di Simona Masciaga
Se pur mediato dalla TV, ieri , in prima serata, il grande Andrea Camilleri ci ha fatto trascorrere un’ora e mezzo da brivido e di grandi emozioni. L’autore siciliano, ormai cieco da tempo e alla veneranda età di 93 anni, “ in persona e personalmente “, come egli stesso ha dichiarato all’inizio del suo lungo monologo, ci ha offerto la sua “Conversazione su Tiresia” nella splendida cornice del teatro di Siracusa e davanti a più di 5000 persone che, ammutolite e quasi senza respiro, lo hanno ascoltato.
Una scenografia spartana, arredata da un solo lume e una scrivania, sullo sfondo uno schermo dove si proiettavano immagini e parole di testi, proprio per dare importanza alla sua voce narrante, come fosse un aedo, un maestro, un semplice nonno che racconta una storia emozionante ed emozionando.
Camilleri, con la sua voce roca, ha recitato a memoria Tiresia, l’indovino uomo-donna-uomo, un personaggio che cieco come lui, lo ha sempre affascinato, attraversando miti, leggende, cinema, letteratura, poesia, citando i testi di una trentina e forse più di autori, fino ad arrivare a narrare la sua performance di quando egli stesso interpretò il ruolo di Tiresia e “qui dopo secoli persona e personaggio si sono finalmente ricongiunti”.
L’autore, al termine, ha dichiarato “ Da quando non ci vedo più, vedo le cose più chiaramente”: ciò sarebbe potuto bastare ma, Camilleri, con la sua tecnica narrativa unica al mondo, ha aggiunto una citazione di Primo Levi parlando del “rischio di trasformazione” in una fase storica dominata da paure ed egoismo: “Quello da uomo a non uomo”.
Applausi a non finire e teatro tutto in piedi specie quando alla fine della “Conversazione” lo scrittore ha rivelato il perché egli abbia voluto fare un’esperienza simile, visto che già professionalmente si sente appagato e gratificato “Poteva bastarmi? No, perché a 90 anni, mi è venuta una curiosità immensa di intuire cosa sia l’eternità, ormai così vicina a me”
Un’esperienza unica e irripetibile, un grande della letteratura mondiale, che affascina sempre e non solo con i suoi scritti, ma per la grande umiltà, simpatia e senso dello humor.