Il festival cinematografico voluto da Alessandro e Gianvito Casadonte ha così spento le sue prime venti candeline dedicandosi ad opere prime e seconde italiane ed internazionali, avendo quale chiaro obiettivo la valorizzazione del cinema d’autore e del giovane cinema: vent’anni orsono, in quel di Soverato, nessuno avrebbe scommesso il becco di un quattrino su quella loro idea tranne loro stessi, evidentemente, peraltro in una terra scarsamente considerata da “cinema”.
di Antonio Baldari
CATANZARO – “L’estate sta finendo e un anno se ne va”, cantavano così i fratelli Righeira fino a qualche lustro fa, per la cosiddetta “bella stagione” che sta per concludersi, ancorché stia giocandosi ancora qualche carta molto buona con temperature e giornate da estate piena che sono senz’altro gradevoli; fine estate, quindi, che inevitabilmente porta al bilancio, a quanto in Calabria è stato fatto nel clou delle presenze interne ed esterne che, ad onor del vero, si sono registrate su numeri abbastanza positivi, per quanto concerne, invece, le proposte che sono state avanzate sul territorio per attrarre un maggior numero di visitatori ma soprattutto offrire il meglio del proprio prodotto culturale non ci si può non soffermare sui primi vent’anni del “Magna Graecia Film Festival”.
Istituito nell’ormai remoto 2004 il festival cinematografico voluto da Alessandro e Gianvito Casadonte ha così spento le sue prime venti candeline dedicandosi ad opere prime e seconde italiane ed internazionali, avendo quale chiaro obiettivo la valorizzazione del cinema d’autore e del giovane cinema; ora, è proprio su questo punto che desideriamo soffermare la nostra attenzione rispetto al fatto che la Calabria viene sempre considerata “terra di riscatto” e non già quale terra “normale”, com’è giusto che sia e come deve logicamente essere, stante il fatto che il continuare a considerare questa regione quale “riscatto” perenne non giova alla regione stessa ed ai suoi abitanti, appiattitisi pressoché del tutto su tale posizione.
E chi ne parla in tal senso non vuole il bene della stessa Calabria, al contrario dei sopraccitati Alessandro e Gianvito Casadonte su cui, vent’anni orsono in quel di Soverato, nessuno avrebbe scommesso il becco di un quattrino su quella loro idea tranne loro stessi, evidentemente, peraltro in una terra scarsamente considerata da “cinema” e che, invece, proprio negli ultimi tempi sta conoscendo un certo apprezzamento perché “improvvisamente” un po’ tutti hanno scoperto la Calabria: tanto per citare, l’attore e regista Sergio Castellitto, ospite d’onore della serata conclusiva proprio dell’edizione di quest’anno del “Magna Graecia”, ha solennemente dichiarato: “La Calabria è un paradiso, una California che abbiamo in casa, qui avete la montagna, il mare e poi è bello venire in un luogo e vedere questa partecipazione popolare”, promettendo di ritornarci, magari la prossima estate.
Perché la Calabria è bella ma, forse, a non esserne del tutto coscienti sono i realmente Calabresi, ragion per cui ben vengano degli uomini e delle donne che, come i Casadonte che hanno sempre e comunque creduto al “Magna Graecia Film Festival”, credono nella Calabria, non già come terra di riscatto ma dall’assoluta normalità perché niente, ma proprio niente!, c’è da invidiare a nessuno.