propria forza».
Da qui a un suggerimento su come dovrà risorgere il lungomare di Siderno il passo è breve. «L’esperienza delle grandi località balneari del mondo – ha spiegato Mollica – insegna che bisogna realizzare dei lungomare senza muri di contenimento ma con la strada il più possibile a livello della spiaggia: così facendo, le onde in tempesta non incontreranno ostacoli e si limiteranno a trasportare tanta sabbia sui lungomare che però, una volta calmata la mareggiata, non sarà difficile rimuovere. Oltre a questo – ha concluso – si possono e si devono ridisegnare i letti delle fiumare che sfociano al mare per aiutare il rinascimento naturale delle spiagge».
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